Il Vecchio Droide (Parte 1)

Il vento di Tatooine, con le sue caratteristiche tempeste di sabbia, imperversava sulla vecchia città abbandonata di Mos Espa. Una figura avvolta in sporchi stracci avanzava a fatica per le strade deserte, tentando di coprirsi il volto con pezzi di vestito. Arrivato ad una delle basse casa in pietra, bussò fortissimo, cercando di fare più rumore possibile, in maniera tale da superare l’assurdo ululare del vento.

Dopo qualche interminabile secondo, la porta si apri, lasciando trapelare un trapezio di luce all’esterno; la figura entrò velocemente sbattendo la porta dietro di lei. La stanza era piccola e piena di cianfrusaglie. Al suo interno c’era un alieno tozzo, con una proboscide al posto del naso e delle piccole ali che battevano frenetiche, seduto su di una sedia. Guardò torvo la figura vestita di stracci e tossicchiando disse:

-Tu, già tornato… Mmmh… Molto male questo, molto male…-

Colui che era appena entrato scoprì finalmente il volto: era un ragazzo poco più che ventenne. Qualche rado pelo cerchiava le sue labbra sottili e il mento pronunciato; una cicatrice lunga qualche centimetro percorreva una guancia.

-Non so cosa credi che si possa vendere in quella città, Watto, ma di sicuro dei trasformatori di potenza non sono un articolo interessante per quel branco di selvaggi.

Detto questo entrò in una stanza lì accanto, scuotendo la grande quantità di polvere dai suoi vestiti. In questa stanza c’erano un sacco di vecchi pezzi di ricambio e qualche droide ammaccato che aveva recuperato in giro per il deserto. Uno di loro sembrava ancora in buono stato, nonostante fosse stato esposto agli agenti esterni per molto tempo.

Cominciò ad armeggiare con il pannello posteriore, cercando di sostituire i fusibili necessari e ripristinare i collegamenti di alimentazione. Ad un certo punto il droide si accese ed esclamò:

-Oh Santo Cielo, dove mi trovo? Questo è l’inferno dei droidi, per caso?

-No mio strano droide dorato, non credo sia ancora arrivato il tuo momento. Dovresti tornare come nuovo, dopo che avrò finito di lavorare su di te… Sempre se mi lasci in pace, standotene un po’ zitto.

-Oh Signore, non potrò mai ringraziarla abbastanza per avermi portato via da quell’orribile posto, cercherò di tacere il più possibile. Dopo tutto, cosa potrà mai dire di interessante un vecchio droide protocollare che era in servizio presso una nave appartenuta ad una decaduta principessa ribelle…

-Tu… Tu conoscevi dei ribelli? Allora esistevano veramente!

-Beh, sono abbastanza sicuro che sia così… Oh, mi scusi, ma non conosco il suo nome.

-Chiamami Eto. Ora raccontami tutto quello che sai su di loro.

-Oh, Signore, ogni suo desiderio è un ordine… Spero di non annoiarla troppo.

-Comincia

-Bene, ecco, iniziò tutto molto tempo fa… Veramente tanto tempo fa…

Seconda Parte

Michele Vizzani: Laureato in Ingegneria Civile e Ambientale, amante della fantascienza, dei videogiochi, e della pizza. "Il tempo è un’illusione. L’ora di pranzo è una doppia illusione." (cit.)
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