The believer: a chi si riferisce il titolo del settimo episodio?

Din Djarin e Migs Mayfeld in The believer

Sono molte le traduzioni possibili di “The believer”, titolo della stupenda penultima puntata della seconda stagione di The Mandalorian. Diverse probabilmente sono migliori de “Il vendicatore” .
Secondo la mia opinione la traduzione più fedele sarebbe “colui che professa il credo”. Naturalmente in riferimento al credo mandaloriano ed in particolare alla via della setta di cui fa parte Din. Tutta la puntata mette al centro questa questione, intrecciando anche l’esperienza di Mayfeld. Proviamo quindi a capire le varie sfaccettature di questo titolo.

Din come The Believer

Din Djarin toglie mostra il suo volto

La puntata ci ha mostrato un Din Djarin che, per necessità, ha dovuto mettere in discussione i suoi dettami. A partire dalla necessità di reclutare un criminale che però potrebbe essere indispensabile per avere informazioni, passando per la scomoda conversazione sul trasporto imperiale (e l’aver indossato l’armatura da Tank Trooper), fino ad arrivare al culmine dell’ episodio.
Il momento che ci ha fatto trattenere il fiato e soffrire insieme a lui: quando Din è costretto dalle circostanze a togliersi il casco (e per di più davanti a degli imperiali!) pur di portare a termine la missione.

Questa potrebbe apparire come una grave violazione delle regole, un’irrimediabile uscita dalla via.
Invece a mio avviso rappresenta proprio il punto più alto degli insegnamenti della via mandaloriana.
Infatti per i mandaloriani la prole è sacra, ed in particolare per la Setta di cui fa parte Din, i Figli della Ronda, è sacro il compito di proteggere i trovatelli. Non dimentichiamoci che i due sono un clan, una famiglia.

Questione di priorità

Mayfeld e Din senza elmo all’interno della raffineria

Quindi, pur di avere una speranza di salvare Grogu, il mandaloriano fa benissimo a togliersi il casco. Anzi dovrebbe (nella mia opinione) essere obbligato a farlo dalla sua stessa via, pur con grande sofferenza e vergogna, se le circostanze non gli lasciano davvero altra scelta (come in questo caso).

Perfino la regola apparentemente più sacra per lui, cioè non togliersi l’elmo davanti a nessun essere vivente, diventa assolutamente secondaria rispetto al compito primario e fondamentale: proteggere la vita del suo trovatello.

Una regola, per quanto sacra, è comunque una (onorevole) usanza astratta, mentre invece una vita e soprattutto la vita di un bambino indifeso non ha né potrà mai avere prezzo. Dunque in caso di circostanze estreme la scelta è chiara, inevitabile. È la via.

Mayfeld come The Beliver

Mayfeld, Din e Valin Hess in The Mandalorian

La traduzione italiana del titolo, “Il vendicatore”, ci porta a pensare che ci si riferisca a Migs Mayfeld. La splendida scena in cui parla dell’Operazione Cenere, dove traspare tutto il suo odio e il suo disprezzo per Valin Hess, è uno dei punti più elevati dell’episodio. Il fatto di avergli sparato in un covo di imperiali la dice lunga su quanto le atrocità viste nel passato lo avessero condizionato.

Quello che inizialmente poteva sembrare un semplice ex imperiale avanzo di galera, si è rivelato essere una persona che ha “creduto” in qualcosa, e cioè l’essersi reso conto delle atrocità perpetrate dall’Impero. Per questo non solo elimina Valin Hess, ma fa saltare anche la base segreta, in maniera tale che non potesse più nuocere a nessuno.

A prescindere da chi faccia riferimento il titolo, la puntata si occupa egregiamente del tema della devozione e di ciò che si è disposti a fare pur di proteggere ciò che si ama o ciò in cui si crede.

OB1: Ho fatto la guerra dei quoti ai tempi di C1P8. Sono orgogliosamente brutta feccia ribelle. E questo vi deve bastare. ( vorrei evitare complicazioni di carattere imperiale)
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