The Book of Boba Fett: tutti i riferimenti e gli easter egg della quarta puntata!

Riunione con gli ex capitani di Jabba

Torna l’appuntamento del mercoledì con The Book of Boba Fett, con il quarto episodio intitolato “The gathering storm”. Una puntata decisamente migliore della precedente, che come sempre presenta tanti easter egg e riferimenti. Andiamo a scoprirli tutti di seguito!

La sequenza iniziale di The Book of Boba Fett 1×04

Il modificatore, interpretato dal cantante Thundercat

L’episodio si apre con Boba nell’ormai consueta capsula di Bacta, e ciò come sappiamo ci conduce nel passato. Dopo gli eventi del terzo episodio e l’eliminazione dei Tusken, il protagonista vaga con la sua Bantha e tiene d’occhio il palazzo di Jabba (dove è insediato Bib Fortuna) nella speranza di riuscire a riprendere la sua astronave. Il luogo però è presieduto da troppe guardie per un uomo solo. Fortunatamente, sta per accadere qualcosa di inaspettato per lui.

Mentre cena, egli vede delle luci e sente degli spari; l’accenno di colonna sonora di The Mandalorian ci anticipa che sta per succedere un evento che già conosciamo: Boba trova Fennec Shand, ferita nella 1×05 della serie. Temporalmente ci troviamo quindi nel 9 ABY, e ciò ci permette di capire che il protagonista ha passato ben cinque anni con i Tusken.

Boba porta la maestra assassina da un modificatore (interpretato dal cantante Thundercat) nella periferia di Mos Eisley, famoso spazioporto che conosciamo sin da Episodio IV. Nella sequenza possiamo vedere molti personaggi con parti del corpo sostituite da parti meccaniche, il che ci permette di intuire che la mod gang vista nella 1×03 molto probabilmente si è recata proprio qui.

Alleanze

Fennec si risveglia

Successivamente i due si ritrovano intorno al fuoco, e al suo risveglio Fennec si spaventa per il suo nuovo apparato. Boba le offre un melone nero, frutto che ormai conosciamo bene e che è citato anche nella serie a fumetti Star Wars 2015. I due ovviamente si conoscono di fama, essendo due cacciatori di taglie famosi, ma Fennec come tutti credeva che Boba Fett fosse morto. Egli le racconta la sua storia, e ciò che è accaduto alla tribù che lo aveva accolto.

Qui c’è un passaggio interessante, poiché Fennec afferma che è improbabile che dei nikto abbiano annientato un intero villaggio di Tusken. Una domanda che ci siamo posti tutti, e che forse potrebbe avere altri risvolti. Intanto Boba le chiede aiuto per recuperare la sua astronave, che nomina “cannoniera Firespray” indicando il nome del modello. Tempo fa trapelò la notizia che la Slave I avrebbe cambiato nome, e che si sarebbe chiamata semplicemente Firespray, appunto. E così sembra essere confermato dall’episodio.

Attacco al palazzo

Boba e Fennec recuperano la Slave I

Mentre Boba e Fennec preparano l’assalto al palazzo, il protagonista spiega all’assassina che vuole fondare un gotra (termine indù che sta per clan) poiché stanco di lavorare come cacciatore di taglie per persone senza cervello. Entrati nel palazzo, i due cercano di eludere più guardie possibili, ma si imbattono in alcuni droidi che preparavano la cena. In particolare, vediamo EV-9D9, comparso per la prima volta ne Il Ritorno dello Jedi, e un droide cuoco della serie COO, comparso per la prima volta ne L’Attacco dei cloni. Quest’ultimo, con la mossa degli arti rotanti, rende anche omaggio al mitico Generale Grievous.

Messi ko i due, segue un simpatico siparietto con un altro droide di classe LEP, quelli simili a grossi conigli che abbiamo visto in molte opere e soprattutto in The Clone Wars. Finalmente Boba e Fennec giungono nel magazzino dove si trova l’astronave, e dopo una bella sequenza d’azione i due riescono a fuggire dal palazzo.

Vendetta e piani di recupero

Il Sarlacc addenta la bomba sismica

Riappropriatosi della sua nave, come prima cosa Boba Fett si vendica nei confronti dei Kintan Striders (nome che, come detto nell’analisi dell’episodio precedente, richiama una creatura che si trova come pedina nel Dejarik), la banda di nikto che aveva massacrato i Tusken, tramite un’altra bellissima scena che ci mostra l’astronave in grande spolvero.

Per poter attuare i suoi piani, egli ora deve solo recuperare la sua armatura, e perciò si reca al pozzo di Carkoon pensando che fosse ancora dentro il Sarlacc. Questa scena ci permette di capire due cose: la prima è che Boba non ricorda che i Jawas gliel’hanno rubata, e la seconda che la scena vista alla fine della 2×01 di The Mandalorian (quando guarda Din Djarin allontanarsi con la sua armatura) è ambientata dopo questi eventi. Inoltre, capiamo anche che Boba non sapeva nemmeno che la sua armatura l’aveva tenuta Cobb Vanth per tutti quegli anni.

Mentre tentano il recupero dal Sarlacc, Boba ci conferma che la sua armatura è fatta soprattutto in beskar, e che perciò riesce a resistere ai succhi gastrici del mostro. Mentre scendono di quota per dare un’occhiata, scoprono che il Sarlacc è ancora vivo, e perciò lo stendono una volta per tutte lanciando la mitica bomba sismica, l’arma più iconica e conosciuta dell’arsenale della nave.

Inoltrandosi successivamente nel mostro, Boba scopre che la sua armatura non c’è. In questa occasione gli acidi del Sarlacc vengono a contatto con la sua pelle, e questo spiega le successive sedute nella capsula di Bacta. Il recap della presa di potere e l’eliminazione di Bib Fortuna sanciscono il ritorno al presente, e l’annuncio della guarigione definitiva di Boba sembra suggerirci che i flashback si siano conclusi.

Mai far arrabbiare un wookiee

Black Krrsantan attacca i trandoshani

La scena si sposta poi al Rifugio, dove troviamo la consueta varietà di droidi e specie aliene che si rilassano. Tra questi c’è anche il mitico Black Krrsantan, che però è infastidito dalla presenza di alcuni trandoshani. Un bell’assaggio di lore, poiché questi ultimi hanno sempre cacciato i wookiee, e soprattutto in epoca imperiale li vendettero come schiavi. Ciò che accadde anche a Santy, che poi divenne un gladiatore (in questo video vi abbiamo raccontato la sua vita).

Per questo egli decide di vendicarsi in un’ottima scena d’azione, in cui vediamo anche la specialità dei wookiee: staccare le braccia agli avversari. A nulla sono valse le lusinghe (con citazione alla sua vita da gladiatore) e le promesse della splendida Garsa Fwip, proprietaria del Rifugio, che voleva farlo desistere. Ella, dopo la vicenda, invita Max Rebo a tornare a suonare. Boba Fett ha assistito alla scena, e fuori dal locale chiede a Krrsantan di lavorare per lui.

La riunione in The Book of Boba Fett 1×04

La riunione con gli ex capitani di Jabba

Il wookiee, come possiamo vedere nella sequenza successiva, accetta. Nel palazzo di Boba Fett si riuniscono i membri delle tre famiglie di Mos Espa: trandoshani, klatooiniani e aqualish. Tra questi ci sono Garfalaquox e Doc Strassi, personaggi che avevamo visto nel primo episodio. Boba tenta di raggiungere un accordo con gli ex capitani di Jabba, che però inizialmente si mostrano restii. Sarà la presenza del cucciolo di rancor visto nell’episodio precedente a rimetterli tutti in riga. Alla fine, tutti accettano il vantaggioso accordo di neutralità nella guerra contro i Pyke; bisognerà capire se lo rispetteranno.

Boba e Fennec, nell’ultima scena di questo episodio di The Book of Boba Fett, si ritrovano a parlare della battaglia imminente e del fatto che servano alleati. La colonna sonora di The Mandalorian, che parte subito dopo, ci permette di capire che probabilmente i due torneranno da Din Djarin per chiedergli aiuto.

Con questa premessa, si conclude l’ottimo quarto episodio di The Book of Boba Fett. A voi è piaciuto? Che ne pensate degli easter egg e dei riferimenti di “The gathering storm”? Ditecelo come sempre nei commenti! In quest’altro articolo trovate la recensione della puntata. Continuate a seguirci anche su FacebookYouTubeInstagram TwitterVi terremo costantemente aggiornati sull’universo di Star Wars. 

Gaetano Vitulano: Studente di Giurisprudenza, cinefilo incallito, nel tempo libero promotore della sacra religione di Star Wars come founder de "L'Insolenza di R2-D2". Insolente quanto basta, cerco di incamerare la mia creatività nella scrittura, nell'oratoria, e soprattutto nell'arte della risata.
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