The Mandalorian 2: tutti i riferimenti e gli easter egg della settima puntata!

Din, Cara e Migs Mayfeld nel capitolo 15 di The Mandalorian

Dopo le grandi emozioni provocate dal capitolo precedente, la settima puntata della seconda stagione di The Mandalorian, intitolata “Il Vendicatore”, prepara il campo per il gran finale con tanta azione e momenti di tensione. Ovviamente non mancano moltissimi riferimenti ed easter egg, che analizzeremo di seguito come di consueto! Seguono pesanti SPOILER sulla puntata, non proseguite se non l’avete vista.

La sequenza iniziale

I nostri reclutano Mayfeld

L’episodio di The Mandalorian si apre nei campi di lavoro di Karthon, dove vediamo ammucchiate cataste di rottami di TIE Fighter che vengono presumibilmente riconvertiti dalla Nuova Repubblica come componenti per nuove navi (pratica approfondita nella trilogia di romanzi Aftermath). Nella scena vediamo anche molti crane walker (le gru simili ad AT-AT, che avevamo già visto nel capitolo 11) e un droide carceriere della Nuova Repubblica. I nostri sono arrivati qui per prelevare Migs Mayfeld, che da ex imperiale sa come ottenere le coordinate dell’incrociatore di Moff Gideon.

Nella scena vediamo Boba Fett con l’armatura rimessa a nuovo (davvero uno spettacolo vederla così) e ci godiamo anche il particolare e iconico meccanismo di decollo della Slave I. Sulla nave, Mayfeld dice che per avere le coordinate serve un terminale imperiale, e che può essercene uno sul pianeta Morak (sede di una raffineria imperiale segreta). Qui gli imperiali raffinano il rhydonium, un materiale altamente infiammabile visto in molte altre opere come The Clone Wars e Rebels.

Il piano e il trasporto

I pirati inseguono il trasporto di Din e Migs Mayfeld

I nostri escogitano un piano per entrare nella raffineria, e Mayfeld li avvisa che le basi dei resti dell’Impero sono dirette da ex esponenti e ufficiali dell’ISB, l’Ufficio di Sicurezza Imperiale (di cui faceva parte anche Moff Gideon). Quando Din chiede a Boba se possa andare lui, egli esclama: “potrebbero riconoscere la mia faccia”; si riferisce ovviamente al fatto che egli è un clone di Jango, come ne esistevano a migliaia anni prima.

Con Mayfeld andrà proprio Din, che incredibilmente si toglie elmo e armatura (senza mostrare il volto) per aiutare Grogu. Questa scelta, e quello che accadrà dopo, ci fanno capire quanto ci tenga al bambino. I due prendono uno dei trasporti Juggernaut, molto simili a quello visto in Rogue One (ma che qui viene utilizzato per altri scopi). Per l’occasione indossano l’armatura dei due Tank Trooper del trasporto; anche questi soldati li abbiamo visti in Rogue One, con una colorazione diversa.

Sulla strada i due incontrano molti pericoli: dei pirati vogliono sabotare i trasporti, facendo esplodere il rhydonium; riescono a distruggerli praticamente tutti, tranne quello con Din e Migs. Dopo una splendida sequenza d’azione, i due giungono alla raffineria e vengono acclamati come eroi. In sala sono presenti molti lavoratori e soldati, tra i quali spiccano anche gli shoretrooper. Trovato il terminale, un nuovo problema si pone davanti a entrambi: nella sala è presente Valin Hess, il vecchio capo di Mayfeld di quando era al servizio dell’Impero.

Il vendicatore

Mayfeld e Din senza elmo all’interno della raffineria

Avendo paura che egli possa riconoscerlo, Mayfeld vuole tirarsi indietro, ma Din non ci sta e decide di compiere un gesto clamoroso. Per la prima volta si toglie consapevolmente l’elmo, affinché la scansione possa avvenire con successo. Egli riesce ad ottenere le coordinate, ma purtroppo Valin Hess si accorge di lui e comincia a interrogarlo. Mayfeld corre in aiuto a Din, e nel suo discorso cita il pianeta Taanab, menzionato per la prima volta in Episodio VI e anche nel romanzo Tarkin. Nel discorso egli cita anche i “rapporti TPS”, che con il film Office Space sono entrati nella cultura pop come sinonimo di scartoffie inutili (e protagonisti di molti meme).

La tensione cresce quando Hess invita i due a brindare, e Mayfeld propone un brindisi all’Operazione Cenere, forse la citazione più clamorosa della puntata. Essa viene citata per la prima volta nel fumetto L’Impero a pezzi, ed è ampiamente trattata nel videogioco Battlefront II e in altre opere. L’operazione fu attuata poche settimane dopo la Battaglia di Endor, nel 4 ABY, come mezzo per devastare alcuni pianeti imperiali. Secondo i piani dell’Imperatore, i mondi sotto dominio imperiale dovevano essere distrutti pur di non finire in mano ai nemici. Sempre secondo il suo piano, la contingenza, né l’Impero né i suoi nemici sarebbero dovuti sopravvivere alla sua morte.

Hess, nel parlare di ciò che vuole la gente, cita “l’ordine”. Siamo certi che questo sia un rimando al nascente Primo Ordine, emerso dalle ceneri dell’Impero che lo stesso Palpatine volle distruggere.

Mayfeld, nel rivivere quei terribili momenti, ci svela di essere stato su Burnin Konn proprio durante l’operazione. Anche questo pianeta è citato in altre opere, sia nel canon che nel legends. Mayfeld ci rivela anche che in quell’occasione morirono quasi 10 mila soldati e migliaia di civili, dandoci un indizio tangibile di quanto terribile fu l’Operazione Cenere. Dopo il suo toccante discorso, preso dalla rabbia, egli spara a Hess.

La fuga

Din parla a Moff Gideon nel finale della puntata

Come prevedibile, si scatena il putiferio e i due cominciano a uccidere tutti i presenti in sala. Mayfeld rimarrà l’unico ad aver visto Din senza elmo, e promette di mantenere il segreto. Entrambi fuggono dalla finestra per raggiungere il tetto, mentre Cara e Fennec li coprono uccidendo i soldati. I nostri riescono a salire sulla Slave I, e Mayfeld, conscio di ciò che potrebbero fare con quel gas, prende il fucile a cicli (anch’esso presente in moltissime altre opere) e distrugge la raffineria con un colpo da maestro, da buon ex tiratore scelto imperiale. Due TIE Fighter inseguono la Slave I, e c’è spazio per un’altra clamorosa chicca: Boba Fett sgancia su di loro la mitica bomba sismica vista in Episodio II: L’Attacco dei Cloni. Risentire lo splendido suono del seismic charge è stata pura goduria!

Una volta al sicuro, Cara e Din decidono di lasciar andare Mayfeld per la sua strada (del tutto meritato), e l’episodio si chiude con un bel parallelismo. Sull’incrociatore di Moff Gideon arriva una trasmissione di Din, che reclamando Grogu gli cita per filo e per segno il discorso che egli stesso fece loro nel finale della prima stagione di The Mandalorian.

L’episodio termina dandoci un’hype pazzesco per il finale di stagione. Vi sono piaciuti gli easter egg e le sorprese de “Il vendicatore”? Ditecelo come sempre nei commenti! Qui trovate la nostra recensione del settimo episodio di The Mandalorian. Continuate a seguirci anche su FacebookInstagram e Twitter, vi terremo costantemente aggiornati su tutte le novità riguardanti Star Wars.

Gaetano Vitulano: Studente di Giurisprudenza, cinefilo incallito, nel tempo libero promotore della sacra religione di Star Wars come founder de "L'Insolenza di R2-D2". Insolente quanto basta, cerco di incamerare la mia creatività nella scrittura, nell'oratoria, e soprattutto nell'arte della risata.
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