The Bad Batch: tutti i riferimenti e gli easter egg della quindicesima puntata

Hunter e Crosshair su Kamino

Torna il consueto appuntamento del venerdì con The Bad Batch, e ovviamente con i nostri articoli di approfondimento! Anche questo quindicesimo e penultimo episodio (qui la nostra video analisi), intitolato “Return to Kamino”, “Ritorno su Kamino”, contiene alcuni riferimenti ed easter egg: vediamo tutto di seguito.

La sequenza iniziale

L’arrivo dei nostri su Kamino

Dopo le vicende su Daro, Crosshair porta Hunter su Kamino, e utilizza il suo comlink affinché il resto della squadra possa seguirli. Gregor invece rimane con Cid, e sicuramente giocherà un ruolo importante successivamente (considerando che si unirà a Rex). La squadra arriva quindi su Kamino, e Omega fa attraccare la Marauder su una piattaforma segreta collegata al laboratorio privato di Nala Se, la scienziata che ora è nelle mani dell’Impero.

I nostri raggiungono la capitale Tipoca City con un sistema di tubi subacquei che ci permette di dare uno sguardo alla complessità della struttura dall’interno. Giunti al laboratorio, Omega svela al resto della squadra che tutti loro sono nati lì, e che lei li ha praticamente visti nascere. Un altro elemento che li differenzia dai reg, e che potrebbe giocare un ruolo importante nella seconda stagione. Nel laboratorio Omega e il resto della Clone Force 99 incontrano AZI-3, droide già apparso in precedenza e conosciuto nell’arco narrativo di Fives nella sesta stagione di The Clone Wars.

Il confronto

Crosshair parla alla Clone Force 99

Nel frattempo, Hunter e Crosshair si confrontano sui loro rispettivi punti di vista; più tardi scopriremo che le intenzioni di Crosshair sono quelle di dare una possibilità alla squadra, quella di unirsi all’Impero. Dal canto suo però, sia Rampart che l’Impero sembrano avere piani ben differenti sul loro destino. La squadra si riunisce nella famosa sala di addestramento, in cui avvengono i momenti topici dell’episodio.

Continua infatti il confronto con Crosshair, che ci svela un dettaglio interessante, e cioè che le sue intenzioni non dipendono dal chip inibitore, che gli è stato rimosso tempo prima (anche se non svela quando). Considerando che nel terzo episodio lo aveva ancora, l’ipotesi più plausibile è che gli sia stato rimosso dopo gli eventi su Bracca (probabilmente dopo i danni inflitti dall’accensione del motore dello Star Destroyer dev’essersi danneggiato).

Distruzione

La distruzione di Tipoca City

Su Tipoca City ormai ci sono solamente soldati imperiali: cloni e kaminoani sono spariti, e presto scopriremo il perché. Nella puntata rivediamo i primi stormtroopers con designazione TK con indosso le armature ispirate ai concept art di Ralph McQuarrie, di cui vi abbiamo parlato qui. Come detto, alla fine dell’episodio scopriamo che la desolazione su Kamino deriva dal fatto che l’Impero vuole spazzare via Tipoca City.

Mentre i nostri si scontrano con i droidi d’addestramento attivati da Omega, Rampart e Tarkin fanno il punto della situazione, e quest’ultimo intima all’Ammiraglio di far fuoco sulla capitale con la celebre frase “You may fire when ready”, pronunciata in Episodio IV prima della distruzione di Alderaan. I tre Star Destroyer di classe Venator si avvicinano e cominciano a scaricare raffiche di turbolaser su Tipoca City, radendola al suolo. Una scena molto suggestiva, accompagnata dalla mitica colonna sonora di Episodio II, con la quale si conclude la quindicesima puntata di The Bad Batch.

Nel frattempo, i nostri (con Crosshair tramortito) sono ancora dentro durante il bombardamento. Nel prossimo e ultimo episodio scopriremo come saranno riusciti a fuggire. Cosa ne pensate degli easter egg e dei riferimenti della puntata? Vi sono piaciuti? Ditecelo come sempre nei commenti! Qui trovate la nostra recensione dell’episodio. Continuate a seguirci anche su FacebookYouTubeInstagram TwitterVi terremo costantemente aggiornati sull’universo di Star Wars

Gaetano Vitulano: Studente di Giurisprudenza, cinefilo incallito, nel tempo libero promotore della sacra religione di Star Wars come founder de "L'Insolenza di R2-D2". Insolente quanto basta, cerco di incamerare la mia creatività nella scrittura, nell'oratoria, e soprattutto nell'arte della risata.
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