La terza stagione di The Mandalorian è giunta alla settima e penultima puntata, regalandoci un episodio a dir poco clamoroso in merito ai riferimenti e agli easter egg riguardanti la lore di Star Wars. Una miniera di camei e informazioni che sono stati conditi da interessanti svolte di trama e pregevoli scene d’azione: trovate di seguito tutte le sorprese della puntata!
La spia
Il settimo episodio di The Mandalorian 3, intitolato “Le spie”, si apre ai livelli inferiori di Coruscant, dove possiamo notare le insegne scritte in aurebesh che ci mostrano i nomi di alcuni locali (anche se sembrano scritti a casaccio): Cybenetiocs, Bronwyn, ecc. In un vicolo Elia Kane, che come ben sappiamo è ancora federe ai resti dell’Impero, incrocia proprio un droide sonda imperiale che la scansiona rivelando il suo codice, TK2 755. Quest’ultimo è probabilmente un riferimento ai soldati TK, che come abbiamo visto in The Bad Batch è la designazione dei primi stormtroopers che sostituirono i clone troopers.
La Kane ha contattato Moff Gideon, che rivediamo finalmente sullo schermo, per avvertirlo del fatto che su Nevarro i pirati avevano fallito la loro missione poiché spazzati via dai mandaloriani guidati da Bo-Katan e Din Djarin. Gideon sa che i due gruppi sono nemici, e aveva sempre giocato sulle divisioni di questo popolo (argomento che verà trattato anche in seguito). Chiusa la trasmissione, Moff Gideon attraversa un corridoio in cui sono schierati dei soldati particolari: si tratta di stormtroopers che hanno un’armatura modificata e simile nel design a quella mandaloriana (identificati come imperial armored commando). I rumors che descrivevano questi nuovi soldati si sono rivelati veritieri.
Sempre nel corridoio, possiamo vedere delle vasche in cui sono presenti dei corpi sfocati: è probabile che siano gli stessi esperimenti che egli stava portando avanti nella struttura imperiale di Nevarro. Gideon parlerà di questo e di tanti altri argomenti nella clamorosa scena successiva.
Il debutto in live action di Pellaeon
Gideon infatti raggiunge una riunione in cui, tramite ologramma, possiamo vedere molti signori della guerra imperiali. A parlare inizialmente è colui che scopriremo essere Gilad Pellaeon, che ricorda agli altri quanto fosse importante rimanere nascosti alla Nuova Repubblica. Il Capitano Pellaeon è un personaggio fondamentale nella lore di Star Wars, sia canonica che soprattutto legends. Egli comparve per la prima volta al fianco di Thrawn nel romanzo L’Erede dell’Impero, e poi in innumerevoli altre opere (precedenti e successive agli eventi della trilogia dell’Erede) dove assunse un’importanza centrale e vitale nella creazione del governo “Resti dell’Impero”.
Cruciali in merito sono le opere legends della Duologia “La Mano di Thrawn”, o i tanti romanzi successivi del New Jedi Order, ecc. Il personaggio è poi tornato canonico grazie alla serie Rebels, e Timothy Zahn ha successivamente narrato il suo reinserimento al fianco di Thrawn nel romanzo Tradimento.
Brendol Hux e il Consiglio Ombra
Nella scena, Pellaeon redarguisce un altro comandante imperiale sul fatto di non doversi far notare, poiché la Nuova Repubblica avrebbe potuto aumentare l’impegno nel dar loro la caccia. E poco dopo, egli invoca il ritorno del Grand’ammiraglio Thrawn e soprattutto cita il Progetto Negromante che, nel frattempo, sarebbe stato completato dal comandante Brendol Hux.
Anche questo personaggio è importantissimo nella lore di Star Wars post Endor: padre di Armitage Hux, che abbiamo conosciuto nella trilogia sequel, era il comandante dell’Accademia di Arkanis durante l’egemonia imperiale. Come narrato nella trilogia canonica di Aftermath, egli divenne poi membro del Consiglio Ombra creato da Gallius Rax, e alla fine degli eventi di questi romanzi fu tra i primi ufficiali (insieme a Rae Sloane) a far parte di ciò che poi diventerà il Primo Ordine. Il ritorno del Consiglio Ombra e tutti questi dettagli in The Mandalorian 3 non fanno altro che sottolineare l’importanza dei romanzi di Aftermath nella lore post Endor di Star Wars.
Il Progetto Negromante
Non sappiamo a cosa si riferisca il Progetto Negromante, ma la negromanzia è citata nel libro legends “Il Codice Sith“ come una branca della magia Sith che, unita all’alchimia, aveva lo scopo di far tornare in vita i morti. Un palese richiamo ai piani di Palpatine e alla clonazione, che Moff Gideon citerà a breve. Quest’ultimo si lamenta con Pellaeon del silenzio e dell’assenza di Thrawn, e incita gli altri nel trovare un nuovo leader.
E qui interviene proprio Hux, dicendo che il Progetto Negromante era in atto proprio per questo, e chiede novità sul dottor Pershing e la ricerca che aveva promesso loro. Altra palese conferma al fatto che questo progetto riguardi la rinascita dell’Imperatore Palpatine. E’ interessante notare che Brendol Hux è interpretato da Brian Gleeson, fratello di Domhnall, che ha vestito proprio i panni di Armitage nella trilogia sequel.
Scopriamo poi che Moff Gideon aveva richiesto come rinforzo tre guardie pretoriane (che abbiamo visto per la prima volta in Episodio VIII), una nuova squadriglia di Intercettori TIE e bombardieri TIE. Tutto questo per combattere i mandaloriani, che a suo parere si stavano riorganizzando per riconquistare Mandalore. Poiché questi ultimi sarebbero stati un problema per i resti dell’Impero e la sua rinascita, Hux e gli altri acconsentono ai rinforzi.
Upgrade per Grogu in The Mandalorian 3×07
La scena si sposta poi su Nevarro, dove vediamo la consueta varietà di specie aliene e droidi. In particolare i cittadini osservano un incrociatore imperiale che piomba sulla città: fortunatamente però, come ci dice anche Greef Karga, si tratta dell’incrociatore leggero di classe Arquitens che apparteneva a Moff Gideon e che ora è dei corsari mandaloriani. Infatti, reca in basso il simbolo del Mitosauro. La flotta, composta dall’Arquitens, da incrociatori di classe Gozanti e trasporti Kom’rk, atterra nei pressi del nuovo accampamento dei Figli della Ronda. Finalmente, i due gruppi mandaloriani (diversi per retaggio e tradizioni) si incontrano.
Nella scena successiva Greef Karga mostra a Din un altro regalo: gli Anzellani avevano trasformato IG-11 in un simil esoscheletro con comandi motori e di linguaggio (seppur al momento limitato). Il droide, rinominato IG-12, era privo di funzioni cognitive, che sarebbero state fornite dal pilota. Sempre come anticipato dai rumors, Grogu ottiene così un importante upgrade motorio, che prova entusiasta sin da subito. Poco dopo, in una divertente scena il piccolo testa le funzioni motorie del droide a spese di Din e di un povero commerciante di specie Tarsunt, prendendo e rompendo sulla sua testa un frutto meiloorun, comparso in molte opere di Star Wars.
In partenza per Mandalore
Durante il banchetto serale Bo-Katan illustra a tutti le pessime condizioni di Mandalore e i suoi pericoli, e soprattutto quello che sarà il piano iniziale: portare un gruppo in avanscoperta alla Grande Forgia, formare un perimetro e successivamente sbarcare tutti gli altri. Molti volontari si fanno avanti per l’esplorazione, tra cui tutti i maggiori protagonisti di entrambi i gruppi (Din, Paz Vizsla, l’Armaiola, Axe Woves, Koska Reeves, ecc.).
Atterrati su Mandalore, i nostri si imbattono in alcuni sopravvissuti segnati dalle difficoltà e dalle intemperie (come ci dimostrano le loro armature malridotte). Scopriamo che questi sopravvissuti non avevano mai smesso di sperare nel ritorno di Lady Bo-Katan Kryze. Poco dopo, sul loro vascello, ci vengono narrati nuovi dettagli su quanto accadde durante la Purga. Bo-Katan ci svela che dopo la Notte delle Mille Lacrime cercò di negoziare la pace con l’Impero, che promise un cessate il fuoco in cambio della resa.
Nuovi dettagli sul passato
Bo-Katan e Moff Gideon si incontrano e fu così che quest’ultimo ottenne la Darksaber; egli poi la tradì facendo leva sulla volontà di salvare il suo popolo, portando avanti la Purga. Nella sequenza l’Armaiola ci dona anche un’informazione di lore in merito alla Ronda della Morte, frantumatasi in tante fazioni in guerra come sappiamo da altre opere (ad esempio il romanzo Battlefront: Compagnia Twilight). Loro sopravvissero poiché si trovavano sulla luna di Concordia, dove come sappiamo da The Clone Wars originariamente si trovava proprio la Ronda della Morte capeggiata da Pre Vizsla.
Nel suo discorso Bo-Katan afferma un concetto molto importante: nessuno era mai riuscito a spezzare il popolo mandaloriano; erano le loro divisioni e gli scontri interni ad essere da sempre la causa della loro distruzione, e lei voleva evitare che ciò continuasse a ripetersi. In un altro splendido discorso, Din Djarin le dice che la seguiva non per il simbolo della Darksaber, ma per il carattere, il suo carisma e soprattutto l’onore. Anche se il focus di Din come protagonista si è spostato, egli dimostra comunque di essere un perno fondamentale per la crescita del suo gruppo e del popolo mandaloriano.
Arrivo alla Grande Forgia
Nelle sequenze successive l’Armaiola porta i feriti e i malati che si trovavano su Mandalore alla flotta in orbita sul pianeta, mentre gli altri con il vascello si dirigono verso la Grande Forgia. Qui la tensione tra i due gruppi comincia a farsi sentire, e infatti scoppia uno scontro tra Paz Vizsla e Axe Woves che viene però sedato da Grogu, che dimostra anch’egli grande saggezza. Arrivati sul luogo i nostri vengono attaccati da un’enorme creatura che distrugge il vascello e li costringe a fuggire. Successivamente il gruppo raggiunge a piedi ciò che restava della Grande Forgia, e qui viene attaccato da nemici inaspettati.
Si tratta di quegli stormtroopers imperiali dotati di armature in beskar e jetpack, che però vengono tenuti a bada dai mandaloriani che riescono a farne fuori parecchi prima di scappare. I nostri però finiscono in trappola, e scoprono di essere all’interno di un covo di Moff Gideon che si trovava proprio su Mandalore. Possiamo notare infatti moltissimi caccia e intercettori TIE. Din Djarin, separato dal gruppo che era stato ingabbiato, viene catturato e fatto prigioniero mentre Gideon entra in scena.
Il ritorno di Moff Gideon in The Mandalorian
Egli ci spiega che grazie alle risorse del pianeta aveva sviluppato un’armatura in beskar da “Dark Troopers di quarta generazione”, dove questa volta però non c’erano automi all’interno, ma lui. Egli indossa anche un elmo mandaloriano nero e rosso con degli spuntoni, molto simile a quello dei Super Commando che un tempo erano affiliati a Maul. Gideon, fondendo le abilità e le risorse di varie società (in quel momento cita i clonatori, i jedi, i mandaloriani) aveva in mente grandi piani di conquista. Poco dopo ordina ai caccia e ai bombardieri TIE di entrare in azione contro la flotta, mentre Din viene portato via.
Successivamente Moff Gideon dice a Bo-Katan: “We have to stop meeting like this”, “Dobbiamo smettere di vederci così”, citando una frase famosa presente in tanti film e serie tv, come “James Bond: La spia che mi amava” o “I Soprano”. Gideon le chiede di restituirgli la Spada Oscura, e lei in tutta risposta corre a creare un varco nella parete per permettere a tutti di fuggire.
Il sacrificio di Paz Vizsla
Mentre gli stormtroopers attaccano, Paz Vizsla rimane a tenerli a bada affinché gli altri potessero fuggire. Egli riesce a metterli tutti fuori gioco, non senza difficoltà, ma non può resistere ai colpi delle letali Guardie Pretoriane, che lo eliminano con le loro elettrostaffe. Le tre guardie portano degli elmi scarlatti simili a quelli mandaloriani, ma ovviamente si tratta di “prototipi” delle Guardie pretoriane presenti in Episodio VIII, e rappresentano appunto dei primi esempi di quelle viste al cospetto di Snoke.
Proprio con il sacrificio e la morte di Paz Vizsla si chiude questo adrenalinico e ricchissimo episodio di The Mandalorian 3. Cosa ne pensate di questa puntata? Fatecelo sapere nei commenti! E continuate a seguirci, anche su Facebook, YouTube, Instagram e Twitter! Vi terremo costantemente aggiornati sull’universo di Star Wars.