Dopo il gradevole intermezzo della scorsa settimana, ritornano i cloni difettosi con una nuova avventura, che riesce a qualificarsi tra le migliori puntate di questa stagione. Di seguito trovate la nostra recensione del sesto episodio della seconda stagione di The Bad Batch, come sempre prima senza e poi con spoiler…
The Bad Batch 2: nuove sfide
Il sesto episodio di The Bad Batch 2 si intitola Tribe e per certi versi è una novità rispetto a ciò che abbiamo visto finora, mentre per altri fa ritornare la serie proprio nel punto in cui era iniziata. C’è un conflitto originario, il motivo per cui i cloni della Bad Batch sono diversi da tutti gli altri: loro non hanno obbedito all’Ordine 66, si sono rifiutati di uccidere i Jedi. Oltre al fatto di essere gli unici cloni “difettosi“, e questo che li rende veramente diversi. L’episodio torna su questo tema in maniera molto bella e naturale, e soprattutto è proprio questo tema che dà profondità alla serie, quella profondità che troppo spesso manca (come nel caso del quarto episodio).
Detto questo, la puntata riesce anche in altri obiettivi. C’è un ottimo approfondimento sulle usanze e le tradizioni di un pianeta molto amato (ma non così scontato), c’è il ritorno, fortunatamente privo di retcon, di un personaggio di The Clone Wars. Infine c’è sempre Omega, vera protagonista ormai della serie, che in questa seconda stagione si sta prendendo sempre di più la scena. Si va anche più in profondità in alcune dinamiche imperiali e di come l’Impero gestiva l’occupazione e in alcuni casi la distruzione di certi pianeti, e questo dà un’ulteriore chiave di lettura all’episodio.
In conclusione, un episodio che fa davvero bene ad una serie che ha molti alti e bassi. Ora parliamo di spoiler, quindi chi non ha visto l’episodio, si fermi qui!
Ritorno su Kashyyyk
ATTENZIONE SPOILER PUNTATA 6 THE BAD BATCH 2!
Il personaggio in questione è Gungi. Il jedi wookie viene rinvenuto dalla Clone Force 99, prigioniero, e Omega chiede agli altri di aiutarlo e di riportarlo sul suo pianeta natale, Kashyyyk. Qui però l’impero, con l’aiuto dei trandoshani, sta distruggendo tutti i villaggi. La squadra e Gungi, con l’aiuto dei nativi, devono trovare il modo di sconfiggerli e alla fine ci riescono. Questo è ciò che accade nell’episodio, con alcune dinamiche interne molto interessanti, tra cui l’amicizia tra Omega e Gungi (e anche un bel parallelismo tra i due, entrambi bambini in fuga, gettati in una guerra sin da piccoli).
Oltre a questo c’è una bella descrizione delle usanze di Kashyyyk, soprattutto nel rapporto tra gli Wookiee e gli alberi, con i quali c’è una speciale connessione. L’aspetto più interessante è che l’intero episodio è la trasposizione (ovviamente riadattata) dell’arco narrativo incompleto di The Clone Wars ambientato proprio su Kashyyyk: ve ne abbiamo parlato in dettaglio nella ricca analisi easter egg e riferimenti.
Più profondità per i protagonisti
Si è parlato spesso, come per Andor, di come Star Wars possa non avere bisogno dei Jedi. Questo è vero per alcuni progetti, per altri meno. Forse per The Bad Batch, per il legame che i cloni hanno con i Jedi, questo è vero solo in parte. Perché il ritorno di un jedi come Gungi li riporta alla ragione profonda per cui hanno scelto di ribellarsi all’Impero. Quindi è molto efficace, e anche molto emozionante, vederli aiutare un Jedi. Dà loro una missione più complessa, più legata alla loro stessa origine – d’altronde i cloni sono nati come esercito della Repubblica, per sostenere i Jedi in battaglia.
Probabilmente non è un episodio che segnerà una svolta nella serie, ma sembra avvicinare il gruppo ad una consapevolezza nuova. Per lottare contro l’impero, per arrivare alla pace di cui parla Hunter, c’è bisogno di fare qualcosa di più.
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