The Acolyte: tutti i riferimenti e gli easter egg del settimo episodio!

Kelnacca, Sol e Torbin nell'episodio

Il settimo episodio di The Acolyte ci ha riportati nel passato, presentandoci gli eventi di Brendok sotto un nuovo punto di vista ricchissimo di tematiche, riferimenti ed easter egg interessanti. Di seguito vi parlo nel dettaglio di tutti questi elementi!

The Acolyte 1×07 – Ritorno su Brendok

La Maestra Indara su Brendok

La settima puntata di The Acolyte, intitolata “Scelta”, riprende come detto la narrazione del passato ma stavolta dal punto di vista dei jedi. Rivediamo infatti Indara, Sol, Kelnacca e Torbin con un grande numero di apparecchi tra sensori, scanner portatili e rilevatori simili a metal detector. Sia nelle opere canoniche che legends esistono innumerevoli tipologie di strumenti simili, utilizzati per gli usi più disparati. Scopriremo presto per cosa li hanno impiegati i jedi, e sarà una ricerca molto importante.

Giunta la sera i quattro si ritrovano intorno al fuoco, e sin da subito abbiamo tante splendide citazioni. Indara, dopo che Kelnacca si offende poiché Torbin non aveva fame, afferma infatti che “non è prudente insultare la cucina di un wookiee”. Si tratta di una frase del tutto simile a quella che pronuncia Han Solo in Episodio IV: “Non è prudente far innervosire un wookiee”. Insomma, con i wookiee bisognava andarci sempre leggeri come ben sappiamo.

Torbin replica di essere stufo di mangiare cosce di nuna. I nuna sono creature originarie di Naboo e di Saleucami, ma diffuse in tanti altri habitat paludosi. Li abbiamo visti in molte opere di Star Wars, e la loro carne era largamente utilizzata come cibo. Il padawan dice poi di voler tornare su Coruscant, desiderio che aveva sicuramente esternato più volte e che affermerà anche successivamente. Sotto questo aspetto l’ho trovato molto simile a Reath Silas, giovane jedi vissuto 100 anni prima e presente in romanzi e fumetti della prima e terza fase dell’Alta Repubblica.

Gli easter egg sull’Alta Repubblica in The Acolyte

Torbin e Indara discutono intorno al fuoco

Reath era inizialmente un padawan che non amava l’avventura e preferiva passare le sue giornate nell’Archivio Jedi a studiare. Si trovava a suo agio su Coruscant, amava la vita della capitale e inizialmente prese con molta riluttanza il fatto di doversi trasferire presso il Faro Starlight con la sua Maestra Jora Malli. Tante vicissitudini (anche traumatiche) lo porteranno poi a viaggiare e compiere svariate missioni, ma la sua natura sarebbe rimasta sempre a misura di “comodità”. Per Torbin era sicuramente lo stesso, e ho apprezzato che comincino a mostrarci su schermo anche jedi che magari non amavano l’avventura o non ambivano a compiere missioni per conto dell’Ordine.

Parlando sempre di Alta Repubblica, poco dopo la Maestra Indara ci svela un’altra chicca. Ella dice infatti che 100 anni prima quel pianeta fu catalogato privo di vita a causa di un disastro iperspaziale. Il riferimento va chiaramente al Grande Disastro, evento chiave delle vicende del primo romanzo dell’Alta Repubblica La Luce dei Jedie ambientato nel 232 BBY. Trovandoci però nel passato rispetto alle vicende principali di The Acolyte (che si svolgono nel 132 BBY), il Grande Disastro si posiziona più precisamente 84 anni prima degli eventi di Brendok.

La Vergenza e le sue caratteristiche

Luke Skywalker nella grotta su Dagobah

Poco dopo è Sol ad affermare che stavano cercando una Vergenza. La Maestra Indara spiega a Torbin che si tratta di una concentrazione di energia di Forza focalizzata in un luogo. E Sol aggiunge che una vergenza potrebbe creare la vita, come quella su quel pianeta; un potere che andava studiato e protetto. Si tratta di un riferimento a dir poco clamoroso, poiché in Star Wars abbiamo visto moltissime vergenze importanti sia nel canone che nelle opere legends.

Nota anche come nesso, una Vergenza può essere localizzata attorno ad un luogo, ad un oggetto o anche ad una persona; e poteva essere sia del lato chiaro che del lato oscuro. La sua prima apparizione risale al 1980: la grotta di Dagobah è infatti una Vergenza del lato oscuro. Le Vergenze portavano innumerevoli conseguenze nei confronti dei luoghi o delle persone che le circondavano. Potevano intensificare le interazioni con la Forza dei Force user che si trovavano nelle loro vicinanze, spesso tramite visioni. Potevano anche oscurare la presenza dei Force user: la potente Vergenza al Tempio Jedi su Coruscant infatti ha contribuito a nascondere l’oscurità del Cancelliere Supremo Palpatine all’Ordine Jedi, mentre la Caverna su Dagobah ha permesso a Yoda di nascondersi all’Impero Galattico.

Altre Vergenze e la loro importanza in Star Wars

Qui-Gon parla di Anakin come una Vergenza

Le Vergenze potevano nascere ovunque, e anche il fulcro della vita nella galassia lontana lontana lo era: il Pianeta della Forza, luogo d’origine dei midi-chlorian, era infatti un nesso. Così come tanti altri templi come quello su Lothal, quello di Ilum, le grotte di Ahch-To e i crepacci di Exegol, il Mare Vivente di Gazian, ecc. Come detto anche gli oggetti e gli individui potevano essere vergenze. La spada degli Skywalker agì con Rey come una Vergenza in Episodio VII, provocandole una visione. Infine, ma non certo per importanza, il primo ad utilizzare questo termine fu Qui-Gon Jinn riferendosi proprio ad Anakin Skywalker come Vergenza.

Nelle opere legends anche Meetra Surik, personaggio chiave comparsa per la prima volta in Knights of the Old Republic II: The Sith Lords era il centro di una Vergenza. E’ inoltre interessante notare che sia Sidious che Vader cercarono di sfruttare l’enorme energia delle vergenze nella Forza per infrangere le regole che governavano la vita e la morte. Vader sperava di sfruttare le energie del lato oscuro della caverna Sith su Mustafar per abbattere la barriera tra la vita e la morte, come narrato nella guidaI Segreti dei Sith. Sidious invece perseguiva la sua ossessione per l’immortalità e bramava tutte le vergenze, soprattutto quella del Tempio Jedi su Lothal.

Come avrete intuito, le loro potenzialità sono infinite e interagendo con i Force user possono aiutarli (o confonderli) nel loro percorso nella Forza tramite una serie di prove. E possono anche dare accesso ad un potere immenso. Quasi sicuramente Aniseya era riuscita a sfruttare la Vergenza di Brendok, come vedremo di seguito.

Nuovi dettagli sui jedi e le streghe in The Acolyte

Indara, Sol e Torbin fuori dalla fortezza delle streghe

I quattro jedi erano quindi su Brendok da ben sette settimane prima che Sol si imbattesse nelle gemelle. E questo è il primo elemento che smentisce una falsa credenza di molti fan sorta dopo il terzo episodio di The Acolyte: e cioè che i jedi fossero lì per spiare le ragazze e sottrarle alle streghe. Nulla di più sbagliato, come vedremo anche più avanti. Nel frattempo ripercorriamo le prime sequenze della terza puntata dal punto di vista di Sol, che segue le gemelle e Koril fino alla fortezza dove vivono le streghe e riesce ad intrufolarsi al suo interno, scoprendo che addestravano le bambine e soprattutto veneravano un profondo crepaccio. Data la sua conformazione simile ad altri nessi conosciuti, è possibile che fosse quella la Vergenza di Brendok. Proprio lì infatti si sarebbe svolto il rito dell’Ascensione.

Tornato alla base, egli fa rapporto ad Indara parlandole di quella setta della Forza. Le identifica come streghe, e Torbin chiede se fossero Sorelle della Notte. Noi sappiamo che si tratta di due organizzazioni separate, nonostante abbiano molto in comune. Indara dice che le Sorelle della Notte non crescevano o addestravano piccole (in lingua originale è usato il più opportuno younglings). Anche in questo caso noi sappiamo invece che le Sorelle della Notte lo facevano sotto determinati aspetti; ma con tutta probabilità, come dice Indara stessa, all’epoca c’erano magari poche informazioni in merito.

Sin da subito Indara propone di consultare il Consiglio, ma Sol comincia ad impuntarsi e le chiede di dare un’occhiata, poiché quella sera stessa ci sarebbe stato un rituale potenzialmente pericoloso per le bambine (a suo dire). Egli ovviamente non conosceva nulla di quella congrega e agì d’impulso pensando subito ad un pericolo. I jedi raggiungono quindi la fortezza, che scopriamo essere un’ex miniera. Indara continua a credere nella buonafede di quelle donne e voleva entrare da sola, ma Sol insiste affinché entrassero tutti insieme.

La possessione di Torbin e le vere intenzioni dei jedi

Aniseya tenta Torbin nella sua mente

Anche qui viene riproposta parte di una sequenza vista nella 1×03 di The Acolyte. Queste riproposizioni non sono un riempitivo, ma servono per collegarsi alle nuove scene inedite. E questa struttura narrativa ricalca proprio lo stile di Rashomon, il capolavoro di Akira Kurosawa che ha ispirato questi episodi flashback. E infatti poco dopo la scena si sposta nella testa di Torbin, dove Madre Aniseya lo tenta parlando dei suoi desideri repressi e invitandolo ad esprimere la volontà di tornare su Coruscant. La sua persuasione è forte e infatti ella riesce ad impossessarsi di Torbin.

Si tratta di un potere intrusivo molto forte, che ella riesce ad utilizzare senza problemi mentre tiene una conversazione con gli altri jedi. Questo, come altri poteri che vedremo dopo, potrebbe essere stato intensificato dalla Vergenza. In questa scena ci viene inoltre rivelato che Torbin è originario di Bonadan, un pianeta dell’Orlo Esterno comparso per la prima volta nel romanzo legends “Han Solo’s Revenge”.

Dopo essere usciti da quella situazione spinosa, i jedi si ritrovano sul trasporto. La Maestra Indara si congratula con Sol per l’idea di testare le ragazze, e ribadisce che quella mossa non era da prendere sul serio poiché Osha era troppo grande per l’Ordine. Sol però sente una connessione con lei, come se fosse destinata a diventare la sua padawan. Le parole di Indara sono preziose e dimostrano ancora una volta che i jedi non avevano interesse nell’esaminare ogni Force user che incontravano, soprattutto se già avanti con l’età.

L’insistenza di Sol

Indara e Sol su Brendok

Inoltre poco dopo, mentre Sol parla del marchio impresso con la magia oscura a Mae, Indara afferma che i marchi cerimoniali sono uso comune in molte culture della galassia. Anche questo passaggio è fondamentale per capire che i jedi del tempo avevano un alto grado di tolleranza per gli altri culti, come abbiamo visto spesso nelle opere dell’Alta Repubblica. Questo passaggio, come tanti altri successivi, ci permette di poter affermare che gli errori commessi da questi quattro jedi su Brendok o i loro comportamenti (come quelli di Sol) non andavano estesi a tutto l’Ordine ma rimanevano imputabili soltanto a loro come singoli individui.

Sol insiste sul voler proteggere la bambina e afferma che ella avrebbe voluto partire con loro; Indara però lo invita nuovamente a riflettere sul non confondere ciò che voleva lei da ciò che voleva lui. E anche qui, il jedi viene messo di fronte a questo suo particolare tipo di attaccamento.

Arriva così il momento dei test, e anche questa volta vediamo un importante spezzone rimasto celato nella 1×03, quello di Mae. Dopo aver fatto il prelievo, ella rispetto a sua sorella mente senza indugio con la prova del proiettore di immagini. Sullo schermo in questa occasione vediamo un wampa, un loth-gatto e un droide Gonk; ovviamente la bambina darà sempre la risposta sbagliata.

I fraintendimenti sull’Ascensione

Mae durante il test

Poco dopo Indara le chiede informazioni sul rito dell’Ascensione, e qui avviene uno dei passaggi fondamentali dell’episodio. Mae infatti, ricordando male la formulazione dei dettami dell’Ascensione pronunciata da Madre Aniseya, la descrive involontariamente in maniera molto più minacciosa alle orecchie dei jedi.

Dopo aver detto che non sapeva come loro due sarebbero diventate le leader, afferma che le parole di Aniseya erano state: “si deve superare la paura, ci si deve sacrificare per compiere il proprio destino”. Mentre sua madre aveva detto che: “L’Ascensione significa superare la paura, significa sacrificare una parte di se stesse; il potere di molte invece del potere di una”. Purtroppo questa sostanziale differenza, come avrete notato, si perde molto nella traduzione italiana troppo approssimativa.

In inglese infatti la frase di Mae recita: Everyone must walk through fear, everyone must be sacrificed to fulfill their destiny”. E quella di Aniseya invece: “Ascension is about walking through fear, it is about sacrificing a part of yourself”. Si può notare la differenza abissale, e la traduzione corretta delle parole di Mae sarebbe dovuta essere: Tutti devono attraversare la paura, tutti devono essere sacrificati per compiere il loro destino.

In questo senso suona molto più macabra alle orecchie dei jedi, e ciò intensifica le preoccupazioni soprattutto di Sol. Arriva il momento del test di Osha, e rispetto alla 1×03 di The Acolyte viene approfondita la reazione preoccupata di Indara al fatto che Osha volesse realmente far parte dell’Ordine. Poco dopo ella chiede istruzioni al Consiglio sul da farsi e invita Torbin ad analizzare i campioni di sangue.

Le rivelazioni sulla creazione delle gemelle

I jedi scoprono la verità sulle gemelle

Tornata al campo base, la Maestra avvisa Sol del diniego del Consiglio: non li autorizzavano a portare le gemelle su Coruscant o a separarle dalla congrega, ribadendo che avevano già interferito abbastanza. Ovviamente Sol si scalda e le chiede di parlare con il Consiglio, poiché Osha era passata. Indara sottolinea che ciò era avvenuto tramite il suo aiuto e gli chiede di non alterare il destino della bambina per un suo attaccamento affettivo nei suoi confronti. Anche questo scorcio è importante per il tema principale dell’episodio, poiché ci mostra delle scelte giuste e ponderate da parte del Consiglio e focalizza l’attenzione dello spettatore sul fatto che la questione era degenerata a causa degli errori di questi singoli jedi.

Qui Sol si scalda, ma la loro discussione viene interrotta dalle analisi del sangue che mostrano risultati sorprendenti. Il valore M era molto alto; è la prima volta che sentiamo i jedi adoperare la dicitura “Valore M” rispetto a midi-chlorian, e capiamo quindi che era di uso comune anche nell’Ordine e non solo tra gli scienziati imperiali come vedremo in The Bad Batch e The Mandalorian. Le due inoltre avevano esattamente gli stessi simbionti, e ciò fa giungere i jedi alla conclusione che erano state create artificialmente. Indara afferma che ciò era avvenuto attingendo ad un potere talmente forte da dividere una coscienza in due corpi, e che solo una Vergenza avrebbe potuto creare quel tipo di potere.

Si tratta di un punto focale che aggiunge molte informazioni al modo in cui sono state concepite le gemelle. Ci permette inoltre di affermare che non si tratta di una vera e propria Diade, poiché questa rarissima condizione nasceva spontaneamente tramite la Forza in un intervallo di secoli o millenni l’una dall’altra. Qui c’era stata una manipolazione e le streghe avevano utilizzato la Vergenza come fonte; e questo aspetto rende molto differente il loro concepimento anche rispetto a quello di Anakin.

L’avventatezza di Torbin

Sol e Torbin nell’episodio

Qui Torbin si fa prendere dalla foga, dicendo che le bambine erano una prova della presenza della Vergenza sul pianeta e che ciò avrebbe permesso loro di tornare a casa. Mentre Sol insegue il padawan con lo speeder, vediamo un altro spezzone inedito di Madre Koril che, al contrario di Aniseya, non ha alcuna intenzione di lasciar andare Osha. E infatti istiga Mae chiedendole di cedere alla rabbia, mentre Aniseya discute con le altre adepte. Qui possiamo apprezzare tutta la grande tempra di questo personaggio, che da madre sovrappone i desideri di sua figlia alle responsabilità di leader della congrega.

Dall’altro lato invece Mae distrugge il quadro elettrico impedendo qualsiasi entrata e uscita, e soprattutto Koril manda le streghe ad armarsi. In quel momento arrivano Torbin e Sol, che si arrampicano sulle mura, mentre vediamo la scena di Mae che chiude in stanza Osha e dà fuoco al suo diario. Come espresso molte volte nelle analisi degli episodi precedenti di The Acolyte, Mae non aveva mai avuto intenzione di eliminare sua sorella: la vediamo infatti in preda al panico mentre cerca di domare le fiamme, che però raggiungono il quadro elettrico e cominciano a diffondersi nella parte interna della fortezza.

La morte di Aniseya in The Acolyte

Sol uccide Madre Aniseya

Nel frattempo la situazione degenera nell’atrio, nonostante Aniseya non avrebbe mai voluto utilizzare la violenza al contrario di Koril. Con l’arrivo dei jedi la tensione cresce, e Aniseya pronuncia una frase a dir poco profetica: “un giorno le vostre nobili intenzioni distruggeranno tutti i jedi della galassia”. Cosa che poi come sappiamo avverrà poco più di 100 anni dopo. Poco dopo giunge lì Mae in preda al panico, e scambiandola per Osha e fraintendendo l’atto di protezione materna di Aniseya, Sol commette un errore fatale che lo perseguiterà per i 16 anni a venire. Ella infatti si trasforma in una nuvola di fumo nero per avvolgere la figlia in un abbraccio mistico e trasportarla via di lì, utilizzando proprio un potere noto come teletrasporto del quale vi parlerò a breve.

Sol invece, credendo che la strega avesse intenti minacciosi, la trafigge a morte con la spada laser. Ciò ovviamente scatenerà l’inferno e, poiché avviene tutto sotto gli occhi di Mae, instillerà in quest’ultima quel senso di vendetta che l’accompagnerà fino agli eventi del presente. Ciò che invece intensifica ancor di più il senso di colpa di Sol sono le ultime parole di Aniseya, che afferma che avrebbe lasciato andare con loro Osha poiché era il suo desiderio. Purtroppo però la situazione è ormai fuori controllo.

La rabbia di Koril

Koril attacca Sol con rabbia

Madre Koril attacca Sol con veemenza, ma il jedi si limita a parare i suoi colpi senza affrontarla. Il tutto mentre Torbin contrasta l’attacco delle altre streghe con la sua spada laser a lama dorata. A complicare il tutto arrivano poi anche le esplosioni della fortezza: queste sequenze mancanti, rispetto a quelle della 1×03 di The Acolyte, ci hanno mostrato che il fuoco ha avuto molto tempo per propagarsi attraverso la rete elettrica interna. Ed essendo una vecchia miniera, quest’ultima collegava tutta la struttura.

Poco dopo Madre Koril utilizza lo stesso tipo di magia per dissolversi, come stava facendo Aniseya. Si tratta come detto del teletrasporto, un potere della Forza utilizzato spesso anche dalle Sorelle della Notte, che sfruttavano l’icore magico di colore verde per sparire e ricomparire altrove. Venne usato da madre Talzin e soprattutto da Merrin, come vediamo sia in Jedi: Fallen Order che in Jedi: Survivor. Non era però un potere comune solo tra le streghe, poiché lo utilizzò ad esempio anche il Bendu in Rebels.

La Fusione della Forza e le sue conseguenze

Le streghe posseggono Kelnacca

C’è poi un altro potere che viene utilizzato per prendere possesso questa volta di Kelnacca. E’ una variante più ampia della particolare telepatia usata da Aniseya su Torbin e coinvolge gran parte delle streghe della congrega, guidate dall’anziana Naasa. Siamo di fronte ad una Fusione attraverso la Forza, una tecnica molto presente nelle opere legends che è stata ricanonizzata tramite il potere del “Canto della Forza” di Avar Kriss, jedi dell’Alta Repubblica (ma in una variante molto differente anche rispetto a questa). Questo potere consisteva nel riuscire a connettere nella Forza tante menti creando uno stato di entità singola; serviva un Force user molto abile per non distruggere le menti delle persone coinvolte o non ucciderle.

Nelle opere legends fu utilizzato da molti personaggi (prettamente dai jedi, infatti era conosciuto anche come Fusione jedi) come Jorus C’baoth, Obi-Wan o Anakin Solo durante la Guerra degli Yuuzhan Vong. L’aspetto interessante di questo potere, che si lega perfettamente ad un evento che vedremo a breve nella puntata, è il fatto che un grande disturbo nella Forza o un’interferenza potevano sopraffare i partecipanti alla fusione, che attraverso i loro sensi potenziati ricevevano un dolore esponenzialmente altissimo. E se il dolore o l’interferenza provenivano dalle menti che i partecipanti alla fusione stavano toccando, avrebbe portato effetti devastanti come perdita di controllo della mente, vulnerabilità nei confronti di minacce esterne e in casi più estremi morte. Proprio ciò che avverrà tramite l’intervento di Indara sulla mente di Kelnacca.

Lo scontro con Kelnacca

Kelnacca torna in sé dopo lo scontro

Ma torniamo prima allo splendido scontro del wookiee contro gli altri due jedi, anche in questo caso coreografato davvero alla perfezione. Il suo stile è votato ovviamente alla potenza più che all’agilità, e per Sol e Torbin è quasi impossibile contrastare la sua feroce foga. In questo frangente ci viene mostrata anche la causa della profonda ferita al viso del padawan, causata proprio da una manata di Kelnacca.

Anche qui ci sono interessantissime questioni da sottolineare. La profonda ferita è stata causata dagli artigli estendibili del wookiee: questa specie possedeva infatti degli artigli retrattili che venivano utilizzati per arrampicarsi sui grandi alberi Wroshyr di Kashyyyk. Un loro aspetto biologico visto per la prima volta nel romanzo legends L’Erede dell’Impero e poi ricanonizzato. Usarli per qualsiasi altro scopo, soprattutto violento, violava il codice d’onore wookiee. E quest’onta, unita sicuramente alla vergogna per aver ceduto alla possessione, lo ha portato ad isolarsi nelle vicende del presente.

Nella società Wookiee, la lealtà e il coraggio sono considerati principi sacri; essi davano valore all’onore e all’amicizia sopra ogni altra cosa, tanto da istituire un “Debito di vita” nei confronti di chi magari salvava loro la vita, a prescindere dalla specie a cui appartenesse. Chewbacca ad esempio aveva istituito un debito di vita con Han, donandosi a lui in maniera molto più profonda rispetto a quella di una semplice amicizia. A fronte di questi nobili dettami su cui si fondava la società wookiee, è facile immaginare l’enorme mortificazione di Kelnacca una volta scoperto quanto avvenuto.

The Acolyte 1×07 – Scelte dolorose

Sol compie una tragica scelta

Mentre la situazione peggiora, l’intervento di Indara sulla mente del wookiee riesce a recidere la possessione e soprattutto la connessione tra le streghe, che stramazzano al suolo in base a quanto vi ho spiegato in precedenza. E mentre Kelnacca riprende conoscenza, Sol corre a salvare le gemelle. Anche in questo caso ci viene mostrata una sua ardua scelta che influenzerà tutti gli eventi successivi di The Acolyte. Inizialmente infatti usa la Forza per sostenere il parapetto da entrambe le parti, ma non riuscendo nell’impresa decide di concentrarsi solo su Osha lasciando cadere nel vuoto Mae. Un altro evento che ha sicuramente minato profondamente la sua psiche.

Nell’ultima sequenza dell’episodio i jedi si ritrovano sul trasporto in viaggio per Coruscant, e Indara rimprovera aspramente sia Torbin che Sol. Quando quest’ultimo dice di aver dovuto compiere una scelta, anche Indara perde la pazienza e si arrabbia arrivando anche a strattonarlo. Riacquistata la calma, dice che avrebbero detto al Consiglio la verità, ovviamente “da un certo punto di vista” e omettendo tutte le loro colpe. E quindi che Mae aveva appiccato il fuoco e le streghe erano morte in quel modo. Sol avrebbe voluto affrontare il Consiglio, ma in questo caso Indara pensa ad Osha e a tutto ciò che le era stato portato via. E la piccola non meritava altra sofferenza. Ovviamente è probabile che sotto ci fosse anche un’omertà che abbracciava le colpe di tutti e quattro loro, perché anche Indara non era esente da quanto accaduto.

E con questi nuovi e ricchissimi punti di vista sul passato e sulle vicende di Brendok (tra le quali a mio modo di vedere mancano altri tasselli che scopriremo magari nel finale) si chiude il settimo episodio della serie The Acolyte. Cosa ne pensate della puntata e delle sue tematiche e riferimenti? Ditecelo come sempre nei commenti! E continuate a seguirci anche su FacebookYouTubeTik TokInstagram e Twitter per rimanere aggiornati su tutte le novità di Star Wars.

Gaetano Vitulano: Studente di Giurisprudenza, cinefilo incallito, nel tempo libero promotore della sacra religione di Star Wars come founder de "L'Insolenza di R2-D2". Insolente quanto basta, cerco di incamerare la mia creatività nella scrittura, nell'oratoria, e soprattutto nell'arte della risata.
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