The Acolyte: Ecco perché la critica del fuoco nello spazio è assurda e denota ignoranza su Star Wars

Il fuoco nello spazio in Star Wars

Mettendo un attimo da parte la rubrica Calcoli Stellari, urge la necessità di affrontare un argomento molto “scottante” che in questi giorni sta spopolando sul web a seguito della première di The Acolyte, la nuova serie su Disney+ ambientata nell’universo di Star Wars e collocata 100 anni prima de La Minaccia Fantasma. Molti “fan” si sono ferocemente lamentati di una scena che ci presenta il fuoco nello spazio, perciò la domanda è: ha senso? Spoiler: assolutamente sì, e ora vedremo perché.

L’esplosione della Morte Nera

Cos’è il fuoco

Ciò che comunemente chiamiamo ‘fuoco’ è la manifestazione di una reazione chimica (che avviene in maniera persistente e in tempi molto brevi) associata all’emissione di luce e calore, detta combustione. Per manifestarsi, il fuoco necessita di una fonte d’innesco, di un combustibile e di un comburente: essi danno vita al cosiddetto ‘triangolo del fuoco’, che potete trovare qui sotto. Questo triangolo rappresenta perfettamente il forte legame che deve sussistere fra i tre elementi citati poc’anzi: in assenza di anche solo uno di essi la combustione non avviene, quindi il fuoco non si manifesta.

Il triangolo del fuoco.

Per spiegare la combustione in termini estremamente elementari, potete pensare che il combustibile sia ciò che ‘alimenta’ in maniera diretta il processo avviato dalla fonte d’innesco e che il comburente sia ciò che lo ‘mantiene’ nel tempo (più precisamente, fino a quando la percentuale di combustibile presente nel comburente non scende al di sotto di un certo valore). Nelle combustioni che avvengono qui sulla Terra, il ruolo di comburente viene ricoperto soprattutto dall’Ossigeno presente nell’aria che respiriamo. Ma cosa avviene nello spazio?

Il fuoco nello spazio

Un confronto tra il comportamento del fuoco sulla Terra e nello spazio.

Riprendendo un approfondimento sul tema realizzato da Focus, possiamo leggere:

“Nello spazio gli effetti dell’assenza di peso non influiscono solo sui corpi solidi, ma anche su quelli evanescenti e inconsistenti come le fiamme. […] Nello spazio, dove il peso non fa sentire i propri effetti, il gas caldo non è più leggero dell’aria circostante. Il risultato è una fiamma piccola e quasi invisibile che assume la forma di una sfera quasi perfetta.

Pertanto sì, possiamo affermare che, sotto determinate condizioni, il fuoco nello spazio ha perfettamente senso da un punto di vista puramente fisico anche nella nostra realtà. Ma andiamo ora ad analizzare il casus belli presente in The Acolyte che, come vedremo, non è altro che l’ennesimo pretesto ipocrita e privo di fondamento per attaccare la nuova serie del franchise.

La scena incriminata

Osha si appresta a spegnere il fuoco.

Nel primo episodio della serie, dopo essere stati introdotti alla protagonista Osha, ci viene mostrata una scena in cui proprio lei deve spegnere un piccolo incendio sul mercantile sul quale lavora come meknek. A partire da questa breve sequenza, il web è letteralmente esploso: commenti come “Non è fisicamente possibile!”, “Non sapete fare il vostro lavoro!”, “Non c’è aria nello spazio!” e “Go woke go broke!” (quest’ultimo, ormai, è un’immancabile perla tipica degli analfabeti funzionali che infestano Internet con le loro fesserie) sono spuntati su ogni social, soprattutto sotto i post delle pagine ufficiali di Star Wars. Quello che questi “fan” hanno dimenticato è che non è certo la prima volta che vediamo il fuoco nello spazio all’interno del franchise: già nella trilogia originale possiamo ritrovare numerosissime esplosioni e combustioni che avvengono durante le battaglie spaziali, per esempio quando vengono fatte esplodere la prima e la seconda Morte Nera, o quando i caccia TIE o gli X-Wing vengono abbattuti, o in molte altre occasioni (presenti anche nei prequel, nei sequel e nelle serie live action e animate).

L’unica “critica sensata”

L’Ammiraglio Ackbar contempla l’abbattimento della Executor durante la Battaglia di Endor.

Ricapitolando: non solo il fuoco nello spazio è fisicamente possibile, ma non è neanche una novità all’interno delle opere starwarsiane. L’unico aspetto concretamente attaccabile legato a questo argomento è la forma delle fiamme: come visto in precedenza, in condizioni di microgravità esse tendono ad assumere colori e forme nettamente diversi rispetto a quando si manifestano in presenza di una forza di gravità sufficientemente intensa (la questione del colore dipende più che altro dal combustibile e dal comburente, quindi l’inaccuratezza si restringe, concretamente, alla sola forma delle fiamme). Va tuttavia specificato che la forma globulare delle fiamme in microgravità si manifesta negli spazi chiusi, mentre la scena incriminata è ambientata all’esterno della nave. Ed è proprio qui che la critica perde ulteriormente di significato: il fuoco segue il flusso di gas che sta fuoriuscendo dalla nave e, di conseguenza, ne “ricalca” la forma affusolata; lo scoppiettìo che si sente, invece, non è altro che una suggestione di Osha che, vedendo il fuoco, rivive un evidente trauma del proprio passato.

Ad ogni modo ricordiamo, infine, che Star Wars non si è mai prodigato nel risultare particolarmente realistico a livello fisico, e avremo modo di approfondire ulteriormente questo contrasto nei prossimi appuntamenti. Pertanto, in conclusione, le critiche mosse non hanno alcun fondamento e, anzi, derivano solo dall’impellente bisogno di attaccare The Acolyte da parte di individui che, evidentemente, vivono non pochi disagi e palesano svariate lacune a livello di istruzione elementare e di conoscenza dei prodotti di Star Wars. Anche quando si tratta di pietre miliari come la Trilogia Originale.

E voi state seguendo The Acolyte? Ricordavate che il fuoco nello spazio era già presente nel franchise? Fatecelo sapere nei commenti! E continuate a seguirci, anche su Facebook, Tik TokYouTubeInstagram e TwitterVi terremo costantemente aggiornati sull’universo di Star Wars.

Alessandro Volturno: Sono Alessandro, ho 22 anni e sono un appassionato di libri, fumetti, cinema, serie tv e prodotti di intrattenimento in generale. Frequento il corso di Laurea in Matematica presso l'UniPG, ma in futuro vorrei intraprendere una carriera anche nel mondo del doppiaggio.
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