The Mandalorian: tutti gli easter egg della quinta puntata!

Yodino nella quinta puntata di The Mandalorian

Iniziata meno di un mese fa, la serie live action The Mandalorian è già alla sua quinta puntata, della quale vi abbiamo parlato nella nostra recensione. In questo articolo ci occuperemo invece degli easter egg e dei riferimenti alla saga, che in questo quinto episodio sono moltissimi. Ovviamente seguono tantissimi SPOILER sulla puntata: si comincia!

Una grande sorpresa

I protagonisti pronti ad atterrare su Tatooine

Potremmo affermare senza esagerazione che tutta questa puntata di The Mandalorian sia un gigantesco easter egg, poiché è ambientata sul pianeta più famoso della Galassia lontana lontana, e cioè Tatooine. L’episodio The Gunslinger, Il Pistolero, si apre con un inseguimento: Mando e Yodino hanno alle calcagna un altro cacciatore di taglie chiamato Riot Mar, che guida un Bounty Hunter Fighter personalizzato, una tipologia di caccia utilizzato dai membri della Gilda. Il protagonista si libera facilmente di lui, riportando però danni alla nave. Ciò lo costringerà ad atterrare su un pianeta desertico alquanto familiare…più precisamente nel porto spaziale di Mos Eisley.

I droidi pit di serie DUM

Il mandaloriano vola verso l’attracco 3-5: qui viene accolto da Peli Motto, una meccanica interpretata da Amy Sedaris, e i suoi tre droidi pit di serie DUM. Gli stessi droidi che abbiamo visto ne La Minaccia Fantasma da Watto e in alcuni episodi di The Clone Wars. E’ interessante notare che la baia d’attracco di Motto è ispirata alla docking bay 35, presente all’interno di una delle avventure del gioco di ruolo di Star Wars pubblicato da West End Games a partire dal 1987.

Mando però intima la meccanica di non far avvicinare i droidi alla Razor Crest: sappiamo ormai che il nostro protagonista non sopporta i droidi, probabilmente per colpa dei traumi infantili causati da quelli dell’Armata Separatista.

The Mandalorian: In giro per Mos Eisley

I caschi insanguinati sulle picche

Come sempre, riparare la nave costa e i 500 crediti imperiali non bastano a coprire le spese. Per questo, dopo aver lasciato Yodino sulla nave, Mando si avventura per Mos Eisley in cerca di un lavoro. In queste sequenze possiamo notare alcune testimonianze del post dominio imperiale: le strade sono infatti disseminate di picche alle quali sono infilzati dei caschi di stormtrooper ricoperti di sangue. Ricordiamo che The Mandalorian si svolge nel 9 ABY, periodo di poco successivo alla caduta dell’Impero.

Intanto, nell’attracco 3-5 Motto e i suoi droidi giocano a Sabacc puntando pezzi di ricambio e quant’altro. In precedenza la meccanica aveva detto a Mando che la nave era ricoperta di scorie di carbonio: la frase è un chiaro riferimento a quella pronunciata da Luke Skywalker nei confronti di R2-D2 in Episodio IV. All’entrata della cantina di Chalmun vediamo un droide particolare: si tratta di un droide riparatore WED-15 che compare per la prima volta nelle scene tagliate di Episodio IV e che poi ha debuttato in Episodio II, comparendo successivamente in The Clone Wars e molti altri prodotti di Star Wars.

La scena nella Cantina

Mando parla con il droide al bancone della Cantina di Mos Eisley

Ed eccoci arrivati a uno dei riferimenti più emozionanti della puntata, l’entrata del Mando nella Cantina di Mos Eisley. Già dalla prima inquadratura si può riconoscere l’inconfondibile location. La Cantina però è molto cambiata da quando, una decina di anni prima, ci entrarono Luke e Obi-Wan: al bancone non c’è più l’oste Wuher, ma un droide, in particolare EV-9D9. Come ricorderete egli lavorava al Palazzo di Jabba, ma dopo la caduta del signore del crimine fu riprogrammato divenendo un droide bartender. La particolarità è che nell’episodio è doppiato dal mitico Mark Hamill.

Vedere un droide lì è abbastanza esilarante, dato che Wuher non permetteva l’ingresso ai droidi nella Taverna (si percepisce l’ironia di Dave Filoni). Nel locale sono presenti alcuni alieni, e anche se in minor numero rispetto ad Episodio IV sono presenze interessanti: la prima è quella di Frog Lady, che sarà poi protagonista in un episodio successivo; la seconda è quella del Dottor Mandibola, un alieno insettoide che successivamente giocherà a carte con Peli Motto. Possiamo notare inoltre la presenza di R5-D4, il “rosso” acquistato dallo zio Owen prima di R2.

Toro Calican propone un lavoro al nostro Mando

Mando chiede al droide al bancone se ci sia qualche lavoro disponibile, e quest’ultimo gli dice che la Gilda dei cacciatori di taglie non opera più sul pianeta. A quel punto però interviene un nuovo personaggio, un ragazzo di nome Toro Calican, che propone un lavoro al nostro protagonista. Qui c’è una chicca davvero particolare: il ragazzo è seduto nello stesso posto e nella stessa posizione di Han Solo prima che uccidesse Greedo (come potete vedere sopra).

Il lavoro in questione riguarda la cattura della famosa assassina Fennec Shand, interpretata da Ming-Na Wen. Qui Mando ci svela un po’ di cose sul passato e la carriera di Fennec: mercenaria esperta, aveva lavorato per tutti i maggiori sindacati criminali, compresi gli Hutt.

The Mandalorian: Il lavoro

Le speeder bike che saranno utilizzate dai due

Calican aspira ad entrare nella Gilda dei cacciatori di taglie, ma è al suo primo incarico. Per questo propone a Mando di catturare Fennec, promettendogli tutto il denaro della taglia in cambio del prestigio di averla catturata (così da poter entrare nella Gilda). I due partono quindi alla volta del Mare delle Dune, dove l’assassina è in fuga, a bordo di due speeder bike che ricordano molto quella utilizzata da Anakin in Episodio II.

I due Sabbipodi che comunicano con il linguaggio dei segni

Durante il tragitto i due incontrano alcuni Sabbipodi, con i loro Bantha. Questa scena è molto affascinante perché ci ha presentato un lato inedito di alieni che conosciamo da decenni. Il Mando infatti ha contrattato con loro, dando come pegno per passare il binocolo di Toro. Per comunicare, lui e i Sabbipodi hanno utilizzato un linguaggio dei segni. Una sequenza che, come detto, mi ha stupito e mi ha fatto quasi tenerezza: siamo sempre stati abituati a vedere i predoni Tusken come una specie violenta, mentre in The Mandalorian abbiamo avuto modo di conoscere un loro nuovo aspetto.

Soprattutto Mando ha sottolineato per la prima volta il loro punto di vista: alieni che erano sempre stati considerati feccia, mentre loro consideravano gli altri abitanti di Tatooine degli intrusi. Un qualcosa che verrà approfondito in futuro. Notiamo inoltre che uno di loro possiede un tipico bastone Gaderffii.

Lo scontro con Fennec Shand

L’assassina Fennec Shand

Nel percorso per arrivare all’assassina, i due scorgono un’altra creatura iconica, un Dewback, che trascina il cadavere di un altro cacciatore di taglie che non aveva avuto fortuna nell’incontro con la Shand. Il Dewback è un’altra creatura storica di Star Wars: lo abbiamo visto in Episodio IV, cavalcato dagli stormtrooper, e in Episodio III da Obi-Wan Kenobi. Toro e Mando individuano finalmente l’assassina, che però si trova su un’altura e li tiene sotto tiro.

Mando decide così di aspettare che i due soli tramontino, perché “she has the high ground” “lei sta più in alto di noi”, citazione epica che purtroppo si è persa nell’adattamento italiano (dove Mando ha detto “è in posizione di vantaggio). Con il buio loro alleato, i due vanno all’attacco e riescono a catturare la Shand, non senza difficoltà. Senza l’intervento di Mando infatti uno come Toro non avrebbe avuto speranze. C’è però un problema per il ritorno: loro sono in tre, ma c’è solo uno speeder (l’altro era stato distrutto da Fennec durante la lotta); per questo motivo Mando decide di recuperare il Dewback.

The Mandalorian: Yodino in ostaggio

Toro tiene Yodino in ostaggio

Rimasti soli, Fennec cerca di convincere il giovane Toro a liberarla, parlando di recenti disordini avvenuti sul pianeta Nevarro ad opera di un mandaloriano. Grazie alle sue parole, scopriamo quindi il nome del pianeta sul quale si trova la Gilda dei cacciatori di taglie e nel quale si svolgono le vicende dei primi episodi della serie. Fennec gli dice che Mando era ricercato per aver sottratto una preda di grande valore, un bambino: avendo visto Yodino in precedenza, Toro in quel momento crede alle parole della Shand, ma invece di liberarla le spara. Egli decide quindi di catturare il bambino e il mandaloriano per aumentare la sua reputazione agli occhi della Gilda.

Per questo prende in ostaggio il piccolo e Peli Motto, intenzionato ad utilizzarli per catturare anche Mando. Ma quest’ultimo è più furbo, e con uno stratagemma lo mette al tappeto. Successivamente paga la meccanica per aver badato al piccolo e avergli sistemato la nave, e riparte con lui alla volta dello spazio. Peli Motto dice ai droidi di portare il cadavere di Toro a Beggar’s Canyon: un’altra famosa location di Tatooine, apparsa per la prima volta in Episodio I e molte altre opere di Star Wars.

Il colpo di scena finale

Il misterioso personaggio alla fine della puntata

Quando la puntata sembra finita, ci viene mostrata una sequenza inaspettata: un misterioso personaggio si avvicina al corpo di Fennec, rimasto nel deserto. Questo potrebbe significare che l’assassina è ancora viva; la domanda più importante però rimane una: chi è il misterioso personaggio che si china su di lei? Molti pensano si tratti di Boba Fett, anche per il rumore familiare che fanno gli stivali del personaggio: noi però vogliamo rimanere con i piedi per terra.

Potrebbe trattarsi del Cliente, di Greef Karga, o del personaggio interpretato da Giancarlo Esposito. Oppure potrebbe essere lo sceriffo Cobb Vanth, un personaggio presente nella trilogia di romanzi Aftermath. Le ipotesi sono tante, e la curiosità cresce! Non ci resta che vedere il prossimo episodio di The Mandalorian per scoprirlo.

Vi è piaciuta questa nostra analisi? Avete notato altri easter egg nella puntata? Ditecelo come sempre nei commenti! Continuate a seguirci, vi terremo costantemente aggiornati su tutte le novità riguardanti la serie e l’universo di Star Wars.

Gaetano Vitulano: Studente di Giurisprudenza, cinefilo incallito, nel tempo libero promotore della sacra religione di Star Wars come founder de "L'Insolenza di R2-D2". Insolente quanto basta, cerco di incamerare la mia creatività nella scrittura, nell'oratoria, e soprattutto nell'arte della risata.
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