The Falcon and the Winter Soldier: nella seconda puntata c’è un easter egg di Star Wars

I protagonisti di The Falcon and the Winter Soldier

Subito dopo WandaVision, è stata rilasciata su Disney Plus un’altra serie Marvel, The Falcon and the Winter Soldier. Nella seconda puntata, uscita di recente, c’è un particolare e quasi impercettibile easter egg di Star Wars. Vediamolo insieme! (Seguono SPOILER sull’episodio).

L’easter egg di Star Wars

La cella di detenzione di Zemo.

Prima di aprire l’articolo, molti di voi avranno pensato alla presenza dell’attrice Erin Kellyman, che nella serie interpreta uno dei componenti dell’organizzazione chiamata Flag Smashers. La Kellyman infatti ha interpretato Enfys Nest nello spin-off Solo: A Star Wars Story. In realtà l’easter egg a Star Wars è più sottile, e potete vederlo nella foto sopra. Nel finale della puntata, scopriamo che Sam e Bucky dovranno parlare con il barone Helmut Zemo, vecchio nemico nell’universo Marvel e ormai in prigione.

Proprio nelle scene in cui lo vediamo in prigione, scopriamo che egli è detenuto nella cella 2187. Questo è un chiaro riferimento a Star Wars e alla cella in cui si trovava prigioniera la Principessa Leia a bordo della Morte Nera in Episodio IV. Il riferimento è stato poi preso anche dalla trilogia sequel, e quei numeri hanno dato il nome a Finn (FN-2187). In realtà anche in Episodio IV il numero è a sua volta un riferimento.

George Lucas è un estimatore del cortometraggio astratto canadese di Arthur Lipsett intitolato 21-87, e perciò lo ha spesso omaggiato in Star Wars. Cosa ne pensate di questo easter egg in The Falcon and the Winter Soldier? Ve ne eravate accorti? Ditecelo come sempre nei commenti! Continuate a seguirci anche su FacebookInstagram e Twittervi terremo costantemente aggiornati sull’universo di Star Wars.

Fonte

Gaetano Vitulano: Studente di Giurisprudenza, cinefilo incallito, nel tempo libero promotore della sacra religione di Star Wars come founder de "L'Insolenza di R2-D2". Insolente quanto basta, cerco di incamerare la mia creatività nella scrittura, nell'oratoria, e soprattutto nell'arte della risata.
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