The Bad Batch 3: tutti i riferimenti e gli easter egg del settimo episodio!

Il Comandante Wolffe

Il settimo episodio di The Bad Batch 3, intitolato “Estrazione”, chiude in maniera emozionante l’adrenalinico arco narrativo rilasciato il 13 Marzo e presenta, come la puntata precedente, moltissimi riferimenti ed easter egg; ne trovate di seguito l’analisi! (Qui invece trovate la video analisi completa).

L’arrivo di Wolffe

L’arrivo di Wolffe su Teth

Il settimo episodio di The Bad Batch 3 si apre dove si era concluso il precedente, con una panoramica del monastero B’omarr in fiamme. Il clone assassino è sopravvissuto al crollo del muro nella sala di controllo e si rialza, mentre purtroppo sembra che per Fireball e molti altri cloni non ci sia più nulla da fare. Poco dopo infatti anche i nostri si riprendono dalle esplosioni, e nel gruppo oltre alla Clone Force 99 troviamo solamente Rex con Howzer e Nemec. Mentre il gruppo tenta di raggiungere un’astronave per comunicare con Echo, arrivano su Teth i rinforzi imperiali capitanati da Wolffe. Insieme al Comandante vediamo un mix tra cloni commando (in particolare Hilo), cloni imperiali con armature di Fase 2 e soldati TK.

Già dalle prime sequenze ci accorgiamo che Wolffe, pur servendo l’Impero, ha mantenuto un piglio militare votato alla lealtà e all’osservanza delle regole più che alla spietatezza. Egli inoltre non è a conoscenza della divisione dei cloni assassini, poiché chiede all’agente a quale squadra appartenesse. E soprattutto lo redarguisce per aver dato fuoco all’edificio quando l’obiettivo era recuperare la ragazza viva.

Dopo un’ispezione alla sala di controllo, Wolffe dà l’ordine ad Hilo e i suoi di sigillare l’entrata e con una delle navette di classe Rho scende verso una rampa d’uscita; lo scopo ovviamente è quello di far saltare le altre possibili vie di fuga per spingerli lì. L’agente assassino invece li insegue dall’interno, e Crosshair dopo essersi accorto della sua presenza rimane lì per tenerlo a bada. Non riuscendo a colpirlo a causa dei consueti problemi alla mano, rimedia sparandogli vicino una carica esplosiva e lo fa precipitare; egli però riesce a salvarsi.

Fuggitivi

Hunter e Omega nella giungla di Teth

I nostri intanto arrivano all’astronave, che avevamo già visto nella seconda stagione della serie: si tratta del vascello che Echo e gli altri avevano utilizzato nella 2×14 per abbordare l’incrociatore imperiale Gozanti su Balmorra e salvare i cloni prigionieri, tra cui proprio Howzer.  I protagonisti riescono quindi a partire, ma il clone assassino li raggiunge e sparando ai motori riesce a danneggiare la nave che precipita verso la giungla di Teth.

Rex riesce comunque a contattare la Remora, dicendo ad Echo quale punto avrebbero raggiunto per l’estrazione. Intanto Wolffe redarguisce nuovamente il clone assassino, dicendogli di aver rischiato di compromettere la missione non utilizzando i blaster stordenti. Altro segno della sua rettitudine militare, aspetto ereditato dalla sua esperienza durante le Guerre dei cloni che, come per Cody, non era cambiato servendo l’Impero.

Intanto i nostri riescono ad uscire dall’astronave precipitata e si inoltrano nella giungla; in questo frangente avviene uno scambio di battute tenerissimo tra Crosshair e Omega. Egli infatti si dimostra premuroso nei confronti della ragazza, chiedendole se aveva con sé la balestra energetica e soprattutto esortandola a rimanere vicini. Anche qui dimostra tutto il suo spirito paterno, e infatti replica ad Omega dicendo di essere peggio di Hunter.

Scontri nella giungla

Crosshair contro il clone assassino

L’obiettivo ovviamente è raggiungere il punto di estrazione, che dista cinque klick dallo schianto. Il klick in Star Wars è un’unità di misura sia del tempo che della distanza: quando è scritto con la c (click) misura il tempo, con la k come in questo caso la distanza. In particolare, un klick corrisponde ad un chilometro. Durante il tragitto, Howzer parla con Crosshair dicendogli di aver notato come si comportava con Omega, e di essere molto diverso rispetto alle vicende di Ryloth. Parlando di cosa era cambiato da allora, Crosshair gli racconta della lealtà non corrisposta e il fatto che per l’Impero lui e gli altri cloni erano sacrificabili. E infatti Howzer concorda, poiché anche per lui fu così.

Mentre il clone assassino continua ad agire per conto suo senza eseguire gli ordini, parte della squadra di Wolffe raggiunge il gruppo ingaggiando uno scontro a fuoco. I nostri riescono a fuggire soprattutto con l’ausilio di cariche fumogene. Approfittando della situazione, la Clone Force 99 e le forze di Rex neutralizzano molti soldati TK e cloni imperiali, riuscendo ad abbattere anche una delle navette di classe Rho.

Proseguendo verso il punto di estrazione i nostri vengono però attaccati dal clone assassino, che purtroppo elimina anche Nemec. A distrarlo ci pensa Crosshair, che ingaggia con lui un adrenalinico scontro prima a distanza e poi corpo a corpo su una cascata. Quando tutto sembra perduto, ad aiutarlo ci pensa proprio Howzer, che stordisce il clone assassino e salva Crosshair dalla forte corrente prima che precipitasse insieme all’agente imperiale.

Il confronto tra Rex e Wolffe

Il Comandante Wolffe nel confronto finale

I protagonisti arrivano finalmente al luogo dell’estrazione, ma a raggiungerli per primo è Wolffe con l’altra navetta imperiale. Finalmente avviene il tanto atteso faccia a faccia con Rex, e i due ovviamente si riconoscono subito. Wolffe però è sorpreso, poiché lo credeva morto: dai rapporti infatti, come ricorderete, egli risulta ucciso in battaglia (insieme ad Ahsoka) durante lo schianto dello Star Destroyer Tribunal nella settima stagione di The Clone Wars. E infatti i due parlano proprio di quell’evento e dell’incrociatore precipitato.

Rex rivela a Wolffe di non combattere contro i cloni imperiali ma contro l’Impero, che aveva eliminato, imprigionato e fatto esperimenti su tantissimi cloni. Ovviamente Wolffe è all’oscuro di tutto e crede ancora nell’istituzione imperiale, mentre Rex gli chiede di aiutarli e passare dalla loro parte. Al momento però il comandante integerrimo si definisce un soldato imperiale, che come tale esegue gli ordini; egli infatti chiede che gli venga consegnata la ragazza.

Anche qui Rex tenta di metterlo di fronte alla realtà, dicendogli che stava dando la caccia ad una bambina. Da compagno, gli chiede di fare la cosa giusta: e proprio qui le certezze di Wolffe cominciano a vacillare. In quel momento infatti arriva la Remora di Echo, e Wolffe comanda ai suoi di rimanere fermi, facendo fuggire l’obiettivo e gli altri. Pur essendo traditori, erano pur sempre dei cloni e il suo codice morale era più forte. E’ interessante notare che la sua squadra non ha battuto ciglio a quella decisione, segno del profondo rispetto che tutti nutrivano nei confronti del Comandante.

I destini dei protagonisti in The Bad Batch

Hunter e Rex nel finale dell’episodio

Wolffe sta vivendo un’esperienza simile a quella di Cody: egli infatti possiede ancora il chip inibitore, ma la sua influenza ovviamente non era forte come all’inizio. Ciò comunque non gli ha impedito di eseguire gli ordini dell’Impero, in maniera però “corretta”. Dopo questo evento, sicuramente anche in lui si instillerà il seme del dubbio; e dati gli eventi di Rebels, dove ricompare su Seelos al fianco di Rex e Gregor (che vediamo anche in questo episodio a bordo della Remora con Echo), lo rivedremo sicuramente nel corso di questa terza stagione.

Nell’ultima sequenza dell’episodio, vediamo il clone assassino che anche stavolta è riuscito a sopravvivere, mentre sulla Remora Rex e Hunter discutono sul loro destino. Nonostante il potere dell’Impero fosse enorme, Rex avrebbe continuato a combattere per i suoi fratelli, e Hunter per proteggere Omega. Rex inoltre aggiunge che per tenerla al sicuro, Hunter avrebbe dovuto scoprire perché la ragazza era così importante per gli esperimenti imperiali di Tantiss.

E con questa importante premessa si chiude la settima puntata di The Bad Batch 3. Di seguito trovate la video analisi completa dell’episodio:

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Gaetano Vitulano: Studente di Giurisprudenza, cinefilo incallito, nel tempo libero promotore della sacra religione di Star Wars come founder de "L'Insolenza di R2-D2". Insolente quanto basta, cerco di incamerare la mia creatività nella scrittura, nell'oratoria, e soprattutto nell'arte della risata.
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