Siamo arrivati all’ultimo episodio della terza stagione di The Mandalorian, intitolato “Il Ritorno”. Una puntata concisa e compatta che chiude tutte le linee narrative e presenta, oltre a moltissime adrenaliniche scene d’azione, interessanti riferimenti ed easter egg dei quali vi parliamo di seguito!
The Mandalorian 3×08: il contrattacco
L’episodio finale di The Mandalorian 3 si apre dove si era concluso il precedente, con Bo-Katan e gli altri mandaloriani che fuggono dall’imboscata e Din Djarin che viene trascinato via. La prima contatta Axe Woves e gli dice di utilizzare l’incrociatore come esca, mentre il secondo riesce a liberarsi da solo dai due imperial armored commando e viene raggiunto e aiutato da Grogu. I mandaloriani sopravvissuti, soprattutto il capitano e lo scout (interpretati rispettivamente da Charles Parnell e Charles Baker) portano gli altri in un luogo sicuro.
Nel frattempo, mentre gli intercettori e i bombardieri TIE di Gideon raggiungono la flotta in orbita, Din chiede ad R5 di infiltrarsi nella base e procurargli la posizione del centro di comando di Moff Gideon. Giunto ad uno dei terminali della base (gli imperiali non avevano perso il vizio di lasciarli ovunque incustoditi) il droide utilizza il suo scomp link per estrarre i dati.
Giunto sull’incrociatore leggero, Axe Woves fa evacuare tutti dicendo loro di sbarcare con i trasporti Kom’rk, andando in aiuto ai mandaloriani in superficie. Egli attira così su di sé il fuoco della squadriglia imperiale.
Scontro con i Commando
Din Djarin raggiunge invece l’entrata del centro di comando, che però è protetta da scudi laser e da soldati che abbiamo visto nell’episodio precedente. E’ interessante notare che questi scudi sono simili a quelli che presenti in Episodio I, durante lo scontro tra Qui-Gon, Obi-Wan e Darth Maul.
E sempre come ne La Minaccia Fantasma, gli scudi si disattivano uno alla volta: in questa occasione era stato espressamente richiesto da Din, in maniera tale da non dover vedersela con tutti i commando insieme. Questi ultimi sono dotati di varie armi, tra cui scudi e blaster, e due di loro posseggono dei bastoni molto simili ai manganelli antisommossa Z6 utilizzati dagli stormtroopers del Primo Ordine. Li ricorderete come l’arma di FN-2199, il soldato che in Episodio VII combatte su Takodana contro Finn chiamandolo “traditore”.
Mentre Din combatte, R5 viene disturbato da un droide MSE-6, classico droide topo presente in tutte le installazioni imperiali. Egli se ne libera utilizzando l’elettroshock, strumento difensivo degli astromecca che abbiamo visto utilizzare dal mitico R2-D2.
Intanto lo scontro termina, e Din e Grogu si imbattono nelle vasche di clonazione: come ipotizzato nell’analisi dello scorso episodio, queste ultime contengono dei cloni di Moff Gideon; egli sicuramente aveva portato avanti quegli esperimenti nascondendoli al Consiglio Ombra e soprattutto a Brendol Hux. Din e Grogu distruggono tutto senza indugio, proseguendo poi la loro missione.
Mandaloriani alla riscossa
Nella scena successiva i mandaloriani sopravvissuti portano Bo-Katan e gli altri ad un nascondiglio dove possiamo vedere delle rigogliose fioriture, una scena che lascia tutti di stucco (anche noi spettatori che conosciamo bene la devastazione del pianeta, già in atto ben prima della Purga). Come dice anche Bo-Katan, e come vediamo nelle serie animate, su Mandalore la vegetazione cresceva solo nelle biocupole da secoli.
Il capitano invece spiega che si trattava di piantagioni coltivate di antiche specie indigene di Mandalore, dormienti da prima dei secoli di guerra civile che devastarono il pianeta (e che dopo la Purga erano rispuntate). Un bel segnale di ripresa e di rinascita, che viene coadiuvato dall’arrivo dei rinforzi guidati dall’Armaiola, che contatta Lady Kryze. In una bellissima sequenza, i mandaloriani si riuniscono proprio intorno a Bo-Katan che, con la Darksaber sguainata, dà il via agli scontri con gli imperial armored commando.
I piani di Moff Gideon
Nel frattempo Din raggiunge il centro di comando, dove Moff Gideon è furioso per quanto accaduto ai suoi cloni. Egli spiega che stava isolando il potenziale per usare la Forza, e incorporarla in un esercito. Queste parole racchiudono tutto lo scopo primario di quelli che erano i piani di clonazione di Palpatine: egli come sappiamo puntava alla creazione di un corpo potente e in salute in cui fosse instillata la Forza, in modo da trasferirci dentro il suo spirito (in pratica, il Progetto Negromante citato da Hux nell’episodio precedente). E’ sicuramente questa la “richiesta impossibile” che Nala Se cita nel finale di The Bad Batch 2, e che sarà poi il perno di tutto il piano di rinascita dell’Imperatore (che porterà alla creazione degli strand-cast, come Snoke e Dathan, il padre di Rey).
Grazie a Pershing e al sangue di Grogu, Gideon si era quindi appropriato di quegli esperimenti per perpetrare in gran segreto i suoi scopi. Ecco perché Brendol Hux gli chiede notizie sullo scienziato, poiché inizialmente il lavoro di Gideon doveva essere finalizzato al Progetto Negromante. Comincia quindi lo scontro tra Din e Gideon, che si complica per il mandaloriano con l’arrivo delle tre guardie pretoriane che lo mettono in difficoltà.
Le battaglie finali in The Mandalorian 3×08
Sarà poi Grogu ad attirarle a sé, e l’arrivo di Bo-Katan permette a Din di correre a dare manforte al piccolo. Proseguono così gli scontri su tre fronti: all’esterno i mandaloriani contro i commando, e all’interno da una parte Gideon e Bo-Katan, mentre dall’altra Din e Grogu contro le Guardie pretoriane. La loro collaborazione ricorda molto quella di Rey e Kylo Ren in Episodio VIII, contro gli stessi nemici. Anche in questo caso, le Guardie sono armate di lancia elettro bisento e frusta elettro-catena Bilari, armi che avevamo visto in The Last Jedi. Mentre infuria la battaglia su tutti i fronti, Axe Woves precipita con l’incrociatore leggero di classe Arquitens verso la base, per distruggerla.
Intanto Moff Gideon distrugge la Darksaber, pensando di avere in pugno Bo-Katan. La distruzione dell’arma però è la metafora del superamento di questi retaggi, e infatti ella afferma che i mandaloriani sono più forti insieme, continuando lo scontro aiutata dall’arrivo di Din e Grogu. Mentre combattono, l’incrociatore si abbatte sulla base disintegrando Moff Gideon (sarà realmente morto?) e i nostri riescono a salvarsi grazie all’intervento di Grogu, che crea una barriera di Forza che li protegge dall’esplosione e dalle fiamme.
Egli aveva già utilizzato questo potere nella prima stagione, come molti altri personaggi nelle altre opere di Star Wars (Vader, Yoda, Cere Junda, ecc.); la scena però ricorda soprattutto quando ad utilizzarlo fu Kanan Jarrus in Rebels, per salvare gli altri membri della Ghost.
La rinascita di Mandalore
La battaglia è conclusa, e i mandaloriani sono riuniti alle Acque Viventi delle Miniere di Mandalore, sotto quella che fu la capitale Sundari, che ora magari potrà risorgere. Nella scena, che ricalca quella iniziale della 3×01 di The Mandalorian, l’Armaiola ripete il rito di iniziazione su Ragnar Vizsla. Nello sfondo possiamo vedere nuovamente i vessilli dei vari clan: quello appunto dei Vizsla, degli Eldar, dei Rook, e soprattutto della casata Kryze.
Din porta Grogu dall’Armaiola affinché anch’egli potesse diventare un apprendista, abbracciando il Credo. Essendo però troppo piccolo per pronunciarlo, Din lo adotta come figlio, e il loro rapporto di parentela diventa ancor più intenso. Din Grogu del clan Mudhorn diventa quindi ufficialmente un apprendista mandaloriano. Ora i due lasceranno il pianeta, per intraprendere nuovi viaggi insieme.
Dopo un’inquadratura al Mitosauro, l’Armaiola e Bo-Katan riattivano la Grande Forgia, mentre gli altri mandaloriani festeggiano. Finalmente questa gloriosa società può risorgere unita, dopo aver sconfitto il proprio nemico e soprattutto aver imparato dagli errori del passato.
The Mandalorian 3×08: nuova vita per Din e Grogu
Din e Grogu si recano alla Base Adelphi, avamposto della Nuova Repubblica, dove raggiungono Carson Teva al bar per piloti. Al suo interno possiamo trovare nuovamente la barista di specie Snivvian (interpretata da Misty Rosas) e il pilota Trapper Wolf, interpretato da Dave Filoni. Questa volta ad accompagnarlo non ci sono Rick Famuyiwa e Deborah Chow, ma altri due registi: Lee Isaac Chung e Peter Ramsey, che hanno diretto rispettivamente la terza e la quinta puntata di questa terza stagione.
Nella scena, oltre alla testa di un droide assassino di classe IG e di un protocollare RA-7, vediamo molti elmi imperiali tenuti come trofei: quelli da stormtrooper, scout trooper, pilota di caccia TIE, ecc. Din propone a Carson Teva un accordo: poiché egli non aveva le risorse per proteggere l’Orlo Esterno, offre la sua esperienza da cacciatore di taglie per la caccia ai rimasugli imperiali. In cambio, come anticipo, chiede proprio la testa di droide assassino.
Quest’ultima gli servirà per rimettere insieme, stavolta definitivamente, IG-11, che diventa il nuovo sceriffo di Nevarro. I due protagonisti si dirigono infine verso la loro nuova casa, dove si godono finalmente un po’ di meritato riposo. E proprio con questa scena si chiude l’ottavo e ultimo episodio di The Mandalorian 3. Cosa ne pensate di questa puntata? Fatecelo sapere nei commenti! E continuate a seguirci, anche su Facebook, YouTube, Instagram e Twitter! Vi terremo costantemente aggiornati sull’universo di Star Wars.