Uno degli aspetti più affascinanti di Star Wars è quello di soffermarsi delle volte non solo sui personaggi più importanti, ma anche su quelli secondari o di contorno. Questo focus infatti è dedicato alla vita di Watto, mercante Toydariano che su Tatooine passa la sua esistenza tra il proprio negozio di oggetti usati e il suo passatempo preferito: il gioco d’azzardo.
L’incontro con Qui-Gon Jinn
Nel 32 BBY, Watto incontrerà Qui-Gon Jinn, un jedi che cambierà la sua vita e soprattutto quella di chi gli stava intorno. “Cosa crede che tu sei un Jedi che muove così con tua manina? Io Toydariano, trucchi di mente non attacca con me, solo money. No money no ricambi no niente. E qui no altro ha iperpropulsori AT14, parola”.
Questa è la celeberrima risposta che Watto da a Qui Gon Jinn in merito alla richiesta del Jedi di pagare il pezzo di ricambio che gli serve per riparare l’astronave delle regina di Naboo attraverso i crediti della Repubblica, conio che a detta del mercante non ha valore su Tatooine. Questo primo dialogo ci fa capire un aspetto importante della sua specie, quello di non cedere al trucco mentale jedi. Ma le sue debolezze, come vedremo, saranno altre.
Il gioco d’azzardo: il suo tallone d’Achille
Il virgolettato precedente, a mio avviso, inquadra in maniera perfetta il personaggio di Watto: un mercante che si serve di schiavi (anche se molto più rispettoso di altri dei propri servi), avido, furbo e scaltro il cui unico obiettivo è accumulare ricchezze attraverso la sua attività da commerciante e il gioco d’azzardo; ha infatti un rapporto quasi morboso con le scommesse sulle corse degli Sgusci.
Proprio attraverso questa sua debolezza nel 32 BBY perde il suo schiavo più dotato Anakin a favore di Qui-Gon Jinn, che riesce a sottrargli il Prescelto attraverso una serie di scommesse (2 per la precisione).
La Caduta
Da quel momento Watto perde molto del suo prestigio e poco dopo è costretto a vendere l’altra sua schiava e madre di Anakin, Shmi Skywalker, ad un contadino di nome Cliegg Lars.
L’ultima comparsa di Watto nella saga è in Episodio II quando Anakin e Padmé tornano su Tatooine per cercare la madre del giovane jedi. Anakin va proprio dal suo vecchio padrone cercando risposte su sua madre.
In quel periodo Watto aveva perso il suo negozio e aveva comprato una piccola baracca. L’ultima sua citazione canonica la troviamo all’interno del racconto “Time for Death”, contenuto nella raccolta “Da un certo punto di vista”, in cui scopriamo che Obi-Wan in esilio su Tatooine acquistò un umidificatore (ovviamente a prezzo maggiorato) proprio da Watto, circa tre anni dopo l’Ordine 66.
Il Ruolo di Watto nella Saga
Ho fatto questa breve digressione sulla vita di Watto perché molti lo definiscono come un personaggio secondario che fa da corollario alla trama; per me invece, a modo suo, è tra coloro che hanno permesso che il destino di Anakin si potesse compiere. Il suo merito? Non cedere al potere della forza che Qui-Gon voleva esercitare sulla sua mente. Se fosse stato debole avrebbe accettato il pagamento del Jedi senza opporsi. Ma grazie alla sua natura resiste e obbliga il Maestro a ingegnarsi per ottenere i pezzi di ricambio: ciò lo porterà a conoscere in maniera più approfondita quello schiavo bambino che diventerà un domani un valoroso jedi e poi il più iconico tra i Signori dei Sith.
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