Il Vecchio Droide (Parte 2)

Qui trovate la prima parte del racconto

Signore? È sicuro di voler sentire veramente questa storia? – Disse il droide.

Se non parli ti metto questo bel bullone di costrizione. –

Non ne vedo il bisogno Padron Eto, le racconterò tutto quello che so! Eravamo io ed R2-D2, la mia controparte, un astrodroide abbastanza impudente, mi sia concesso… –

Il droide sembrava esitare, come se stesse pensando, o rimpiangendo qualcosa, Eto aveva visto molti esseri meccanici nella sua breve vita, ma pochi sembravano avere coscienza come quello che aveva di fronte. C’era in lui sicuramente qualcosa di diverso.

-Beh, ecco, dicevo… Io ed R2 eravamo in servizio nella Tantive IV quando fu attaccata dalle truppe imperiali. Grazie al mio intuito, ovviamente, io e il mio amico riuscimmo a scappare su di un guscio di salvataggio. Quello stupido aveva con sé delle informazioni preziose per i ribelli. Almeno così mi era sembrato di capire, visto che blaterava in continuazione di una “missione”. Ad ogni modo, eravamo atterrati nel bel mezzo del deserto, e mentre il mio istinto mi guidava verso la via più breve per la civiltà, quel barattolo se ne andò per conto suo, mettendomi nei guai. Non la annoierò con i dettagli, ma ben presto ci trovammo all’interno di uno di quei grossi veicoli dei Jawa, con bullone di costrizione, e pronti per essere venduti al miglior offerente tra i contadini di Tatooine. Un posto veramente orribile devo dire. –

– Beh, un droide in buono stato nel deserto è una preda molto allettante per un Jawa, avreste dovuto aspettarvelo! –

– Signore, io non ero mai stato su Tatooine prima di tutto questo, almeno così ricordo… Ho passato così tanto tempo lì fuori che non riesco più a capire cosa è reale e cosa non lo è nella mia memoria.

Ad ogni modo, presto ci fermammo, e fummo costretti ad uscire all’aria aperta per essere mostrati come mercanzia a dei contadini. Fummo messi in fila, insieme ad altri droidi. Gli acquirenti erano dei bravi contadini, un ragazzo di nome Luke e suo zio, il proprietario della fattoria, Owen Lars. Mi presero subito, grazie alle mie doti nel comprendere il linguaggio binario dei vibratori di condensa, un’altra cosa che potrei fare per lei signorino Eto. Comunque, io venni scelto insieme ad un altro droide, un piccolo astromecha che non conoscevo. R2-D2 scalpitava, volendo essere scelto e dunque liberato, ma non ci fu nulla che potevo fare per lui, loro scelsero l’altro droide… E dunque ci separammo. I Jawas caricarono gli altri droidi insieme ad R2 sul loro mezzo, e sparirono ben presto nel deserto, mentre io facevo un bagno d’olio nell’officina della fattoria.

Si sentì bussare forte nella stanza accanto, il ragazzo si alzò di scatto e andò a guardare. Tornò dal droide e disse:

– Tu, rimani qui e stai zitto, anzi disattivati… Non si sa mai.

E corse verso la porta.

– Chi essere alla porta? Disse Watto agitato.

– Non lo so, fammi controllare…

Arrivato all’ingresso, aprì la fessura per guardare al di fuori con calma.

Quello che vide non piacque affatto al giovane. Erano imperiali.

Michele Vizzani: Laureato in Ingegneria Civile e Ambientale, amante della fantascienza, dei videogiochi, e della pizza. "Il tempo è un’illusione. L’ora di pranzo è una doppia illusione." (cit.)
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