The Mandalorian 3: tutti i riferimenti e gli easter egg del quarto episodio!

Il flashback di Grogu al Tempio Jedi

Siamo arrivati al giro di boa della terza stagione di The Mandalorian, con un quarto episodio ricco di sorprese e rivelazioni interessanti ed emozionanti. Ovviamente abbondano i riferimenti e gli easter egg, che trovate tutti di seguito!

Addestramento mandaloriano

L’Armaiola e Paz Vizsla

La quarta puntata di The Mandalorian 3, intitolata “Il Trovatello”, si apre sul pianeta in cui i Figli della Ronda hanno il loro rifugio. Il gruppo sta affrontando una sessione di allenamento, che prevedere sia esercitazioni corpo a corpo che a distanza. Durante gli allenamenti, i mandaloriani sfoderano tutto il loro arsenale: lame, lanciafiamme, dardi, blaster, jetpack, ecc.

Nel frattempo Din Djarin richiama Grogu mentre era sulle sponde del lago, e lancia una sfida a Ragnar Vizsla (che poi scopriremo essere appunto il figlio di Paz, come ipotizzato nelle analisi precedenti). Din afferma che le sfide erano fondamentali per passare dal rango di trovatello a quello di apprendista, svelandoci così altre peculiarità dei Figli della Ronda. Essendo il suo custode, garantiva per lui, poiché secondo il giudice era troppo piccolo. E qui scopriamo anche un’altra figura mandaloriana, appunto quella del giudice.

The Mandalorian 3×04: la sfida

Grogu e Din poco prima della sfida

Ragnar sceglie come arma della sfida i dardi, e inizialmente sottovaluta Grogu per la sua statura. E qui il Maestro Yoda avrebbe detto: “Giudichi forse me dalla grandezza?”. E infatti durante la sfida il piccolo fa valere le sue abilità, affinate durante l’addestramento con Luke Skywalker in The Book of Boba Fett, e sconfigge Ragnar. Durante la scena, Bo-Katan torna a citare suo padre Adonai Kryze.

Dopo la sfida, il giovane Ragnar viene rapito da una creatura simile ad uno pterodattilo: Paz, Din e altri mandaloriani la inseguono con i jetpack, ma non riescono ad arrivare al suo nido. Ci penserà Bo-Katan con il Gauntlet a trovarlo. Mentre i nostri studiano un piano di recupero, ella cita le cime di Kyrimorut. Si tratta della splendida ricanonizzazione di un luogo presente nell’emisfero nord di Mandalore, comparso nei romanzi di Republic Commando e citato per la prima volta in “Identità”. Nelle opere legends Kyrimorut era una roccaforte del clan Skirata, che accoglieva i rifugiati e i cloni disertori sia nel periodo delle Guerre dei Cloni che nel post Ordine 66.

Sempre durante questa sequenza l’Armaiola cita la squadra d’addestramento dello Shriek-hawk. Quest’ultimo è un antico uccello predatore che abitava Mandalore, e il cui corpo stilizzato divenne l’emblema del clan Vizsla, oltre che successivamente il simbolo della Ronda della Morte.

Le sorprese del passato

Il Maestro Jedi Kelleran Beq, interpretato da Ahmed Best

Nella scena successiva, mentre la squadra di recupero si avvia verso il nido, l’Armaiola forgia a Grogu un nuovo pezzo di armatura. Con uno splendido parallelismo alla prima stagione, anche per il piccolo riaffiorano i ricordi durante la forgiatura, come fu per Din Djarin. Ci viene quindi ripresentato il flashback dell’Ordine 66 al Tempio Jedi, del quale avevamo visto uno spezzone in The Book of Boba Fett.

Questa volta il ricordo è più nitido, e i quattro valorosi jedi cadono uno dopo l’altro sotto i colpi dei cloni della 501esima legione, nel tentativo di proteggere il piccolo che arriva fino al Maestro Jedi Kelleran Beq. Quest’ultimo è interpretato dall’attore Ahmed Best, che aveva impersonato Jar Jar Binks nella trilogia prequel. Anche il Maestro Beq era già comparso, in un programma per bambini e ragazzi chiamato “Jedi Temple Challenge”, in cui il presentatore Ahmed Best faceva svolgere delle prove ai giovani padawan interpretando proprio Kelleran Beq.

La scelta di renderlo un tassello così importante nel passato di Grogu è stata bellissima ed emozionante sotto ogni punto di vista: non solo Beq aveva sempre avuto a che fare con bambini e ragazzi, ma è come se Ahmed Best, dopo tanti anni difficili fatti di insulti e odio immotivato, abbia finalmente avuto la sua rivincita.

Fuga da Coruscant

Grogu in fuga con il Maestro Beq

Il Maestro Beq, utilizzando la sua spada laser a lama verde e quella a lama blu di un jedi caduto, si libera facilmente dei clone troopers che volevano folgorarlo (chiara citazione alla battuta di Cody nei confronti di Obi-Wan) e riesce a fuggire con Grogu dal Tempio Jedi in fiamme. Durante la loro rocambolesca fuga per le vie aeree di Coruscant, i due vengono inseguiti da due cannoniere LAAT. Per seminarle Kelleran si insinua all’interno di una galleria, e si schianta anche su Monument Plaza, proprio di fronte alla cima del Monte Umate, luogo che avevamo rivisto nell’episodio precedente (ovviamente ben 28 anni dopo rispetto a questo flashback).

Kelleran riesce ad atterrare su una piattaforma in cui troviamo uno yacht Nubiano di tipo H, astronave utilizzata spesso dalla senatrice Padmé Amidala sia in Episodio II che durante le Guerre dei Cloni. E da qui infatti escono dei membri delle Forze di Sicurezza Reali di Naboo, viste in Episodio I. Altro splendido collegamento con personaggi che Ahmed Best conosce bene.

Sulla piattaforma atterra poi una delle cannoniere LAAT, dalla quale escono anche cloni della Guardia di Coruscant, che vediamo per la prima volta in live action con armature reali (quelle viste in Episodio III erano in CGI) e che sono caratterizzati dal colore rosso dell’armatura. Il Maestro Beq viene braccato anche da due V-Wing (i predecessori dei TIE Fighter) ma nonostante tutto riesce a fuggire da Coruscant con lo yacht, portando in salvo Grogu.

La missione di salvataggio

Il nido della creatura e i suoi piccoli

Poco dopo torniamo nel presente, dove l’Armaiola ha finito di forgiare il nuovo pezzo di armatura mandaloriana per Grogu, che reca il simbolo del suo clan, il Mudhorn. Nel frattempo Bo-Katan e gli altri raggiungono il luogo in cui si trova il nido, accampandosi per la notte. Qui scopriamo che quando sono in gruppo e devono mangiare i Figli della Ronda si dividono, cercando un posto dove nessuno veda gli altri. Solo chi è al comando della missione rimane vicino al fuoco, in questo caso Bo-Katan.

Il giorno successivo la squadra comincia a scalare la montagna, e arrivati al nido in cima Paz rivela che Ragnar era suo figlio. Per questo si getta in maniera avventata nel nido, aizzando i piccoli della creatura che arriva poco dopo con il ragazzo nel becco. Il gigantesco rapace cattura anche Paz Vizsla, e vola via portando con sé sia il padre che il figlio. Gli altri mandaloriani li inseguono, dando vita ad una bellissima sequenza di recupero aereo in cui Bo-Katan perde uno spallaccio.

Il destino di Bo-Katan in The Mandalorian

Bo-Katan alla fine dell’episodio

I nostri riescono a mettere fuori gioco la creatura, che viene inghiottita da un altro esemplare di coccodrillo gigante visto nel primo episodio, e fanno ritorno al rifugio con il Gauntlet portando con loro i tre piccoli rimasti orfani. Magari, se ben addestrati, da adulti potrebbero diventare una risorsa preziosa in combattimento.

Dopo aver elogiato Bo-Katan per aver portato a termine la missione, l’Armaiola la porta alla forgia per sostituire lo spallaccio andato perduto. Bo-Katan chiede che quello nuovo rechi il simbolo del Mitosauro, che ella indosserà quindi insieme a quello delle Nite Owls. E poco dopo svela all’Armaiola di averne visto uno nelle Acque Viventi, anche se quest’ultima crede si trattasse di una visione e non la prende sul serio. Si fa quindi sempre più probabile l’ipotesi che possa essere proprio Bo-Katan Kryze a raccogliere l’eredità di Mandalore il Grande.

E con queste premesse si chiude questo bellissimo ed emozionante quarto episodio di The Mandalorian. Cosa ne pensate di questa puntata e dei suoi riferimenti ed easter egg? Fatecelo sapere nei commenti! E continuate a seguirci, anche su FacebookYouTubeInstagram TwitterVi terremo costantemente aggiornati sull’universo di Star Wars.

Gaetano Vitulano: Studente di Giurisprudenza, cinefilo incallito, nel tempo libero promotore della sacra religione di Star Wars come founder de "L'Insolenza di R2-D2". Insolente quanto basta, cerco di incamerare la mia creatività nella scrittura, nell'oratoria, e soprattutto nell'arte della risata.
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