Il quinto episodio di The Acolyte, intitolato “Notte”, ci ha regalato un’altalena di emozioni e di azione (trovate qui la ricca video analisi). Non sono mancati come sempre moltissimi riferimenti ed easter egg, legati soprattutto al personaggio chiave della puntata. Vediamo tutto di seguito!
The Acolyte 1×05 – “Notte”
Dopo gli eventi del finale della 1×04, la prima sequenza del quinto episodio ci catapulta subito in un’azione forsennata, che sarà il perno di tutta la puntata. Osha si risveglia su Khofar, nel luogo in cui il Force user oscuro (chiamato lo Straniero) aveva sferrato un potentissimo Force push, e trova proprio quest’ultimo che duella con gran parte dei jedi della spedizione. La sua potenza è straripante, e notiamo già da queste prime scene il suo stile di combattimento con la spada laser che non segue i dettami convenzionali. E successivamente scopriremo altri dettagli in merito.
Già qui è interessante notare che egli utilizza anche il suo particolare elmo e un parabraccio per dissipare i colpi delle spade laser. E il verbo dissipare è del tutto aderente alla situazione: questi due oggetti infatti sono fatti di cortosis, un materiale molto raro che è presente in moltissime opere sia legends che canoniche, tra romanzi e fumetti. La sua particolarità è quella di riuscire a mandare temporaneamente in cortocircuito una spada laser, non danneggiando però permanentemente la lama (proprio come vediamo nella scena della 1×05). Le scintille provocate dall’effetto dell’assorbimento dell’elmo e del parabraccio assumono brevemente il colore della spada laser con cui entrano in contatto.
La potenza dello Straniero
Il cortosis, nonostante la sua efficacia contro le spade laser, non è durevole come il beskar. E infatti possiamo notare i segni di usura sull’elmo dello Straniero. Questa prima scena è molto simile a quella in cui Palpatine affronta i jedi in Episodio III: infatti egli elimina con facilità gli altri jedi della spedizione, incluso il kel dor Ithia Paan, e ferisce Yord Fandar.
Come scopriremo anche negli scontri successivi, lo Straniero utilizza uno stile particolare conosciuto come Trakata, che prevede l’accensione e lo spegnimento della lama durante il combattimento. Si tratta di uno stile nato dal fanon (le opere create dai fan) e che si è poi diffuso in molte opere legends.
Mentre lo Straniero rivolge la sua attenzione verso Osha, Mae recupera la spada laser del defunto Kelnacca. Nel frattempo compare sulla scena anche Sol, che chiede a Yord di riportare Osha sulla nave. Anche lui in questo caso la chiama “civile”, ma in senso protettivo. Ella infatti non era più una jedi ma una cittadina della Repubblica, e andava protetta. I jedi ovviamente sono un corpo di difesa e di pace e solo loro potevano contrastare queste minacce; si tratta di un argomento molto delicato e con molte sfaccettature, che vedremo messo in dubbio sotto alcuni aspetti anche in tragici momenti successivi.
The Acolyte 1×05 – Duelli su più fronti
Mentre Yord scorta Osha alla nave, nonostante quest’ultima volesse tornare indietro, Sol e lo Straniero si ritrovano faccia a faccia. Già questo loro primo dialogo arricchisce di nuovi dettagli il passato dei personaggi, poiché scopriamo che si sono conosciuti in qualche modo. I due cominciano così lo scontro, mentre Mae viene intercettata fuori dal rifugio di Kelnacca da Jecki Lon, che vuole arrestarla per i suoi crimini. Un adrenalinico montaggio tiene viva l’azione, che passa poi nuovamente a Sol e allo Straniero.
Sol chiede a quest’ultimo di mostrarsi, ma egli risponde che non avrebbe permesso che leggesse i suoi pensieri. Scopriamo quindi che l’elmo in cortosis lo proteggeva anche dalla telepatia. E alla domanda: “quale maestro nasconde il volto al suo discepolo?” Lo Straniero risponde “dimmelo tu”. Anche qui, come sarà per il resto della puntata, il personaggio alluderà spesso ad un passato riguardante Sol e i segreti che nasconde.
Rivediamo poi una panoramica alle tre situazioni principali, con Mae che ferisce Jecki, i due che proseguono lo scontro e Yord e Osha che discutono sullo Straniero. Anche il cavaliere afferma di non avere idea di chi o cosa fosse, e che non c’era metodo nei suoi movimenti e non seguiva le regole del combattimento. Inoltre Yord afferma che era capace di entrare nella testa dei suoi nemici, e Osha ricorda che anche sua madre ne era capace. Un dettaglio sicuramente importante, come ricorderete dalla 1×03.
Lealtà e tradimento
Nel frattempo Jecki riesce ad ammanettare Mae, ma le due vengono raggiunte dallo Straniero. Quest’ultimo butta una letale frecciatina a Mae, dicendo di imparare la lealtà da quella discepola. I due cominciano uno scontro, e anche Jecki subisce la disattivazione della spada a causa del cortosis. Ella però riesce a sfoderare la spada di Kelnacca, utilizzando così lo stile a due spade noto come Jar’Kai, marchio di fabbrica di molti Force user tra cui soprattutto Ahsoka.
Lo Straniero distoglie l’attenzione da Jecki per inseguire Mae, che aveva approfittato di quel momento per fuggire. Ovviamente la sua paura la porta ad implorare perdono per la sua debolezza, e poco prima che il suo Maestro la eliminasse sopraggiungono proprio Jecki e Sol. Continua così lo scontro, nonostante lo Straniero abbia l’obiettivo di eliminare la sua discepola traditrice. Qui ci viene mostrata la connessione fra le due sorelle, poiché Osha percepisce il pericolo di ciò che stava per accadere e convince Yord a tornare indietro. Lo fa tramite un piano che aveva ideato sfruttando i pericolosi umbramoth, creature autoctone del pianeta.
La triste morte di Jecki Lon
Poco dopo si consuma uno dei momenti più tragici della puntata: Jecki Lon riesce a togliergli la maschera, ma con una mossa a sorpresa lo Straniero divide la sua spada laser e la trafigge a morte tre volte con ferocia utilizzando la lama più corta. Non si tratta propriamente di una shoto, ma è identificata come “pugnale laser”, una novità in Star Wars che era presente sempre nelle opere fanon. Scopriamo quindi che la sua spada laser poteva dividersi e unirsi, come quelle di molti altri Force user tra cui Asajj Ventress.
La morte di Jecki, che mi ha davvero scosso, rivela anche l’identità del personaggio: si tratta proprio di Qimir, come avevo ipotizzato nelle analisi precedenti. Pur essendo molto telefonata, questa rivelazione non perde alcun pathos grazie alla magistrale interpretazione di Manny Jacinto, che con la sua espressività riesce a dare una freddezza e una spietatezza ancor maggiori al personaggio.
Sol è sconvolto dalla morte della sua padawan, ribadendo con rabbia che si trattava di una bambina. E qui lo Straniero affonda sapientemente il coltello nella piaga, dicendo che era stato lui a portarla lì a morire. Egli sbatte così in faccia a Sol un pesante senso di colpa e una nuova consapevolezza: i jedi in quel periodo non avevano mai affrontato minacce degne di nota, e il fatto che la maggior parte dei padawan fossero comunque bambini o ragazzi non aveva mai spinto i maestri a domandarsi se fosse pericoloso portarli in missione con loro.
E’ davvero un Sith?
Lo Straniero prende poi in ostaggio Mae, mentre Sol tenta di attaccarlo di spalle. Anche in questo caso, egli mette in dubbio la sua natura di jedi aumentando la già ampia frustrazione del maestro. Qui inoltre rivela di non avere un nome, ma che i jedi come lui lo chiamerebbero Sith. Egli ribadisce di volere la libertà di brandire il suo potere come meglio credeva, senza dover rispondere ai jedi. Lo Straniero voleva un discepolo, un Accolito, ma poiché Mae lo aveva tradito e smascherato avrebbe dovuto ucciderli tutti dato che per i jedi era impossibile che lui esistesse. E se lo avessero visto in faccia, sarebbero dovuti morire.
Ovviamente per tutti è assodato che Qimir sia il Sith dell’epoca, ma le sue parole e la sua descrizione ufficiale nel databank di Star Wars lasciano presagire anche altre possibilità. Infatti uno spezzone della sua descrizione ci dice che: “Sebbene alcuni lo definiscano un Sith, poco si sa di questo Force user del lato oscuro che ha addestrato Mae Aniseya in segreto.” E’ palese, anche tramite le sue parole, che egli possa anche non essere propriamente un Sith. Infatti, ipotizzando sia un Maestro in cerca di un Apprendista, egli non possiede il titolo di Darth, fondamentale per l’Ordine Sith della Regola dei Due, e soprattutto dice di cercare un accolito e non un apprendista.
In un video di approfondimento ho avuto modo di parlarvi della figura degli accoliti: si tratta di personalità vicine alla filosofia Sith ma non facenti parte di quest’Ordine. Abbiamo tanti esempi, come quello di Ventress, di Savage Opress, ecc. Sono figure del lato oscuro di cui si circondavano i Sith come Dooku senza intaccare la Regola dei Due, poiché a loro non veniva insegnato mai nulla più del necessario di base per diventare abili assassini. Ipotizzo perciò che Qimir sia un papabile apprendista del Maestro del tempo, che magari voleva un’accolito per poterlo rovesciare, oppure appunto una figura solo affiliata ai Sith.
The Acolyte 1×05 – I dubbi su Sol
Dimostrando la veridicità delle sue parole, Qimir elimina brutalmente anche Yord Fandar dopo che quest’ultimo e Osha avevano raggiunto gli altri. Anche in questo caso Mae ne approfitta per scappare, mentre viene inseguita da sua sorella, e Sol e Qimir ingaggiano stavolta un duello corpo a corpo molto violento. Sol adopera infatti uno stile molto diverso da quello votato alla difesa e visto nella 1×02, dimostrando che stava cedendo alla rabbia dopo quanto accaduto. E infatti solo Osha riesce a fermarlo prima che eliminasse Qimir senza pietà.
Ancora una volta, lo Straniero con il suo fare sadico instilla in Osha il seme del dubbio, chiedendole se fosse quello il suo Maestro e se si fidasse di lui dopo tutto quello che le aveva fatto. E soprattutto, chiede direttamente a Sol, dopo aver affermato di aver accettato la sua oscurità, cosa avesse fatto con la sua. Questo è l’altro fondamentale indizio che ci porta ancora una volta al tassello mancante, a quella parte del passato sapientemente nascosta (che non abbiamo visto nella 1×03) che legherà questi personaggi e ci mostrerà la chiave di volta delle loro scelte nel presente. Soprattutto per quanto riguarda il senso di colpa di Sol.
A questo punto proprio quest’ultimo torna in sé, dicendo che i jedi non attaccavano chi era disarmato. Poco dopo, sacrificando Pip, Osha riesce a creare un diversivo attirando gli umbramoth, che portano momentaneamente via Qimir. Ovviamente la ragazza chiede subito a Sol cosa avesse fatto affinché non dovesse fidarsi di lui, e anche qui il jedi ribadisce che le avrebbe spiegato tutto prima di essere stordito da Mae. La ragazza ha sfruttato quel momento propizio, con il suo ex Maestro fuorigioco, per tornare indietro e convincere Osha a riunirsi con lei.
Il faccia a faccia tra Osha e Mae
Quest’ultima però è colma di rabbia nei suoi confronti per tutto ciò che aveva fatto. Osha conosce ancora solo una parte di ciò che accadde quella notte di 16 anni prima, e per questo Mae afferma che i jedi l’avevano plagiata. E qui la ragazza ci mostra nuovamente tutte le sue fragilità e la sua grande dipendenza affettiva, abbracciando sua sorella e implorandola di non scegliere di nuovo loro ma lei e che le voleva bene. Sono esattamente le stesse sensazioni che aveva provato 16 anni prima, solo che come vi dicevo nelle scorse analisi all’epoca le aveva espresse tramite una violenza a cui nemmeno lei credeva, poiché non avrebbe mai ucciso sua sorella.
Nonostante Osha vacilli, piangendo anch’ella e dimostrando che le voleva bene, afferma di doverla arrestare per i suoi crimini. Dopo un altro litigio Mae utilizza il Filo per tramortirla, e compie una scelta abbastanza particolare: si taglia infatti i capelli fingendosi proprio Osha e chiedendo a Sol di tornare sulla nave. Il jedi, ancora sconvolto per tutti quegli avvenimenti, sembra non accorgersi dello scambio (anche perché ella nasconde il simbolo delle streghe che ha sulla fronte) e perciò i due tornano all’astronave. Solo Bazil sembra essersi accorto di tutto, ma sicuramente anche Sol scoprirà presto lo stratagemma. Resta solo da capire il motivo di questa scelta da parte di Mae, che dimostra ancora una volta di essere un personaggio imprevedibile. Ha intenzione di riprende la sua vendetta nei confronti di Sol, unico rimasto dalle vicende di quella sera? Ciò però la allontanerebbe ancor di più da sua sorella, e quindi potrebbe esserci dell’altro sotto.
Possibili risvolti con lo Straniero
Magari vuole spingerlo a dire la verità, poiché non sa che egli aveva promesso ad Osha che le avrebbe raccontato tutto. Lo scopriremo sicuramente nei prossimi episodi, ma nel frattempo ci spostiamo alla scena finale della 1×05, dove Qimir si libera dagli umbramoth e si imbatte in Osha dopo aver recuperato il suo elmo. Anche la sua frase finale è bellissima e davvero d’impatto: “che esseri straordinari siamo; anche nel momento del trionfo, vediamo l’abisso della disperazione.” Mentre la pronuncia, egli cura la ferita di Osha con il Force healing dimostrando di avere dei possibili progetti per lei.
Questa scena è interessante anche perché la traccia musicale in sottofondo è molto simile a quella di Kylo Ren, e anche l’utilizzo del Force healing intensifica questa similitudine. Il potere di guarire le ferite è comunque abbastanza diffuso tra i jedi: fu utilizzato come ricorderete anche da Grogu e veniva stabilmente usato anche da molti membri dell’Ordine, tra cui Stass Allie e Barriss Offee. E’ comunque inusuale che fosse utilizzato da un Sith, e questo potrebbe essere un ulteriore indizio della natura nebulosa di questo personaggio.
Si conclude così questo ricchissimo quinto episodio di The Acolyte. Voi cosa ne pensate di tutti questi riferimenti e tematiche? Ditecelo come sempre nei commenti! E continuate a seguirci anche su Facebook, YouTube, Tik Tok, Instagram e Twitter per rimanere aggiornati su tutte le novità di Star Wars.