Con il quindicesimo episodio si è conclusa la terza stagione di The Bad Batch e soprattutto l’intera serie (trovate qui la ricca video analisi). Una puntata che ci ha regalato un finale emozionante e soddisfacente, ed è anch’essa ricca di riferimenti ed easter egg; tutti elementi dei quali vi parlo in dettaglio di seguito!
The Bad Batch 3×15 – E’ arrivata la cavalleria
Già il titolo dell’episodio, “E’ arrivata la cavalleria”, è un omaggio che pone in essere la chiusura del cerchio delle vicende della Clone Force 99. Si tratta infatti della prima frase pronunciata dalla squadra nella sua apparizione in The Clone Wars 7. Il titolo rimane però una citazione, poiché alla fine i protagonisti si salvano da soli; un elemento che ho molto apprezzato. Segno del fatto che le vicende riguardanti Rex e altri personaggi saranno demandate ad altri prodotti.
L’incalzante colonna sonora ci riporta subito nella battaglia: Hunter, Crosshair e Wrecker sono a cinque klick di distanza dalla struttura. Come vi ho detto spesso in passato, il klick (con la k iniziale) è un’unità di misura della distanza; i nostri sono quindi a cinque chilometri dall’obiettivo. Lo scontro con il Dryax nella 3×14 ha provato Wrecker, e non sarà l’unica occasione in cui ci verrà mostrata la fatica e la stanchezza del personaggio e degli altri membri della Clone Force 99 nel corso della puntata.
Nella struttura, Hemlock incontra il prigioniero e scopre che si tratta di Rampart. I due ovviamente non collaboreranno, anche perché si odiano palesemente a vicenda. Nonostante Rampart gli suggerisca di dover essere preoccupato per la reazione dell’Imperatore a quella compromissione, il dottore ribadisce di avere la situazione dei cloni sotto controllo e soprattutto di essere vitale per l’Impero. Egli sa che il progetto Necromante è importantissimo per Palpatine; ma ignora che per lui sono tutti sacrificabili. Nella scena avviene anche l’incontro tra Rampart e Nala Se, che porterà ad un risvolto successivo molto importante.
Comincia il piano di Omega
Intanto, mentre Emerie Karr ribadisce ad Echo di volerlo aiutare per compiere finalmente la scelta giusta, Omega rassicura i bambini che sono preoccupati sulla riuscita del piano. Comincia così la prima fase, dove la ragazza riprogramma il droide medico adibito ai prelievi. Ovviamente Scalder scende per indagare sui loro movimenti, e viene sedata proprio dal droide.
Come ricorderete, la Bad Batch aveva fatto qualcosa di simile nel primo episodio della serie. Inoltre, riprogrammare i droidi per schierarli contro i propri nemici è una mossa molto utile che possiamo utilizzare tramite un aggiornamento di BD-1 nel videogioco Jedi: Fallen Order, nei confronti dei droidi di sicurezza di serie KX.
I bambini sono quindi pronti a seguire Omega nel condotto: oltre all’imbracatura per Bayrn, ho trovato tenerissima anche la mini imbracatura che Eva ha preparato per la sua bambola. Mentre Emerie guida Echo nel caveau, spiegandogli per sommi capi l’importanza di Omega e dei bambini per il progetto Necromante, questi ultimi si apprestano a liberare lo Zillo Beast.
Lo Zillo Beast alla riscossa in The Bad Batch
Omega riesce a manomettere la sua vasca di contenimento, e a nulla valgono i tentativi degli scienziati di stordirlo con i raggi a ioni. Lo Zillo è arrabbiato e inarrestabile, e comincia a distruggere tutto ed eliminare chiunque si trovi sul suo cammino. Le sequenze dedicate alla creatura hanno una qualità grafica elevatissima, e rendono omaggio a tutte le più importanti pellicole sui Kaiju.
Nel caveau, Hemlock parla ad Emerie Karr del fallimento di Scalder e le intima di ritrovare Omega; il tutto mentre deve tenere a bada la fuga dello Zillo. Emerie è confusa dalla situazione, ma Echo non ha dubbi: è stata Omega a liberare la creatura, per disperdere le loro forze e creare un diversivo. Egli le fa un grande complimento, dicendo che la ragazza ha agito come avrebbe agito lui. E detto da Echo, un soldato espertissimo, significa tanto per quella che è stata la crescita di Omega, ormai indipendente ed esperta.
Rimanere uniti
Mentre lo Zillo si incammina verso l’alto, torniamo alla giungla di Weyland. Il tremolio di Crosshair è ormai incontrollabile, segno del fatto che la sua sopportazione è al limite. Nonostante questo, vedendo anche le condizioni di Wrecker, egli propone agli altri due di contattare Rex mentre lui si sarebbe infiltrato da solo nella base.
Hunter e Wrecker però si oppongono categoricamente: Crosshair voleva mettere in atto il piano 99, sacrificandosi come Tech, soprattutto perché sente di meritare una fine simile. Ma Omega aveva bisogno di tutti loro, perciò nonostante i rischi avrebbero agito insieme. Si tratta di un dialogo bellissimo, in cui formalmente si pone fine alla Clone Force 99 per come la conoscevamo. Ora abbiamo tre amici che hanno lasciato alle spalle il proprio passato e sono disposti a tutto per salvare Omega e i loro fratelli.
Intanto lo Zillo Beast sfonda senza problemi le porte di uno degli hangar della struttura, fuggendo indisturbato nella giungla. Omega approfitta proprio di questa breccia, e comincia a salire con i bambini dopo aver rincuorato Jax, impaurito dalle altezze. Anche il fatto che la ragazza riesca ad infondere fiducia e serenità nei bambini è un chiaro segno del suo essere diventata un personaggio completo.
La squadra di cloni assassini
Mentre Scorch aggiorna Hemlock, il dottore si precipita verso la sala di ricondizionamento, dove sono presenti le vasche contenenti i cloni assassini. Egli risveglia questi tenaci soldati, e la prima sequenza ricorda molto quella in cui Vader indossa il casco di spalle nella celebre inquadratura all’interno della sua camera di meditazione in Episodio V. Ognuno di questi agenti ci mostra un design diverso, e anche l’arsenale sfoggiato da ciascuno sarà unico e particolare.
E lo vedremo poco dopo, quando questa squadra di cloni assassini riesce a braccare Hunter, Wrecker e Crosshair, che avevano approfittato della breccia per intrufolarsi nella base. Proprio quel luogo diventa però scenario di uno scontro in cui i nostri non possono nulla contro le abilità dei cloni assassini. Questi ultimi, con l’ausilio di vibrolame, una grande lancia elettrificata (come delle bolas elettrificate, che vedremo dopo) e un fucile Firepuncher riescono ad annichilire i protagonisti. Nello scontro, a Crosshair viene anche tagliata una mano in pieno stile starwarsiano (proprio quella dove aveva il tremolio).
La varietà del design e degli armamenti di questi soldati mi ha ricordato molto lo stile delle Guardie pretoriane. Questi cloni assassini concettualmente sembrano essere però una versione canonica dei Dark Troopers di fase 0, che nelle opere legends erano inizialmente cloni cyborg alterati fedeli all’Impero. Qui è presente solo l’alterazione mentale, ma le similitudini sono tante.
Cattura e liberazione
I nostri vengono quindi catturati, ed Echo li incrocia mentre vengono portati via. Prima di aiutarli avrebbe dovuto trovare Omega, e fortunatamente l’incontro con la ragazza e i bambini avviene subito dopo. Mentre la dottoressa si occuperà di portare i bambini al sicuro, Omega ed Echo completeranno la loro missione liberando tutti gli altri cloni. Per rendere più facile il tutto, Emerie fornisce alla ragazza anche il suo datapad prima di partire con i bambini verso Pabu.
Nel frattempo Hemlock tenta il ricondizionamento su Hunter, Wrecker e Crosshair, cercando di trasformarli a loro volta in agenti operativi. Il dottore riceve però una chiamata dal governatore Tarkin, che lo aggiorna sulle preoccupazioni dell’Imperatore per ciò che stava accadendo nella struttura. Egli sarebbe arrivato lì molto presto, sottolineando indirettamente che quel fallimento non sarebbe passato inosservato. Se il destino di Hemlock non fosse stato quello che abbiamo visto, avrebbe sicuramente subito la stessa sorte da parte di Tarkin. Purtroppo anche in questo caso, come era stato nella 3×10, Tarkin possiede erroneamente la mostrina da Grand Moff, ruolo che avrebbe ottenuto solo quattro anni dopo, nel 14 BBY.
In quel frangente Omega ed Echo liberano tutti i cloni prigionieri, e allo stesso tempo anche Rampart e Nala Se. Con un altro bellissimo discorso, Echo chiede ai cloni prigionieri aiuto contro le forze nemiche. E nonostante questi poveretti fossero provati da mille angherie subite, decidono di lottare al loro fianco. Un’altra grande dimostrazione della fratellanza dei cloni.
Faccia a faccia tra Nala Se e Rampart
Nala Se, come dice ad Omega, non poteva permettere che la sua scienza rimanesse nelle mani dell’Impero. Anche perché la ragazza non sarebbe stata mai libera finché le banche dati non fossero state eliminate, come Hemlock stesso. Perciò la ragazza le lascia il datapad e la kaminoana si avvia verso il laboratorio, mentre viene furbamente seguita da Rampart, che ha fiutato un’occasione di rivalsa.
Arrivati nel laboratorio infatti egli punta il blaster contro Nala Se, costringendola a rivelargli tutto sul progetto Necromante e la sua importanza per l’Imperatore. Rampart però non si accorge che la scienziata ha attivato un detonatore termico che aveva trovato nel tragitto. Ella gli racconta tutti i particolari, e l’ex imperiale trasferisce tutti i dati sul datapad, impaziente di utilizzare quell’insperata fortuna come merce di scambio.
Nala Se è però decisa a non lasciare traccia, dicendo che quel lavoro apparteneva solo ai kaminoani, non a lui o all’Impero, e che nessuno aveva mai capito a fondo la complessità della clonazione. Tramite un moto d’orgoglio, nonostante venga colpita a morte, ella riesce nel suo intento: prima che Rampart abbia modo di reagire, il detonatore termico esplode distruggendo tutta la sala e soprattutto ogni traccia delle banche dati.
Si tratta di una sequenza che ha anche grande importanza simbolica, poiché rappresenta la chiusura definitiva di tutte le questioni legate alla caduta di Kamino nella prima stagione. Nala Se vendica virtualmente la fine del suo popolo e la distruzione della sua casa, e alla fine compie la scelta giusta dopo tutto ciò che aveva commesso aiutando Palpatine nei suoi progetti.
La Bad Batch vince gli scontri
Nella sala di ricondizionamento Echo e i cloni prigionieri attuano un diversivo per permettere ad Omega di salvare il resto della squadra. Purtroppo però la ragazza viene scoperta da Hemlock, che dopo aver rilasciato il suo gas narcotizzante (che avevamo visto nella seconda stagione) la prende nuovamente in custodia. Per lui però le questioni si complicano, soprattutto dopo aver appreso della distruzione delle banche dati e del laboratorio, e perciò decide di fuggire con Omega. Ella è la sua risorsa più preziosa al momento, l’unica che gli avrebbe evitato una fine certa da parte dell’Imperatore dopo questi fallimenti.
Con un impeto di forza e rabbia, Wrecker ritorna in sé distruggendo tutto e liberando anche Hunter e Crosshair. I nostri proseguono quindi gli scontri con i cloni assassini, e questa volta riescono ad avere la meglio. Stessa cosa anche per Echo, e mi ha fatto piacere constatare che alla fine i cloni assassini si sono rivelati essere personaggi generici e non conosciuti. Il che avrebbe solo complicato inutilmente le cose.
The Bad Batch 3×15 – la resa dei conti
In questa maniera possiamo focalizzarci sull’altro faccia a faccia finale dell’episodio, quello di Hunter e Crosshair (e Omega) contro Hemlock. Lo scontro avviene su una piattaforma tipica dei confronti starwarsiani, e soprattutto sotto una pioggia battente che ricorda quella di Kamino. In una sorta di contrappasso rispetto alla 3×11, questa volta sono i nostri protagonisti a distruggere l’astronave che avrebbe permesso ad Hemlock di scappare.
I due inoltre, senza pensarci due volte, eliminano anche il clone commando Scorch. Mi è dispiaciuto molto che la sua dipartita sia avvenuta così in sordina, senza uno sviluppo degno per il personaggio. Tutti infatti conosciamo bene le sue vicende legends dai prodotti di Republic Commando con la squadra Delta, ed è un peccato che le loro storie non siano state approfondite a dovere.
La conseguente situazione di stallo si risolve in maniera tesa ma emozionante: Crosshair infatti è inizialmente titubante sullo sparare, ma viene incalzato da Hunter che gli dice di aspettare la mossa di Omega. I nostri ormai hanno un legame talmente profondo da riuscire a coordinarsi alla perfezione: la ragazza colpisce Hemlock, e Crosshair riesce a sparare alle manette e poi al dottore finché quest’ultimo non cade giù dal parapetto. Finalmente è tutto finito, e il commovente abbraccio tra i tre scioglie davvero il cuore. Tutti quanti riescono a salire su una navetta di classe Rho e abbandonano così il pianeta.
Il destino di Tantiss e le occasioni perse
Qualche tempo dopo giungono su Weyland tre Star Destroyer: due di classe Venator e uno di classe Imperial, a sottolineare il sempre più presente e definitivo passaggio agli armamenti e ai veicoli puramente imperiali. Il capitano Bragg, personaggio conosciuto in episodi precedenti della serie, illustra la situazione a Tarkin dicendo che nulla si era salvato in merito alle ricerche della base.
Perciò il governatore le ordina di smantellare tutto a tempo indeterminato e redistribuire i fondi al Progetto Stellina. Qui ci sono due importanti considerazioni da fare: la prima riguarda la piccola retcon sulla citazione al progetto Stellina (avvenuta anche nella 2×15). Galen Erso infatti, anche se in quel periodo lavorava ancora al progetto (prima di ritirarsi su Lah’mu nel 17 BBY) lo avrebbe soprannominato Stellina solo nel 13 BBY, dopo essere stato costretto a tornare a lavorarci da Krennic. Non si tratta di una riscrittura gravissima, ma fa perdere comunque un bel po’ di pathos a quella che fu la scelta di Galen di covare in segreto vendetta, inserendo all’interno del progetto il punto debole che tutti conosciamo e rinominando quei dati appunto “Stellina” nella speranza che sua figlia fosse ancora viva.
Il secondo punto è più che altro un rammarico del fatto che non abbiano colto l’occasione per ricollegarsi ad Exegol. Tarkin ovviamente non sapeva nulla sul progetto Necromante, ma dopo questo trambusto come sappiamo Palpatine aveva sicuramente spostato la base operativa in un altro luogo. Poiché nel 12 BBY, sei anni dopo, sarebbero nati su Exegol proprio gli strand-cast, sarebbe stato intelligente mostrarci lì la nuova base degli esperimenti.
Nonostante queste mancanze, fortunatamente (come mi auspicavo) hanno fatto in modo che il progetto ripartisse pressoché da zero, e soprattutto che il fondamentale ruolo di Omega come chiave della sua riuscita rimanesse per sempre segreto.
Nuova vita su Pabu
La scena si sposta poi su Pabu, dove finalmente tutti i nostri protagonisti sono in salvo. I bambini giocano e si rilassano con i cloni cadetti Mox, Stak e Deke e con Lyana Hazard, mentre i cloni prigionieri riescono a trovare ristoro. A breve Echo ed Emerie Karr partiranno per Pantora, dove la dottoressa potrà essere utile alla senatrice Chuchi. La lotta infatti non è certo finita per i cloni, ed Emerie e gli ex prigionieri saranno un’aggiunta importante per Rex e la sua rete di ribelli.
Ma solo se lo vorranno, poiché come dirà poco dopo Hunter finalmente ognuno di loro avrebbe potuto scegliere il proprio destino. Dopo aver riportato i bambini dalle loro famiglie, anche la Clone Force 99 avrà terminato la sua missione. La squadra, stanca e provata da mille battaglie e pericoli, può finalmente godersi un po’ di riposo e una vita lontana dai pericoli e dalle lotte. Tutti insieme, in tipico stile starwarsiano, osservano l’orizzonte consci che gli anni a venire saranno placidi.
Il richiamo della Ribellione
Ma Omega, molto tempo dopo, sentirà il richiamo della lotta. In una bellissima sequenza finale ci viene infatti presentato un flashforward con la ragazza che, ormai adulta, sta per partire da Pabu per unirsi alla Ribellione. Al momento non sappiamo quando sia ambientata questa scena, ma sicuramente dopo il 5 BBY, quindi dopo i primi veri moti di insurrezione. Potremmo anche essere nel pieno della Guerra Civile Galattica, dal 2 BBY al 5 ABY, dato che Omega ribadisce che “alla Ribellione servono piloti ora più che mai”.
Hunter aveva carpito la sua volontà di andare via, e tenta ovviamente di dissuaderla. Egli è visibilmente invecchiato, per l’effetto dell’invecchiamento accelerato tipico di tutti i cloni (ma non presente in Omega e Boba Fett). Il clone ribadisce ancora una volta che loro avrebbero voluto proteggerla, ma ormai Omega non era più una ragazzina, e gli ricorda che lo avevano già fatto in passato.
Questa era la sua battaglia ed era pronta ad intraprendere la sua strada. Hunter non è pronto a questo cambiamento, ma acconsente comunque al suo volere e promette di vegliare anche sugli altri. Nonostante le tante lotte del passato, Hunter le promette il loro aiuto se ne avrà bisogno. Così la ragazza, con il droide Gonky e gli occhiali di Tech come ricordo, parte per unirsi alla Ribellione. E’ una sequenza bella ed emozionante sotto ogni punto di vista, un passaggio di consegne che rende Omega parte attiva di una nuova importante lotta. Un’eredità che la porterà sicuramente a diventare uno dei tanti tasselli fondamentali che faranno divampare la speranza nella galassia.
E con questa giostra di emozioni si conclude la terza stagione e la serie The Bad Batch. Cosa ne pensate di questo finale? Ditecelo come sempre nei commenti! E continuate a seguirci anche su Facebook, YouTube, Tik Tok, Instagram e Twitter per rimanere aggiornati su tutte le novità di Star Wars.