Star Wars: The Rise of Skywalker, ultimo capitolo della nuova trilogia e della saga, è nei cinema da quasi un mese e ovviamente continua a far parlare di sé e a dividere il fandom. Tra i tanti argomenti toccati durante le varie discussioni c’è quello della figura del Prescelto: Episodio IX l’ha veramente “distrutta” come ipotizzano molti? Vediamo nel dettaglio la questione. Ovviamente seguono SPOILER sulla pellicola.
Le vicende di The Rise of Skywalker
Nel finale di Episodio IX Anakin Skywalker guida le voci dei grandi jedi del passato e incita Rey a compiere l’ultimo sforzo per eliminare una volta per tutte Palpatine, suo nonno. Il Prescelto pronuncia delle enigmatiche parole, che sono state al centro di varie discussioni tra i fan; egli dice: “riporta l’Equilibrio, come feci io”. A primo impatto può sembrare che il verbo “riportare” vanifichi quanto fatto da Anakin trent’anni prima, ma non è affatto così. Analizziamo la situazione in quel momento: grazie all’immenso potere della diade, Darth Sidious è potuto definitivamente risorgere.
Come vi ho detto in un articolo precedente, infatti, non bisogna dimenticare che fino a quel momento Palpatine era morto, come dice lui stesso. Per anni e fino agli ultimi atti di Episodio IX la sua anima era legata ad un corpo morto, e le due entità erano tenute insieme da un complesso macchinario e dai poteri Sith. Alla luce di ciò il verbo riportare pronunciato da Anakin assume una connotazione totalmente differente: Sidious è appena risorto ed è nel pieno dei suoi poteri, anzi forse è ancora più potente di trent’anni prima. Ecco perché ora tocca a Rey riportare materialmente l’Equilibrio sconfiggendo suo nonno, che è riuscito non solo a scamparla ma a tornare più forte di prima. Se “materialmente” la figura del Prescelto non viene intaccata, spiritualmente questa viene addirittura elevata: vediamo come.
Il profondo significato del Prescelto
Essere il Prescelto, portare l’Equilibrio nella Forza, sono concetti profondi che vanno oltre al compimento di azioni specifiche. Buttare Palpatine nelle profondità della Morte Nera, o fare un mero calcolo tra quanti jedi e sith esistano non significa trovare l’Equilibrio. Sono azioni importanti ma materiali: quello che va ricercato è il profondo significato delle conseguenze che queste azioni mettono in atto. Il fatto che Sidious riesca a tornare in vita dopo gli eventi di Episodio VI non vanifica ciò che Anakin compie, perché quest’ultimo non si limita a buttare un uomo nel pozzo di un reattore: si sacrifica per salvare suo figlio dalla morte, abbandonando la via del Lato Oscuro.
Le chiavi per sconfiggere il male sono due, l’amore e la famiglia: sia i jedi che i sith avevano una visione distorta di questi elementi. Il Prescelto salva la sua famiglia, e gli Skywalker possono così portare pace nella Galassia. Leia si prodiga nel ricostruire un tessuto politico e stabile tramite la Nuova Repubblica, mentre Luke porta avanti il progetto di addestrare una nuova generazione di jedi. Senza Anakin tutto questo non sarebbe stato possibile. Come sappiamo, però, le cose si complicano, e in tutto ciò la figura di Rey diventa emblematica.
Il peso di Rey in Star Wars
“Mi serve qualcuno che mi mostri il mio posto in tutto questo” diceva Rey in Episodio VIII. Come noi spettatori, anche Rey dal nulla non era pronta alla terribile verità sul suo passato e sull’essere la nipote del Sith più malvagio e potente di quel periodo. Il destino di una persona del genere sembra votato al Lato Oscuro, ma non per Leia e Luke: entrambi, pur conoscendo questa terribile verità, non esitano nel credere in Rey. Anche l’ultimo Skywalker, Ben Solo, crede nella ragazza tanto da donargli la sua stessa vita. Nel finale di The Rise of Skywalker una Palpatine sconfigge il male e il suo passato e si costruisce un futuro differente.
Questa possibilità le viene data da Ben, che poeticamente si dona a lei sacrificandosi per farla tornare in vita. La scelta di Rey alla fine è chiara: lei ora è una Skywalker perché ha scelto di esserlo, e perché la sua famiglia è composta dalle persone che hanno sempre creduto in lei e l’hanno amata, ognuno a modo suo: Luke, Leia, Ben. E tutto questo è stato possibile grazie al primo sacrificio d’amore, quello del Prescelto. Anakin, che tramite la sua rabbia e il suo odio era stato l’artefice della fine della persona che amava, non commette lo stesso errore e si sacrifica per i suoi figli, il frutto di quell’amore. Sacrificio dal quale scaturirà quell’Equilibrio che è il motore delle vicende della saga di Star Wars, la saga degli Skywalker.