La seconda stagione di The Bad Batch prosegue con il quinto episodio, intitolato “Entombed“, “Sepolti” (trovate qui la nostra video analisi completa). Una puntata che, pur non portando avanti la trama orizzontale, presenta dei riferimenti e degli easter egg davvero interessanti e legati soprattutto alla tematica della mitologia starwarsiana. Scopriamoli di seguito!
Le sequenze iniziali
Il quinto episodio di The Bad Batch 2 si apre in una discarica, dove Wrecker e Omega sono alla ricerca di un compressore. In Star Wars abbiamo visto moltissime discariche di vario genere, come quelle presenti su Bracca, Lotho Minor, ecc. Durante la ricerca, Omega trova qualcosa di interessante e la scena si sposta al covo di Cid su Ord Mantell, dove il nuovo personaggio Phee Genoa intrattiene Bolo e Ketch con i suoi racconti. Nel frattempo, Echo Tech e Hunter si rilassano mentre quest’ultimo gioca a Video Sabacc, una versione virtuale del popolare gioco di carte che abbiamo visto nel covo sin dalla prima stagione.
Omega e Wrecker tornano al covo, e tra gli oggetti recuperati Phee Genoa scorge una bussola molto antica. Attraverso una scansione del suo droide Mel scopre che l’oggetto ha le coordinate puntate verso il sistema trinario di Kaldar. In Star Wars, oltre ai sistemi binari, ne abbiamo visti molti trinari: quello di Batuu ad esempio, o anche il sistema del pianeta Serelia o di Dowut, mondo d’origine dei dowutin.
Inizia il viaggio
Durante il viaggio scopriamo che Phee è in primis una pirata, che però ama definirsi una cacciatrice di tesori che preserva antiche meraviglie. In questo è molto simile alla Dottoressa Aphra, e chissà che in futuro le due non si incontrino (considerando che all’epoca di The Bad Batch l’archeologa criminale era ancora troppo giovane, avendo appena 5 anni). Giunti su questo pianeta misterioso, i nostri scoprono che tutto nel raggio di chilometri era stato raso al suolo e reso inabitabile. Grazie alla bussola, che si attiva all’improvviso, si dirigono verso una montagna.
Attraverso un passaggio segreto, i nostri entrano in una sala che presenta delle incisioni antichissime. Phee Genoa ci dice che risalgono a migliaia di anni prima, e che si riferiscono alla leggenda di Skara Nal, il “Cuore della Montagna”, un cristallo tramite il quale si poteva controllare un enorme potere. Il rompicapo di questa sala, e soprattutto i misteri che si celano dietro questo antico luogo, ricordano molto il viaggio di Cal Kestis in Jedi: Fallen Order alla scoperta degli Zeffo, un’antica civiltà di Force User che sarà il fulcro della sua avventura alla ricerca dell’holocron nascosto da Eno Cordova. E ovviamente, è anche superfluo ribadirlo, ci sono anche palesi rimandi ad Indiana Jones.
La misteriosa creatura
Intanto grazie alla bussola Omega e gli altri risolvono il rompicapo e proseguono l’esplorazione, scoprendo un complesso molto antecedente alla Repubblica. L’attacco improvviso di una feroce creatura separa la squadra, che però dopo varie peripezie si riunisce di fronte ad una porta. Risolti gli ultimi rompicapi i nostri raggiungono finalmente il “Cuore della Montagna”, un cristallo di grandi dimensioni che si scopre essere la chiave per attivare una gigantesca creatura robotica.
Phee infatti la risveglia dopo migliaia di anni, e questa enorme creatura si stacca dalla roccia e comincia a sparare dei potentissimi raggi laser. Il suo design è molto simile sia a quello di una delle Macchine presenti all’interno del videogioco Horizon: Zero Dawn, sia ai Guardiani, degli automi costruiti proprio dagli Zeffo per proteggere le tombe dei saggi sul pianeta omonimo. Il raggio sparato da questa creatura sembra proprio uno degli attacchi dei Guardiani delle Tombe nel videogioco.
Tecnologia e mitologia
Il design degli interni poi ci mostra una tecnologia avanzata, che stride molto con quella a cui siamo abituati nei decenni di ambientazione della saga. Oltre agli Zeffo, non è la prima volta che ci viene presentata la tecnologia avanzata di un’antica civiltà: nel romanzo Aftermath – Debito di Vita, è presente su Kashyyyk un’astronave prigione dei Predori, un antico impero che si oppose alla Repubblica secoli prima della Guerra Civile Galattica. Questa nave prigione, chiamata Ashmead’s Lock, presentava degli interni molto tecnologici e simili a quelli presenti all’interno di questa creatura.
Mentre i nostri cercano di bloccarla prima che arrivi alla Marauder e la distrugga, si trovano anche a dover fronteggiare la feroce creatura autoctona incontrata precedentemente. Fortunatamente riescono a disattivare nuovamente il meccanismo tramite il cristallo, che però si scioglie mandando in tilt la creatura, che cade al suolo. La squadra riesce quindi a salvarsi, e nel finale Phee e Omega pensano già alle prossime avventure.
L’aspetto più interessante di questo quinto episodio di The Bad Batch 2 è il rimando ad elementi che rimarranno sicuramente misteriosi, come negli altri casi in cui ci sono stati presentati elementi di mitologia starwarsiana: è affascinante immaginare l’antica e florida epoca tecnologica in cui fu creata quest’arma, e tutte le implicazioni che scaturirono dalla sua pericolosità.
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