The Bad Batch: tutti gli easter egg e i riferimenti della quarta puntata!

Hunter e Omega

Torna il consueto appuntamento del venerdì con The Bad Batch, e ovviamente con i nostri articoli di approfondimento! Anche questo quarto episodio (trovate qui la nostra video recensione), intitolato “Cornered”, “Braccati”, è ricchissimo di riferimenti ed easter egg: vediamoli insieme.

La sequenza iniziale

La piccola Omega

Ora che sono in fuga, i nostri protagonisti devono provvedere da soli ai rifornimenti. Per questo decidono di optare per Pantora, luna decisamente più popolosa della loro prima destinazione (il pianeta Idaflor); scopriamo quindi che la città vista nei trailer si trova su Pantora. Ad accogliere i nostri allo spazioporto c’è un sullustiano (la razza di Nien Numb) che segnala la loro presenza ad un personaggio ben noto, che fa quindi la sua apparizione nella serie: Fennec Shand.

La giovane cacciatrice di taglie è alla ricerca di Omega, e sarà lei la protagonista dell’episodio. Nel frattempo, mentre Wrecker e Tech rimangono a modificare la nave, Hunter, Echo e Omega vanno in città a vendere e fare rifornimento. Anche qui trovano una situazione identica a quella di Saleucami: la folla festeggia la fine della guerra con uno stuolo di clonetrooper, e fa la fila per richiedere il codice a catena che permetterà loro di cambiare la valuta in crediti imperiali. Un’astuta mossa di Rampart per mantenere il controllo, come abbiamo visto negli episodi precedenti.

Inseguimenti metropolitani

Hunter nel quarto episodio di The Bad Batch

Per racimolare dei crediti, i nostri si rivolgono ad un commerciante di razza Gran. Nella scena Omega prende il pupazzetto di un clonetrooper (momento molto tenero) del tutto simile al pupazzo di stormtrooper che ha Jyn Erso nella prima sequenza di Rogue One. Mentre Hunter rivende il povero Echo, scambiato per un droide, Omega si allontana dopo aver visto dei teneri voorpak. Un esemplare conosciuto di questi alieni simili a cani è Buggles, l’animaletto di Torra Doza in Star Wars: Resistance. Poco prima abbiamo visto anche alcuni Lothgatti (che Filoni piazza praticamente ovunque).

La piccola Omega saluta il voorpak con un caratteristico “Hello There” (tradotto in italiano con “ciao carino”) chiarissima citazione al nostro Obi-Wan. Poco dopo la ragazza incontra Fennec Shand, che ovviamente si mostra gentile e premurosa nei suoi confronti. Solo nel momento in cui Hunter le raggiunge comincerà l’inseguimento vero e proprio. In merito a queste scene d’azione, è molto bello il richiamo alle ambientazioni urbane di Coruscant e soprattutto all’inseguimento di Episodio II.

Nuovi interrogativi

Fennec Shand alla fine dell’inseguimento

Durante l’inseguimento cittadino, come detto, vediamo molti riferimenti ad Episodio II e anche altri simpatici alieni, come un Aqualish (la razza di Ponda Baba) che ascolta la musica. Durante tutta la scena d’azione abbiamo modo di apprezzare il ritorno di Fennec, che si dimostra già abilissima nel combattimento molti anni prima degli eventi di The Mandalorian. Non è un caso che la sua fama nella galassia fosse conclamata.

Dopo aver recuperato Omega, i nostri riescono a scappare con l’iconica Havoc Marauder e a lasciare Pantora. Nel finale ci viene mostrato un lato di Fennec Shand che conosciamo da The Mandalorian: pur essendo un’esperta assassina e cacciatrice di taglie, non uccide a sangue freddo (infatti perdona e paga il sullustiano nonostante si sia fatto sfuggire la nave).

La quarta puntata di The Bad Batch si chiude con un interrogativo, e cioè l’identità di colui che ha assunto Fennec affinché gli portasse Omega. Chi sarà? Probabilmente è un imperiale di spicco, oppure un personaggio inedito non legato all’impero. Lo scopriremo nei prossimi episodi!

Voi cosa ne pensate di “Braccati”? Vi è piaciuto? Fatecelo sapere nei commenti! Qui trovate la nostra recensione della quarta puntata di The Bad Batch. Continuate a seguirci, anche su FacebookYouTubeInstagram TwitterVi terremo costantemente aggiornati sull’universo di Star Wars…


Gaetano Vitulano: Studente di Giurisprudenza, cinefilo incallito, nel tempo libero promotore della sacra religione di Star Wars come founder de "L'Insolenza di R2-D2". Insolente quanto basta, cerco di incamerare la mia creatività nella scrittura, nell'oratoria, e soprattutto nell'arte della risata.
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