Torna l’appuntamento settimanale con The Acolyte, che ci regala un quarto episodio (intitolato “Giorno”) ricco di ribaltamenti di fronte, azione, tematiche importanti e tantissimi riferimenti ed easter egg (ne trovate qui la video analisi). Come sempre ve ne parlo nel dettaglio di seguito!
The Acolyte 1×04: ritorno al presente
Dopo gli eventi di Brendok di 16 anni prima mostratici nella 1×03, torniamo al presente della serie. La puntata si apre sul pianeta Khofar, dove ci viene mostrato nuovamente Kelnacca intento presumibilmente a cucinare nel suo rifugio. Sui muri dell’abitazione del jedi wookiee possiamo notare molti simboli, tra cui quello della congrega di streghe di Madre Aniseya e soprattutto la ripetizione di quello che sembra ricalcare lo yin e lo yang, altro probabile riferimento ad Osha e Mae. Anche Kelnacca quindi, nonostante siano passati 16 anni da quegli eventi, è ancora ossessionato da ciò che accadde davvero quella notte (e che non abbiamo visto nella 1×03).
Ci spostiamo poi su Coruscant, dove i jedi e Osha sono tornati dopo gli eventi di Olega. Osserviamo in primis una sessione di addestramento di Jecki Lon e di altri padawan, tenuta dal Maestro jedi Lakshay. I giovani jedi si addestrano in particolare con le sciabole bokken, i bastoni d’addestramento jedi visti per la prima volta in The Clone Wars e poi in Rebels e nella serie Ahsoka. Le parole del Maestro Lakshay sono molto interessanti, poiché oltre a sottolineare la fluidità dei movimenti e la riduzione delle zone di vulnerabilità, afferma anche che dovevano massimizzare la difesa senza bisogno di colpire. E quest’ultimo precetto, ancora una volta, rappresenta l’impronta dell’addestramento jedi votato totalmente agli assetti difensivi.
Differenze tra sorelle
Osha raggiunge Jecki, e a fine lezione la saluta ringraziandola per quanto aveva fatto per lei su Olega. Anche in questo caso, come quando era piccola, Osha mostra un certo distacco emotivo: ha scoperto che sua sorella è ancora viva, ma non vuole immischiarsi nelle faccende dei jedi e lascia a loro il compito di arrestarla. Per Mae invece, sempre come quando erano piccole, la rivelazione della sopravvivenza di sua sorella sortirà un effetto ben diverso.
E’ sempre Jecki a ribadire che Osha teneva a Mae (nonostante il suo distacco), ma allo stesso tempo ella afferma che andava fermata prima che facesse altro male. E lei non poteva farlo. Si vede che Jecki e Osha hanno legato molto, e quest’ultima promette che si sarebbero incontrate di nuovo. Alla fine scopriamo inoltre che Osha avrebbe evitato di salutare il suo ex Maestro Sol, probabilmente perché sarebbe stato emotivamente complesso.
Nel frattempo Mae e Qimir approdano su Khofar, e quest’ultimo la avverte del fatto che il pianeta fosse selvaggio ed inesplorato, affermando che nemmeno i cacciatori di taglie lo avrebbero attraversato. Lui però lo aveva fatto per scovare Kelnacca, e già questo sembra essere un indizio sulla sua vera identità e potenza. Una questione di cui vi parlerò a breve; per il momento, egli dice di aver compiuto quell’impresa per aiutare Mae e non il suo Maestro.
Qimir ci tiene a ribadire che Mae doveva eliminare Kelnacca, e che la scoperta della sopravvivenza di sua sorella non cambiava nulla. Come vedremo però questo non vale per Mae, che metterà in dubbio molti aspetti della sua missione.
Le rivelazioni del Consiglio ristretto
Ci spostiamo nuovamente su Coruscant, dove è in corso il Consiglio ristretto convocato da Vernestra Rwoh. Un gruppo di jedi sta osservando un ologramma di Mae, e la Maestra Holden (altro personaggio inedito) afferma che era veloce ma debole, perché faceva molto affidamento sulle emozioni per guidare le sue azioni in combattimento. Ki-Adi-Mundi dice però che ha del talento; debutta quindi nella serie una versione giovane del Maestro jedi cereano che ben conosciamo dalla trilogia prequel. Nelle opere legends i cereani avevano un’aspettativa di vita simile a quella umana, mentre canonicamente fino a questo momento non c’erano dettagli in merito. Ora invece sappiamo che (come quella dei mirialani) era molto più lunga.
Insieme a Sol i due jedi discutono sul fatto che ella non conoscesse l’identità del suo Maestro, ma lo temeva. Il loro primo pensiero non va ai Sith, ma ad un Ordine scismatico o qualcosa di peggio, e ho apprezzato enormemente questa scelta narrativa. Ciò infatti preserva la continuity sul fatto che i jedi non sospettassero il ritorno dei sith, e non lo prendessero in considerazione nemmeno come ipotesi. Elemento che potrebbe spiegare, come altri disseminati in questa sequenza, come i jedi avessero continuato a credere che i Sith fossero estinti. Ed è emblematico che proprio colui che in Episodio I afferma che i Sith fossero estinti da mille anni sia comparso nella scena, quasi come a voler dimostrare che avrebbero pensato a tutto tranne che a quello. Il che non è affatto inusuale come si potrebbe pensare.
Tanti nemici differenti
Questo infatti amplia la visione dello spettatore abituato solo a film e serie tv e alla dicotomia Jedi/Sith. In passato questi ultimi sono stati acerrimi nemici dei jedi in più occasioni, ma di certo non furono gli unici. Parlando proprio di Ordini scismatici abbiamo ad esempio l’Ordu Aspectu, un gruppo divisosi dall’Ordine con il quale quest’ultimo intraprese una guerra nota come il conflitto di Entruvia, più di 20 mila anni prima delle vicende della saga. Scopriamo i dettagli su questo Ordine scismatico nella serie a fumetti Dottoressa Aphra 2016.
E’ anche interessante notare che all’epoca, dopo aver firmato un trattato di pace, i jedi mantennero un diritto di ispezione sulle ricerche dell’Ordu Aspectu, ritenute sempre pericolose. Anche questo elemento ci mostra che non era inusuale il fatto che i jedi tenessero d’occhio culti e ordini diversi dal loro, come vediamo nella 1×03 con la congrega di streghe di Aniseya.
Tornando al Consiglio, entra in scena proprio Vernestra che non sottovaluta la ragazza. Pur non avendo disciplina, era riuscita a sfuggire a Sol e ad eliminare due Maestri jedi. Altro aspetto molto interessante per la trama è che Vernestra afferma di essere sicura che ad addestrarla sia stato un jedi, altro possibile risvolto sull’identità del Force user oscuro. Poco dopo Ki-Adi-Mundi suggerisce di avvisare l’Alto Consiglio sulla questione. Come vi dicevo già nella 1×02 però Vernestra aveva indetto quel Consiglio ristretto per un motivo preciso.
The Acolyte 1×04 – Missione riservata
L’Alto Consiglio avrebbe avuto l’obbligo di informare il Senato sulla questione, e quello scandalo avrebbe instillato paura e anche sfiducia nei jedi. Perciò l’avrebbero risolta da soli scoprendo chi aveva addestrato Mae. Dopo aver incaricato la Maestra Holden di raggiungere Kelnacca e Mae su Khofar, Vernestra viene fermata da Sol nei corridoi. I due discutono su ciò che accadde 16 anni prima e sulla sopravvivenza di Mae, con Sol che le chiede di poterla arrestare personalmente. Vern però sottolinea che il suo legame personale con le sorelle e con quella vicenda era troppo forte, e soprattutto afferma di credere che Mae fosse solo una piccola parte del piano del suo Maestro, una mera pedina. Un mutamento che avrebbe spostato gli equilibri; e qui, il riferimento al ritorno del Lato Oscuro sulla scena galattica in attesa di ciò che accadrà 100 anni dopo è palese.
Sol riesce comunque a convincere Vernestra ad affidargli la missione, affinché Mae potesse condurli al Maestro. Per farlo, avrebbero portato con loro anche Osha. In questo loro dialogo possiamo vedere sullo sfodo un alieno della stessa specie (ancora inedita) del personaggio di Dynym Quid, comparso per la prima volta in Episodio VIII.
I “sospetti” su Qimir
La scena si sposta poi nuovamente su Khofar, dove Qimir discute con Mae su cosa significasse eliminare un jedi senz’arma. Egli sembra voler insistere con Mae sul fatto che stavolta avrebbe dovuto eliminare Kelnacca senza un’arma, e non a modo suo come nei due casi precedenti. Anche la ragazza si insospettisce e gli chiede dei suoi rapporti con il Maestro, ma lui tergiversa dicendo che gli doveva un favore e che raccoglieva persone. Ovviamente, come approfondirò di seguito, ci sono due possibilità: o è palesemente lui il Maestro (e tutti questi indizi sembrano dimostrarlo, o indurci a pensarlo) o è solo un sapiente depistaggio per il vero plot twist. Inutile dire che la seconda ipotesi sarebbe più interessante.
Infatti poco dopo Qimir tergiversa cambiando discorso. In questo frangente, Mae comincia a parlare di sua sorella. In primis definendo assurdo che fosse feccia jedi (una chiara citazione al generale Grievous) e in secondo luogo chiedendo a Qimir come stesse quando le aveva parlato. Qui il suo atteggiamento sicuro e spavaldo cambia totalmente, poiché la vediamo quasi titubante e insicura, dimostrando quanto ci tenesse ad Osha. E poco dopo, si mostra anche gelosa quando Qimir dice che sembrava affezionata a Sol.
I suoi atteggiamenti convoglieranno nella scelta successiva di abbandonare la missione e concentrarsi su sua sorella. Come ci ha sapientemente narrato il terzo episodio infatti Mae aveva già da bambina una palese dipendenza affettiva nei confronti di Osha, quasi morbosa. Perciò per lei aver saputo della sua sopravvivenza scombina totalmente le carte in tavola.
In viaggio verso Khofar
Nella scena successiva, Osha viene raggiunta da Sol mentre stava per partire. Nei corridoi vediamo molti jedi e avventori umani e alieni, tra cui anche uno di specie Tarlafar. Comparsa per la prima volta in Solo: A Star Wars Story, abbiamo rivisto di recente questa specie in The Bad Batch 3. Il Maestro Sol chiede aiuto alla ragazza, dicendole di seguirlo per quella missione. Egli ribadisce che Mae si era addolcita quando ha saputo della sua sopravvivenza, e che il suo obiettivo era quello di salvarla perché “c’è ancora del buono in lei”. Una chiara e splendida citazione alla frase che Luke rivolge al Fantasma di Forza di Obi-Wan riferendosi a suo padre. Osha perciò, nonostante abbia ancora delle remore, si convince a seguirlo.
Ci spostiamo poi sul trasporto Polan, dove Yord illustra agli altri jedi in missione che Kelnacca era stato assegnato a Khofar, ma nessuno lo sentiva da più di un anno. Tra i jedi inediti ne vediamo anche uno di specie Kel Dor: non si tratta però di Plo Koon ma di un nuovo personaggio di nome Ithia Paan. In questo frangente ci viene anche presentato Bazil, tracciatore di specie Tynnan. Sia il suo nome che il suo ruolo potrebbero essere una citazione al film d’animazione “Basil l’investigatopo”. Si tratta del debutto sullo schermo di questa iconica specie legends che fu ricanonizzata nel romanzo Catalyst, e che è apparsa per la prima volta nel romanzo del 1979 “Han Solo’s Revenge”.
Dopo un simpatico siparietto tra Bazil e Pip, Yord chiama Osha “civile” in maniera quasi dispregiativa. E’ sicuramente un altro omaggio che lo lega nei modi al personaggio di Mace Windu: ricorderete quando egli si rivolse ad Ahsoka definendola “cittadina” nella 7×11 di The Clone Wars, dopo che anch’ella aveva abbandonato l’Ordine jedi. Yord si mostra altezzoso anche quando atterrano su Khofar, chiedendo ad Osha di consegnargli il blaster. Anche in questo caso però la ragazza lo prende in giro, confermando il loro legame sin da quando erano allievi.
Pericoli esterni ed interiori
Poco dopo infatti, mentre Bazil li guida, Yord conferma di non essere seccato della sua presenza ma preoccupato per lei. Ci dice inoltre che i padawan imparavano lo shyriiwook (la lingua dei wookiee) ma anche altri idiomi. Qui vediamo anche un approfondimento del loro rapporto, che non è semplicemente fatto di punzecchiamenti: Osha prega Yord di intervenire se lei non fosse riuscita a fermare sua sorella. Ma lui ribadisce che avrebbe dovuto affrontare quella sua ferita ancora aperta e anche se stessa. Oltre a quella patina di arroganza, rivediamo in lui un personaggio con un buon cuore.
Sia Qimir e Mae che Osha e i jedi si inoltrano così nella foresta fitta, e quest’ultimo gruppo si imbatte in uno sciame di umbramoth (che sono dormienti sugli alberi). Si tratta di una sorta di falene giganti, una delle quali viene eliminata da Sol con la spada laser poiché intenta ad attaccare Osha. Come nel caso di Kashyyyk, anche Khofar pullula di moltissime creature feroci. Proprio in merito a questo attacco, poco dopo Osha e Jecki Lon affrontano un bellissimo discorso sulla morte e l’accettazione della perdita. L’attuale padawan di Sol sembra totalmente in comunione con questo concetto, dicendo che era un onore vedere qualcosa o qualcuno trasformarsi nella Forza.
In questo, ella ricalca in pieno ciò che Yoda cercò di ribadire ad Anakin: “gioisci per coloro che intorno a te si trasformano nella Forza”. E infatti Osha afferma di non aver mai accettato la morte come un vero jedi, poiché non riusciva ad accettare la perdita. Anche in questo, il suo percorso è molto simile a quello di Anakin. E qui Jecki pronuncia un’altra frase bellissima: “non ci definisce ciò che perdiamo, ma ciò a cui sopravviviamo”. Ho trovato davvero splendidi e ricchi di significato i dialoghi tra loro due in questo quarto episodio di The Acolyte.
L’ultima lezione
Mentre il sole tramonta su Khofar, segno che sta giungendo l’oscurità (non solo in senso letterale) Mae e Qimir corrono verso la dimora di Kelnacca. Anche qui, quest’ultimo sembra stranamente impaziente di raggiungere la meta e si spazientisce quando Mae vuole riposarsi. La ragazza torna ad affrontare il discorso precedente, dicendo che il Maestro chiamava quella prova “l’ultima lezione”, e che l’avrebbe imparata da sola.
Ella ribadisce che attaccare una persona indifesa andava contro tutti i principi dei jedi, e questo lo sappiamo bene. Per questo reputa impossibile uccidere un jedi in quel modo. Per Qimir però non lo era, e anche qui sembra che voglia suggerire a Mae la risposta. Come vi dicevo nell’analisi del primo episodio di The Acolyte, il discorso del Force user del Lato Oscuro era prettamente figurato. Non si trattava di eliminare materialmente i jedi con un’arma ma di estirpare la loro natura e le loro convinzioni dalle fondamenta. Qimir fa di tutto per non farla perdere d’animo, ma lei ha altri piani.
Poco dopo infatti avviene il cambiamento repentino dei suoi piani. Ella attira con l’inganno Qimir verso una trappola, dicendogli di non voler più rispettare l’accordo con il Maestro. E ribadisce che sapere che Osha era viva cambiava tutto: la sua lealtà andava a sua sorella, non al Maestro. Perciò ella si sarebbe arresa a Kelnacca e si sarebbe consegnata ai jedi, collaborando nella cattura del Force user oscuro.
La scelta di Mae in The Acolyte 1×04
Qimir, che fino a quel momento si agitava disperato, si calma improvvisamente e dice che lui l’avrebbe uccisa. Altri indizi (coadiuvati dal fatto che quel luogo era difficile da raggiungere) che sembrano portarci forzatamente a pensare che egli sia il Maestro. Quindi o è una rivelazione telefonata, oppure un depistaggio.
Parlando invece della scelta di Mae, non è affatto repentina come si potrebbe pensare a primo impatto. E per comprenderla ci viene in aiuto il terzo episodio di The Acolyte, che nel passato ci ha sapientemente mostrato la caratterizzazione di entrambe le gemelle e ci ha fatti empatizzare con loro in maniera differente. Ella aveva una vera e propria dipendenza affettiva nei confronti di sua sorella, che spesso era diventata morbosa. Osha era il suo mondo, e aver scoperto che era viva l’aveva distratta da qualsiasi altro obiettivo.
Provava sicuramente rancore per quei jedi, lo ha mostrato per Indara e Torbin (che, ricordiamolo, si è anche scusato per quanto accaduto), ma meno per Kelnacca, a mio modo di vedere proprio perché ora sa che Osha è viva. Tra l’altro, dobbiamo ancora scoprire il suo punto di vista su Brendok di ciò che accadde davvero 16 anni prima e coinvolse i jedi; solo così avremo il quadro completo della situazione. Ma al momento è del tutto plausibile il suo cambiamento, e anzi intensifica il fatto che il Maestro si sia solo servito di lei per raggiungere scopi più elevati.
Il destino di Kelnacca
Intanto Sol e Osha si ritrovano a dialogare dopo che i jedi hanno sentito l’urlo di Mae. Qui vengono aggiunti altri tasselli preziosi, poiché Sol ribadisce che entrambi avrebbero affrontato il loro passato. E afferma che quando Mae fosse stata al sicuro sulla nave, le avrebbe spiegato tutto. Anche lui quindi conosce la verità su quella notte, come avevo già ipotizzato in base ad alcuni indizi disseminati negli episodi precedenti.
Nella scena successiva Mae raggiunge il rifugio di Kelnacca, ma scopre con orrore che il wookiee è stato appena assassinato proprio dal Maestro. La sua ferita da spada laser, con la cauterizzazione ancora fumante, la fa impallidire. Proprio in quel momento, si vede il sole tramontare definitivamente e l’oscurità avvolge la scena.
Il debutto del Force user oscuro in The Acolyte
Anche i jedi giungono al rifugio di Kelnacca, intimando Mae di uscire. Osha è tesissima, mentre Mae è molto più preoccupata di ciò che sta arrivando; e anche Sol si accorge della presenza oscura che sta per incombere. Il Force user del Lato Oscuro si avvicina ad Osha, visibilmente terrorizzata, e attiva la sua spada laser a lama rossa di fronte a lei.
In quel momento tutti i jedi, a partire da Sol, sguainano le spade laser e partono all’attacco. Tutto ciò che abbiamo visto negli episodi precedenti di The Acolyte ci permette di comprendere a pieno l’enorme tensione del momento e soprattutto di intuire quanto i jedi percepissero forte quella minaccia. All’epoca, come ribadito spesso e come visto nelle puntate precedenti, i jedi non attaccavano mai per primi e non utilizzavano subito le spade laser. Qui invece fanno entrambe le cose, e capiamo il perché. Si trattava di una minaccia mai vista prima per tutti loro.
Dopo aver scagliato via Osha con un semplice tocco della mano, il Force user oscuro scaraventa all’aria tutti i jedi con la stessa sconvolgente facilità, utilizzando un Force push potentissimo. Ed è con questo debutto clamoroso che si conclude il quarto episodio di The Acolyte. Cosa ne pensate dei suoi riferimenti ed easter egg? Ditecelo come sempre nei commenti! E continuate a seguirci anche su Facebook, YouTube, Tik Tok, Instagram e Twitter per rimanere aggiornati su tutte le novità di Star Wars.