Sono passati pochi giorni dalla fine di The Mandalorian. Abbiamo recensito la serie puntata per puntata (qui l’ultima recensione) e adesso è arrivato il momento di fare delle considerazioni più generali sulla prima stagione. Ci sono stati episodi eccezionali e alcuni più sottotono, ma in generale The Mandalorian, anche grazie a Baby-Yoda, è riuscita a riunire il fandom di Star Wars. Andiamo a vedere perché…
I primi tre episodi di The Mandalorian
Per comodità ma non solo, mi è sembrato giusto dividere la stagione nei tre blocchi che la contraddistinguono: l’atto iniziale che si conclude con il colpo di scena alla fine del terzo capitolo, la serie di puntate episodiche (4, 5, e 6) e infine le ultime, meravigliose, due puntate, che chiudono il cerchio del discorso iniziale.
The Mandalorian ha una puntata pilota eccezionale. La regia di Filoni è sicura, la scrittura essenziale ma ineccepibile. E si conclude con l’incontro tra Mando e Baby-Yoda, gancio narrativo di tutta la prima stagione. Il primo episodio mostra i punti di forza della serie: il citazionismo western, un protagonista forte e profondo (interpretato da un grandissimo Pedro Pascal), Baby-Yoda… C’è già tutto nei primi quaranta minuti.
Le altre due puntate di questo blocco sono una diretta conseguenza dell’episodio pilota. Servono a sviluppare il rapporto tra Mando e Baby-Yoda e ci fanno scoprire che Baby-Yoda è sensibile alla Forza. Soprattutto, ci guidano verso il momento in cui Mando farà la scelta più importante della sua vita: non consegnare Baby-Yoda e tentare la fuga.
Le puntate episodiche (4, 5, 6)
La parte centrale è forse quella più problematica, con puntate che non portano avanti la narrazione ma che si concentrano su singole avventure di Mando e Baby-Yoda. Episodi di questo tipo rallentano il ritmo narrativo della serie, ma al tempo stesso fanno capire che The Mandalorian è anche questo, quindi aspettiamoci di vedere altre puntate di questo tipo nella seconda stagione.
La valutazione di questo blocco varia da puntata a puntata. Il quarto episodio si propone di mostrare come le certezze di Mando stiano crollando, e in alcuni momenti ci riesce anche bene. Le scene d’azione non raggiungono però i livelli delle prime puntate.
Il quinto episodio, nonostante sia scritto e diretto bene, non porta avanti né i personaggi né la trama, e rischia di essere tra i più dimenticabili della stagione. Il sesto episodio ha una sequenza meravigliosa che ricorda Alien, ma il racconto del passato di Mando non è particolarmente affascinante e sembra il più carente per i costumi e le scenografie.
In generale, lo scopo di questi episodi è quello di approfondire il personaggio di Mando e stringere la relazione con Baby-Yoda. In alcuni momenti l’obiettivo è raggiunto, in altri la mancanza di evoluzioni nella trama centrale rischia di sfidare la pazienza dello spettatore. Anche il ritorno a Tatooine, per quanto nostalgico, è sembrato pretestuoso…
I due episodi conclusivi
L’ultimo atto di The Mandalorian è un piccolo miracolo di regia e sceneggiatura. Le due puntate conclusive riescono a riprendere le fila del discorso intrapreso all’inizio e a sfruttare alcuni elementi della parte centrale (come il personaggio di Gina Carano).
Da notare come anche le ultime puntate presentino il vero villain della serie. Non il Cliente misterioso ma Moff Gideon, interpretato da un sempre inquietante Giancarlo Esposito. Il suo ingresso dà sicuramente linfa vitale alla serie per la seconda stagione, soprattutto con il colpo di scena finale della darksaber.
Senza svelare nulla su Baby-Yoda, il finale di The Mandalorian dà una chiusura forte sull’arco di Mando: da cacciatore di taglie solitario fino a padre (adottivo). Addirittura, nel finale, lui e Baby-Yoda diventano un clan. Questa chiusura rende in maniera efficace l’arco della prima stagione, e compensa la mancanza di risposte sui grandi interrogativi della serie.
Considerazioni generali su The Mandalorian
La prima stagione è un prodotto organico dal punto di vista di regia e sceneggiatura, con inquadrature e idee di messa in scena veramente eccezionali. E la coppia protagonista, Mando e Baby-Yoda, ha un’intesa formidabile, e i due sono già diventati personaggi iconici. Inutile parlare ulteriormente del personaggio di Baby-Yoda, e di come funzioni il contrasto con Mando.
La trama e la sceneggiatura puntano all’essenzialità: le puntate infatti sono relativamente brevi, i dialoghi sintetici, necessari quasi sempre (con l’eccezione del meraviglioso duetto tra Stormtrooper) a portare avanti la narrazione.
Tutto in questa prima stagione di The Mandalorian sembra funzionare alla perfezione. L’unico difetto che si può trovare riguarda le tre puntate centrali. La loro natura episodica le rende a tutti gli effetti dei riempitivi, e nonostante siano molto divertenti, delle volte sembrano solo un modo per rimandare i colpi di scena sulla trama principale.
La seconda stagione dovrà gestire in maniera efficace queste puntate di riposo, per evitare un rallentamento eccessivo del ritmo. Per fortuna, le mani sapienti di Jon Favreau e Dave Filoni sapranno cosa fare, anche perché le questioni lasciate aperte dalla prima stagione sono tantissime.
Voi cosa ne pensate? Qual è la vostra opinione sulla prima stagione? Fatecelo sapere nei commenti! E continuate a seguirci, vi terremo costantemente aggiornati sull’universo di Star Wars.