The Acolyte: tutti i riferimenti e gli easter egg della puntata finale!
L’ottavo ed ultimo episodio di The Acolyte ci ha regalato un finale struggente, cinico, ricco di ribaltamenti di fronte e soprattutto di sorprese clamorose. Come sempre i camei, i riferimenti, gli easter egg e tutti gli elementi di lore si sono legati perfettamente alla narrazione, e di seguito vi parlo di tutti questi dettagli!
The Acolyte 1×08 – la visione di Osha
La prima sequenza della puntata finale ci mostra una traumatica visione di Osha, che viene quasi “risucchiata” dal potere oscuro dell’elmo in cortosis dello Straniero. Proprio Qimir interviene tempestivamente per rimuoverglielo, ma Osha oppone resistenza dimostrando di avere gli stessi poteri di sua madre. Qimir riesce a prevalere su quella possessione involontaria e le rimuove l’elmo. Poco dopo Osha afferma di aver visto Mae uccidere il Maestro Sol mentre impugnava una spada laser; ma per eliminarlo non l’aveva usata. In questo frangente è presente un piccolo particolare quasi impercettibile ma davvero fantastico: dopo aver rimosso l’elmo possiamo notare per pochi secondi il riflesso di una lama rossa negli occhi di Osha. Elemento che rivedremo successivamente.
Qimir afferma che quello che ha visto è il futuro, una chiara citazione alle parole di Yoda in Episodio V: “E’ il futuro che vedi”. Egli ha pensato subito al fatto che si stesse compiendo ciò che lui inizialmente voleva, che Mae uccidesse un jedi senza un’arma. Ma come dice anche Osha: “il futuro non è immutabile”, citando anche stavolta indirettamente Yoda: “Sempre in movimento è il futuro”. I due, che posseggono reciprocamente un vantaggio l’uno sull’altra (astronave e conoscenza del luogo) decidono quindi di partire per Brendok. La ragazza non sa ancora che il futuro che ha visto è reale e si avvererà, ma avrà lei come protagonista.
La scelta di Sol
La scena si sposta poi sul trasporto Polan, dove Sol ha portato Mae nello spazio di Brendok. Qui il jedi ci dimostra che non cercava vendetta su Qimir, ma la sua ossessione era di far emergere la verità. Egli infatti aveva avvisato Vernestra e aveva intenzione di provare l’esistenza della Vergenza sul pianeta tramite le due gemelle. Qui Mae lo stuzzica, dicendo che voleva provare solamente che l’omicidio di sua madre era giustificato. Infatti Sol continua a ribadire che si trattò di un incidente e sembra non voler ammettere le sue colpe, rinfacciando a Mae di aver appiccato l’incendio. A dimostrazione della sua “arroganza”, egli risponde che avevano fatto bene ad intervenire dopo che Mae gli ha detto che erano tutte morte a causa di loro quattro.
Il suo rammarico fu quello di non essere riuscito a salvarle entrambe, e mentre si appresta a rivelarle la verità sulle loro origini (della quale vi parlerò di seguito) Mae sfrutta Pip per liberarsi e tramortirlo. La ragazza riesce a prendere la navetta del trasporto Polan e fugge via, mentre Sol la insegue poiché ella non poteva fuggire nell’iperspazio senza un’iperguida. Mae si insinua tra i pericolosi e particolari anelli che circondano le lune di Brendok, che scopriamo essere un vero e proprio campo di asteroidi.
Lo stile con cui la navetta passa dall’esterno dell’anello all’interno del campo di asteroidi ricorda molto l’iconico cambio di inquadratura dei caccia X-Wing che volano prima all’esterno e poi negli enormi cunicoli della Morte Nera in Episodio IV. L’inseguimento è rocambolesco e si conclude con la navetta di Mae che si schianta su Brendok. Poco prima Sol aveva tentato addirittura di colpire la navetta di Mae, ma l’intervento di Bazil ha evitato guai peggiori.
L’astio di Rayencourt
Nella sequenza successiva torniamo su Coruscant, dove Vernestra Rwoh incontra il senatore Rayencourt, che sappiamo non simpatizzare per i jedi. E’ interessante che anche in questo dialogo si faccia riferimento ai disagi di Vernestra per i viaggi nell’iperspazio, che colpivano la testa e non lo stomaco. Come detto nell’analisi della 1×06, Vernestra aveva un particolare e raro potere che le permetteva di avere visioni nell’iperspazio. I suoi disagi vengono approfonditi nel romanzo Fuori dalle Ombre della prima fase dell’Alta Repubblica, e anche nelle opere successive in cui diventerà fondamentale per la narrazione.
I due vanno subito al sodo, e cioè alla spinosa indagine per omicidio che i jedi stavano conducendo senza informare il Senato. Vernestra afferma che poteva agire autonomamente finché non sussisteva una minaccia più grande. In particolare, una minaccia che non comprendesse i civili. Ella infatti ribadisce che tutte le vittime erano jedi, e che era vicinissima a catturare il sospettato. Ovviamente Rayencourt non si tranquillizza affatto, e nel suo discorso successivo dimostra di avere un vero e proprio astio per i jedi.
Il rapporto tra i jedi e il Senato
Egli non le manda a dire, affermando di ritenere i jedi un enorme sistema di potere senza alcun freno, spacciato per una religione, una setta delirante che pretende di controllare l’incontrollabile. Il riferimento del Senatore non va alla Forza, come pensava Vernestra, ma alle emozioni. Essi proiettavano un’immagine di integrità e misura, ma secondo il Senatore era solo questione di tempo prima che uno di loro esplodesse. E quando ciò sarebbe avvenuto nessuno avrebbe potuto fermarlo. Pur essendo un discorso duro, sotto molti aspetti si rivelerà profetico per quanto accadrà 100 anni dopo.
Al momento molti Senatori non riuscivano ad immaginare una galassia senza jedi, e ciò significa che a pensarla come Rayencourt erano ancora in pochi. Ma anche sotto questo aspetto le cose sarebbero cambiate nei decenni a venire. Egli prima di congedarsi riferisce di aver parlato della poca trasparenza di Vernestra al Cancelliere dell’epoca, che scopriamo chiamarsi Drellik e vedremo di seguito. Il suo nome potrebbe essere un omaggio a Talos Drellik, personaggio comparso nel videogioco legends The Old Republic. Il Cancelliere avrebbe convocato presto Vernestra per un aggiornamento. Prima di congedarsi, il Senatore pronuncia la famosa frase “che la Forza sia con voi”. E’ la prima volta però che viene detta in maniera sarcastica e con scherno.
Il clamoroso cameo di Darth Plagueis in The Acolyte
Dopo questo acceso dialogo torniamo sul pianeta ancora sconosciuto in cui Osha e Qimir stanno per partire. Quest’ultimo le dice che avrebbe dovuto addestrarsi, e le offre un’ultima occasione per accettare; al momento la ragazza rifiuta, dimostrando di possedere ancora un certo equilibrio e una fermezza che poi verranno meno. Qimir afferma che in passato sua sorella accettò l’accordo senza pensarci. E anche questo aspetto, in cui per l’ennesima volta le due si compensano, sarà importante per la rivelazione sulle protagoniste.
Mentre i due lasciano il pianeta, avviene il primo clamoroso cameo del finale di The Acolyte: fa il suo debutto assoluto in live action il mitico Darth Plagueis. Il fatto che sia un Muun e soprattutto l’accenno di colonna sonora a lui dedicata in Episodio III non lasciano spazio a dubbi. La sua resa, anche se lo vediamo in penombra, è spettacolare: gli occhi rossi e la pelle tumefatta incutono parecchio timore. E non era semplice donare quell’aspetto ad un Muun in live action, poiché quando li abbiamo visti in Episodio II non suscitavano certo paura.
Le possibili implicazioni della sua presenza
Sono molto contento che abbiano scelto di lasciarlo della stessa specie a cui tutti lo associamo da sempre. E non era così scontato che ciò avvenisse, come si potrebbe pensare, perché fino ad oggi nel canone c’era solo un accenno al fatto che fosse un Muun. La sua presenza in questo cameo è breve ma talmente potente ed epocale da portare una marea di implicazioni per il futuro della serie e di una sempre più probabile seconda stagione. Le strade principali sono presumibilmente due: Plagueis e Qimir potrebbero essersi conosciuti, ma quest’ultimo non è mai diventato ufficialmente il suo Apprendista (perché magari Tenebrous è ancora vivo) e ora Plagueis vuole mettere entrambi alla prova per capire chi sia degno di diventarlo.
C’è poi la seconda ipotesi, che reputo più probabile anche perché Plagueis aggrotta le sopracciglia in uno sguardo di pura rabbia mentre li vede allontanarsi dal pianeta. Questa ipotesi ricalcherebbe un triangolo ben noto nelle opere legends: quello tra Tenebrous, il suo apprendista segreto Venamis e Plagueis. Quando quest’ultimo scoprì l’esistenza di Venamis reputò illegittimo il suo essere stato addestrato come un Sith. Inoltre, dopo aver ucciso Tenebrous su Bal’demnic, Plagueis scoprì una lista appartenente a Venamis con i nomi di potenziali Force user da addestrare come Apprendisti.
Poco dopo Venamis venne sconfitto da Plagueis in duello, ma per lui si prospettò un destino peggiore della morte. Plagueis infatti lo tenne in vita in stato comatoso, mentre tra atroci sofferenze lo utilizzò come cavia per i suoi esperimenti sui midi-chlorian. Tutte queste vicende sono ad oggi legends, ma se proviamo ad immaginare nell’equazione Qimir come Venamis e Osha e Mae come potenziali apprendiste (accolite in questo frangente, ancora meglio) si possono prefigurare scenari interessanti. Già nel sesto episodio affermai che in base ad alcuni indizi quel pianeta potesse essere proprio Bal’demnic, e ora ovviamente lo credo ancor di più.
Inoltre, qualsiasi sia la scelta narrativa che vorranno compiere su Darth Plagueis non influirà sul suo rapporto con Darth Sidious. Palpatine infatti, suo ultimo e più promettente Apprendista, nascerà solamente 50 anni dopo le vicende della serie The Acolyte.
Interrogativi e incontri
Su Coruscant, all’interno della sala di controllo, Vernestra sta cercando di far pervenire un messaggio a qualcuno. La misteriosa voce dall’altro lato del comunicatore afferma: “questo è molto poco ortodosso, ma vedrò cosa posso fare”. Si tratta del dialogo più criptico dell’episodio, sia per il messaggio in sé che per i riceventi che rimarranno avvolti nel mistero. Poco dopo Mog Adana l’avverte che Sol aveva riattivato il transponder e si trovava su Brendok, perciò parte con una squadra verso quella destinazione.
Nel frattempo sia Sol che Osha e Qimir raggiungono Brendok e la fortezza abbandonata. Cercando Mae il jedi rivive i ricordi traumatici di quella sera mentre Osha cerca di riattivare il quadro elettrico per entrare. In questo frangente Qimir utilizza presumibilmente il potere del teletrasporto, tipico delle streghe e delle Sorelle della Notte come abbiamo visto nell’episodio precedente. In Star Wars fu però utilizzato anche da altri personaggi come il Bendu, e sentire la voce di Qimir riecheggiare mi ha ricordato molto l’eco della risata del Bendu dopo essere scomparso sotto gli occhi di Thrawn in Rebels 3.
Lo scontro tra Sol e Qimir
Poco dopo lo Straniero raggiunge Sol, e i due ingaggiano uno splendido duello con le spade laser. Anche in questo caso, come tutti i precedenti, è coreografato alla perfezione; sia negli scontri con le spade che nei duelli aerei, che rendono omaggio a “La tigre e il dragone”. In questa occasione Qimir sfrutta anche la sua particolare lama shoto, che è ancor più corta dello standard delle shoto ed è identificata infatti come pugnale laser.
Nello stesso momento anche Mae e Osha si ritrovano, proprio nella loro vecchia stanza. Il confronto tra le due ci svela anche perché Osha ha abbandonato l’Ordine fallendo il suo addestramento jedi: ella non era mai riuscita a controllare le sue emozioni negative, come l’odio per Mae o il dolore per la perdita di sua madre. E qui Mae le rivela invece la verità, che era stato Sol ad uccidere la loro madre e che non avrebbe mai potuto insegnarle a controllare le sue emozioni negative perché era lui la causa di tutto ed era lui quindi ad aver fallito. Osha ovviamente rimane sconvolta dalla rivelazione, e si scaglia contro sua sorella.
Le due ingaggiano uno scontro alla pari, muovendosi letteralmente all’unisono; altro indizio del fatto che fossero praticamente la stessa persona. E con un montaggio fantastico dato da una bellissima transizione tra due inquadrature di combattimento passiamo allo scontro tra Sol e Qimir, che si conclude al momento a favore del jedi che riesce a danneggiare la spada laser dello Straniero.
The Acolyte 1×08 – la rivelazione sulle gemelle
All’improvviso però interviene Mae, che riesce a sottrarre a Sol la spada laser. Qimir la invita a percepire la sua ira e soprattutto le dice di abbatterlo per compiere il suo viaggio. Le sue parole omaggiano ovviamente quelle che l’Imperatore Palpatine rivolge a Luke Skywalker in Episodio VI. “Percepisco la tua ira. Sono indifeso. Prendi la tua arma! Abbattimi con tutta la forza del tuo odio e il tuo viaggio verso il Lato Oscuro sarà finalmente compiuto!”.
Mae però, dopo aver gettato via la spada laser (che si scheggia mostrandoci il cristallo kyber al suo interno) rifiuta quella proposta dicendo che voleva che Sol confessasse ciò che aveva fatto e che affrontasse l’Alto Consiglio, il Senato e la Repubblica pagando per i suoi crimini. Oltre a Qimir anche Sol rimane sorpreso di questa sua scelta, ma allo spettatore è ormai chiaro che Mae e Osha, essendo la stessa persona, sono il rovescio della stessa medaglia. E se ad inizio serie in lei pendeva il lato oscuro e in Osha la luce, ora è l’esatto opposto come abbiamo visto in precedenza e soprattutto vedremo a breve.
Anche in questo caso Sol, con una certa arroganza, afferma di aver fatto la cosa giusta. E proprio qui rivela a Mae che le due erano la stessa persona e che in qualche modo Aniseya era riuscita a sfruttare la Vergenza di Brendok per creare la vita. Il jedi afferma che nella storia galattica in pochi erano stati così potenti, e dati i risvolti di questo finale è probabile che Plagueis farà suoi questi esperimenti cercando di migliorarli. Questo perché, come vi dicevo e come ci ha confermato la Headland, Madre Aniseya aveva intenzione di creare una sola persona ma l’esperimento non riuscì e la coscienza rimasta unica si divise in due corpi separati.
I risvolti di Osha
Nel dialogo Mae lo spinge a confessare la verità durante l’arrivo di Osha, e la ragazza disperata chiede spiegazioni a Sol sul perché le avesse mentito e avesse tenuto nascosta la verità. Il jedi afferma che l’aveva fatto per il suo bene e per darle la vita che sognava, ma ormai Osha non è più disposta ad ascoltarlo e con un Force choke lo elimina. Lo stesso Sol, dopo lo shock iniziale, afferma che era giusto così. Solo prima di morire si rende quindi conto di ciò che aveva realmente fatto a quelle ragazze e degli errori che aveva commesso.
Durante questa scena avviene un importantissimo risvolto che attinge sapientemente dalla lore canonica: il sanguinamento del cristallo kyber. Osha riesce infatti a trasmettere tutto il suo odio, la sua rabbia e il suo dolore al cristallo, che viene corrotto e diventa rosso come possiamo vedere tramite queste splendide inquadrature. In natura non esistono cristalli rossi, e i Force user oscuri potevano crearli utilizzando proprio il sanguinamento (differentemente alle opere legends in cui venivano creati cristalli sintetici artificiali).
Il sanguinamento dei cristalli kyber
La prima apparizione del sanguinamento avviene nel primo volume della serie a fumetti Darth Vader 2017, in cui Sidious affida proprio al suo Apprendista una prova che gli avrebbe dimostrato che fosse degno di quel titolo. Vader avrebbe dovuto sottrarre ad un jedi la spada laser e farne sanguinare il cristallo dopo averlo ucciso. Questo modus operandi ricalca quindi una prova Sith (ma non solo) e infatti come vi avevo anticipato sin dall’analisi del primo episodio è questo che lo Straniero voleva da Mae (come ricorderete, la ragazza cercò di sottrarre le spade a Indara e Sol).
Ma poteva essere fatto sanguinare qualsiasi cristallo, anche quello della propria spada laser. Come avvenuto ad esempio con Kylo Ren nella miniserie a fumetti “L’Ascesa di Kylo Ren” o con Dagan Gera nel videogioco Jedi: Survivor. Va sottolineato inoltre che non si trattava di una pratica “automatica”: non sempre un Force user che cedeva all’oscurità faceva automaticamente sanguinare il cristallo. E il sanguinamento poteva essere indotto e forzato volontariamente, come fu per Vader, Kylo Ren e Dagan Gera, o avvenire spontaneamente come per Osha.
E quando la ragazza accende la spada laser contro Qimir, ne vediamo gli splendidi effetti: la lama infatti esce azzurra, colorandosi pian piano di rosso. Osha, dapprima spaesata, prende consapevolezza di ciò che era accaduto e soprattutto del fatto che era lei stessa la protagonista della sua visione, poiché vediamo nei suoi occhi lo stesso riflesso visto ad inizio episodio. La splendida colonna sonora contribuisce poi a rendere questa scena davvero epica.
L’arrivo di Vernestra
Nella sequenza successiva Vernestra e la squadra di jedi approdano su Brendok. Appena la jedi mirialana mette piede sul suolo del pianeta riesce a percepire Qimir, che in tutta fretta indossa l’elmo in cortosis poiché accortosi della sua presenza. Vernestra ci fa capire quindi di conoscerlo bene, reagendo con grande sorpresa al fatto che fosse vivo. E a breve scopriremo, come avevo ipotizzato, che egli fu proprio un suo padawan.
Mentre Qimir scompare di nuovo, Mae intima ad Osha di seguirla per fuggire dall’arrivo dei jedi. In questo frangente scopriamo anche un altro dettaglio tenuto nascosto nei flashback, e cioè il modo in cui Mae è riuscita a sopravvivere. Nel passato un tunnel l’aveva risucchiata mentre cadeva, e ora le due lo attraversano sbucando fuori dalla fortezza per raggiungere l’albero di bunta. Vernestra giunge nel luogo in cui si trova il corpo di Sol, e riesce anche a ripercorrere tutte le vicende accadute nel passato. Anche se sembra del tutto simile alla psicometria, non è ancora certo che abbia utilizzato questo potere dato che non tende la mano e non tocca alcun oggetto.
Mentre ordina agli altri jedi di creare un perimetro e si china verso Sol, riesce comunque a sentire la presenza di Qimir che la osservava e che sparisce subito dopo. Vernestra era un prodigio già da ragazza, quindi possiamo solo immaginare quanto fosse potente 100 anni dopo. Mentre i jedi le cercano tramite l’ausilio di Bazil, Osha e Mae raggiungono l’albero di bunta e si riuniscono in un abbraccio liberatorio. Entrambe si scusano e commosse cominciano a recitare la filastrocca che ripetevano da bambine.
The Acolyte 1×08 – un traumatico addio
Le due vengono però interrotte dallo Straniero, che intima loro di scappare. Osha avrebbe voluto spiegare tutto ai jedi, ma Qimir l’avverte che scoprendo quanto fosse potente i jedi le avrebbero fatto fare la stessa fine di Aniseya. Perciò la ragazza dice allo Straniero che si sarebbe addestrata con lui se avesse lasciato andare sua sorella. E per evitare che i jedi la usassero per cercarla, Qimir avrebbe tentato di eliminarle la memoria permanentemente.
Come ricorderete, egli nella 1×02 aveva parlato timorosamente di questo potere quando era ancora sotto copertura. Si tratta di un potere fu utilizzato spesso dai jedi nelle opere legends: il caso più famoso è quello di Darth Revan, la cui mente fu ripulita e cancellata dai membri del Consiglio jedi, che gli donarono una nuova vita e identità. Ricorderete anche l’esempio del Padre, che nell’arco di Mortis in The Clone Wars utilizza questo potere su Anakin, poiché era venuto a conoscenza del suo futuro. Nonostante queste e altre eccezioni legends, il potere è più spesso associato al lato oscuro.
Mae accetta questo destino, e avviene perciò lo struggente saluto tra le due. Mentre Osha promette che l’avrebbe ritrovata, entrambe recitano la filastrocca in maniera completa. Qimir agisce poi sulla mente di Mae, che poco dopo viene ritrovata e arrestata dai jedi che la portano su Coruscant. Nella sala di controllo la ragazza parla con Vernestra, che indossa abiti formali. Scopriamo che i ricordi di Mae sono fermi agli eventi di 16 anni prima, ma che Osha è stata completamente rimossa dalla sua mente.
La scelta di Vernestra
Qui avviene un’altra splendida transizione, poiché Vernestra comincia a raccontare di Sol a Mae e si ritrova poi a farlo in presenza di uno stuolo di senatori e del Cancelliere, tutti in cerca di risposte. Si tratta di una scena di vitale importanza per comprendere il personaggio di Vernestra sotto ogni punto di vista. Ella voleva bene a Sol, lo conosceva sin da quando era bambino; i due erano amici e lei lo considerava gentile, brillante e compassionevole. Ma aveva fatto una cosa terribile. E proprio su questa frase avviene la transizione tra le due sequenze: nella prima, Vernestra racconta a Mae ciò che davvero pensava di Sol. Nella seconda invece mette da parte i suoi sentimenti e si ritrova a raccontare l’accaduto ai senatori, utilizzandolo come capro espiatorio.
In questo frangente Vernestra parla loro dell’incidente di Brendok e del fatto che i quattro jedi si accordarono per tenere nascoste le loro azioni contro le streghe. Ma quando la verità rischiò di venire a galla, un jedi sleale di nome Sol uccise i suoi complici per salvare la storia di copertura. A nome dell’Alto Consiglio, Vernestra condannava fermamente le azioni di Sol. Anche se sembra cinica e distaccata, sicuramente aveva sofferto molto nel prendere quella decisione. E infatti aveva dedicato su Brendok un funerale jedi al suo amico defunto, bruciando il suo corpo su una pira. Ma ella era disposta a tutto per preservare la reputazione dell’Ordine jedi nei confronti del Senato Galattico.
Il senatore Rayencourt afferma che l’ispezione esterna all’Ordine jedi andava comunque avviata, anche se Vernestra garantisce che tutto ciò era stata opera di un solo uomo fallace. Qui il Cancelliere Drellik le chiede di Sol, ed ella mente dicendo che si era probabilmente tolto la vita. Scopriamo che Drellik è un tarsunt, ed è interessante notare che è la stessa specie di quello che moltissimi anni dopo (in particolare 166) sarà il Cancelliere della Nuova Repubblica in Episodio VII, Lanever Villecham. Tra i senatori possiamo scorgere anche l’abednedo Isedwa Chuwant, che parlò con Vernestra nella 1×06.
Il passato di Qimir
La scena ritorna poi al dialogo tra Vernestra e Mae, dove la jedi parla di come l’errore commesso da Sol gli avesse sconvolto la mente e ogni sua egoistica mossa fosse stata portata avanti per l’amore nei confronti di sua sorella (amore inteso ovviamente non in senso letterale). Lo dice quasi con rabbia, come se avesse voluto saperlo prima per impedirgli di agire in quel modo. E’ in questa occasione che la ragazza dimostra di non ricordare nulla di Osha.
Vernestra le chiede aiuto per trovare una persona, che era stata un suo discepolo prima che si volgesse al male. Come vi dicevo ella stessa ci conferma che Qimir fu suo padawan; perciò è probabile che le cicatrici sulla sua schiena siano state provocate proprio dalla frusta laser di Vernestra. Avrò modo di approfondire la questione in altri articoli, ma sono certo che anche in questo caso la situazione sia precipitata e la jedi abbia commesso un errore involontario mentre magari tentava di fermare il suo ex apprendista in qualche modo. Nonostante quello che molti potranno pensare, anche dopo le sue scelte in questa puntata finale, Vernestra è un personaggio integerrimo che non ha mai avuto intenti malvagi.
The Acolyte 1×08 – nuove prospettive e cameo finale
La scena si sposta poi su Qimir e Osha, che nel più classico dei finali starwarsiani osservano l’orizzonte sul pianeta sconosciuto pronti per intraprendere il loro destino. Mentre la ragazza è diventata ufficialmente l’accolita, nella sequenza finale vediamo il secondo cameo fondamentale dell’ultima puntata di The Acolyte, quello di Yoda. Vernestra infatti gli dice che dovevano parlare, ed è quindi pronta a raccontargli molti dettagli su quella vicenda. Un’altra mossa che dimostra la sua buona fede, nonostante il grande cinismo portato avanti nelle sequenze finali.
Ed è così che si concludono l’ottavo episodio e la prima stagione di The Acolyte, con trame che si chiudono ed altre invece che si aprono in maniera assolutamente intrigante. Cosa ne pensate dell’ultima puntata e delle sue tematiche e riferimenti? Ditecelo come sempre nei commenti! E continuate a seguirci anche su Facebook, YouTube, Tik Tok, Instagram e Twitter per rimanere aggiornati su tutte le novità di Star Wars.