Tales of the Empire: tutti i riferimenti e gli easter egg dei corti di Morgan Elsbeth!

Morgan Elsbeth e altre Sorelle della Notte

In occasione dello Star Wars Day sono stati rilasciati su Disney Plus tutti e sei i corti della serie Tales of the Empire, dedicati a Morgan Elsbeth e Barriss Offee. Di seguito trovate tutti i riferimenti e gli easter egg (e purtroppo anche le retcon) dei primi tre dedicati a Morgan!

Tales of the Empire – primo cortometraggio

Il massacro delle Sorelle della notte

Grievous nel primo corto di Tales of the Empire

Il primo corto, intitolato “Il cammino della paura”, si apre sul pianeta Dathomir. Ci troviamo nel 20 BBY, nel pieno delle Guerre dei cloni e soprattutto durante il massacro delle Sorelle della Notte ad opera dei Separatisti guidati dal generale Grievous. La battaglia di Dathomir ci viene narrata per la prima volta nella 4×19 di The Clone Wars, e viene poi menzionata in tante opere successive.

Già in apertura, grazie soprattutto all’emozionante colonna sonora, veniamo subito catapultati nella battaglia, dove molte Sorelle della notte armate dei loro archi energetici stanno cercando di respingere i droidi B1 e B2 dell’Esercito Separatista. Tra di loro c’è anche una giovane Morgan Elsbeth, che viene salvata da sua madre proprio durante l’attacco di un droide B2. E’ interessante notare che in questo caso la giovane Morgan è doppiata dall’attrice Cathy Ang, mentre Diana Lee Inosanto (interprete del personaggio in live action) in questo caso presta la voce a sua madre, Sorella della Notte di nome Selena.

Il sacrificio di Selena

Selena si scontra con Grievous

Selena cerca di guidare Morgan ed altre giovani Sorelle verso la salvezza, ma il gruppo viene purtroppo attaccato proprio dal generale Grievous. Come se non bastasse, arrivano verso di loro alcuni droidi commando di serie BX. Selena si occupa ovviamente del generale, infondendo l’icore magico alle sue lame a forma di falce e attaccandolo. Lo scontro è molto bello e suggestivo, soprattutto per l’enorme qualità grafica, e Grievous ci mostra tutte le specialità della casa che ben conosciamo, tra le quali il suo attacco rotante con le spade laser.

Per il generale questo scontro è praticamente un gioco, come capiamo dalle sue risate sadiche e dal suo senso di sicurezza; e infatti la sua superiorità soverchiante lo porta a sconfiggere ed eliminare facilmente Selena. Egli si prenderà gioco delle sue ultime parole, “scappa”, dette a Morgan mentre quest’ultima assiste all’uccisione di sua madre ed è costretta appunto a scappare dai droidi BX. Poco dopo la ragazza si scontrerà proprio con uno di loro, riuscendo a fatica a liberarsene e perdendo i sensi nel bel mezzo del terreno in cui infuria ancora il massacro.

Il clan della montagna

Morgan con la matrona del clan della Montagna

Dopo la battaglia, Morgan viene ritrovata e portata al sicuro dalle adepte del clan della Montagna. Nel canone, e ancor prima nelle opere legends, esiste un altro clan di streghe Dathomiriane chiamato proprio Singing Mountain. Esso compare per la prima volta nel romanzo legends “Un amore per la principessa”, e viene poi citato nel canone nel racconto Bug della raccolta The Clone Wars: Stories of Light and Dark. La citazione avviene proprio in merito al massacro delle Sorelle della Notte; nello specifico, la protagonista Falta si domanda se sua figlia avesse trovato rifugio sulle montagne da parte del clan Singing Mountain.

Ed è proprio ciò che accade a Morgan, che quando si risveglia viene avvertita dalla Matrona di essere sotto la protezione del clan della Montagna. Dal suo viso scompaiono anche i caratteristici tatuaggi, segno che le Sorelle della Notte erano deboli e il loro potere e i loro incantesimi stavano sparendo.

Tristezza e paura

Morgan con due adepte del clan della montagna

Il villaggio del clan della Montagna, situato appunto su un’altura dathomiriana, presenta il classico e angusto design di tutti i villaggi di questo pianeta. E ricorda molto nello stile i luoghi visti in Jedi: Fallen Order. Dall’alto, Morgan osserva quella che fu la sua casa mentre ancora brucia; la Matrona, constatando che probabilmente non era rimasto nessuno dei suoi, la invita a rimanere con loro finché non avesse voluto intraprendere un’altra via. Tramite le opere canoniche sappiamo che qualche altra sorella della notte sarebbe sopravvissuta, come Merrin, Yenna, Shelish (madre di Deathstick), ecc.

Poco dopo, alcune adepte parlano tra loro e si mostrano preoccupate per un possibile attacco anche al loro clan; la Matrona però dice loro che non sarebbe accaduto, e invita Morgan ad unirsi a sua figlia Nali per la caccia. Mentre le due cacciano, osservano delle Piattaforme Missilistiche Pesanti dell’Esercito Separatista che sono state mandate per scoprire superstiti e completare il lavoro.

Sete di vendetta

Morgan osserva la sua casa bruciare

Morgan cerca di convincere Nali che il loro clan non sarebbe stato al sicuro, e soprattutto la invita ad agire affinché non subisse il suo stesso destino nel vedere la propria madre morire senza poter fare nulla per impedirlo. Poco dopo la ragazza ne parla proprio con la Matrona, e abbiamo la conferma che questo clan, rispetto alle Sorelle della Notte, è pacifico e non armato. E soprattutto viveva isolato ed evitava i conflitti.

Poco dopo però Nali è costretta a seguire altre adepte che si erano fatte convincere da Morgan; ella infatti aveva rivelato loro di conoscere un deposito di armi che avrebbero potuto imbracciare per difendersi. Qui le nostre si armano di archi energetici, lance e proprio delle stesse lame a forma di falce viste in precedenza, attaccando i droidi B1 e B2. Nella scena, prima dell’ingresso nel deposito, possiamo vedere anche un droide da ricognizione Ringnek, chiamato anche droide sonda separatista.

Il cammino di Morgan

Ovviamente le loro abilità in combattimento sono esigue, e mentre stanno per essere annientate compare la Matrona che utilizzando una particolare e potente magia spazza via i droidi B2. Ella ci dimostra quindi di essere molto forte in combattimento, nonostante seguisse un sentiero pacifico e non cercasse conflitti; una sorta di contraltare a Madre Talzin.

Purtroppo sua figlia Nari perde la vita durante questo scontro, e la Matrona avvisa Morgan del fatto che il suo cammino fosse ormai deciso e forgiato nel fuoco. Perciò, sola e senza più la protezione di quel clan, ella dovrà farsi strada nella galassia.

Tales of the Empire -secondo cortometraggio

Il secondo corto dedicato a Morgan, intitolato “Il cammino dell’ira”, si apre molti anni dopo il primo nell’orbita di Coruscant, dove alcuni Star Destroyer di classe Venator ne scortano uno di classe Imperial. Nonostante, come vi dirò a breve, dovremmo trovarci a pochi anni dagli eventi di Episodio IV (presumibilmente tra il 5 BBY e il 2 BBY) non era inusuale vedere ancora dei Destroyer di classe Venator. Questi ultimi infatti, che furono utilizzati dalla Repubblica durante le Guerre dei Cloni e poi dall’Impero nei primi anni della sua egemonia, erano comunque ancora in uso, seppur in minima parte, anche poco prima della Guerra Civile Galattica.

Il progetto dei TIE Defender

Morgan Elsbeth illustra il progetto dei TIE Defender

All’interno del Destroyer di classe Imperial, Morgan Elsbeth sta presentando ad ufficiali imperiali di alto rango un progetto che conosciamo bene: quello dei TIE/d Defender, che fu largamente sponsorizzato da Thrawn sia in Rebels (come ricorderete dalla terza stagione) e sia nei romanzi canonici a lui dedicati, soprattutto Tradimento. Si tratta di un caccia molto più dinamico e manovrabile dei classici TIE imperiali, e possiede anche scudi deflettori e un’iperguida, come illustra la stessa Morgan.

Comparso per la prima volta nello storico videogioco legends Star Wars: TIE Fighter, questo modello fu reintrodotto attivamente nel canone nella serie animata Rebels, nel 2 BBY. Qui Thrawn aveva intenzione di avviarne la produzione di massa presso la Fabbrica Imperiale di Lothal. Questo corto ci porta perciò alle origini di questo progetto, che scopriamo essere di Morgan Elsbeth.

Durante la riunione, un nuovo personaggio chiamato Moff Isdain (che però presenta una mostrina da Grand Moff) frena gli entusiasmi di Morgan, soprattutto per i costi esorbitanti del progetto. Egli le chiede quanto fosse fattibile la realizzazione di questi caccia, e Morgan ribadisce che il pianeta Corvus e le sue risorse, come quelle dei luoghi vicini, avrebbero potuto sostenere la produzione. Perciò, come scopriremo poco dopo anche tramite le parole di Isdain, ella era già diventata Magistrato del luogo.

Comparsa di Pellaeon in Tales of the Empire…

Il capitano Pellaeon

Purtroppo Isdain boccia in toto la sua proposta, dicendo che quando fu presentata creò molto scalpore in determinati ambienti (probabilmente per determinati ufficiali importanti). Inoltre, conclude dicendo che avrebbero comunque tratto profitto dalle risorse di Corvus e dei pianeti vicini. Perciò non sarebbe stata una collaborazione, ma puro sfruttamento. Poco dopo si presenta però un’altra persona interessata: si tratta del capitano Gilad Pellaeon, che si identifica come sottoposto di Thrawn.

Purtroppo si tratta dell’ennesima riscrittura da parte di Filoni alle opere canoniche. Thrawn e Pellaeon infatti non si sarebbero incontrati prima dell’1 BBY; fino a quel momento Pellaeon era sottoposto del Grand’ammiraglio Savit, e guidava lo Star Destroyer Harbinger come parte della terza flotta. E non siamo di certo nell’1 BBY, perché come vedremo Thrawn nel corto è ancora Ammiraglio (infatti sarebbe diventato Grand’ammiraglio nel 2 BBY).

…e retcon

Copertina di Thrawn Tradimento

Questa è l’ennesima riprova del fatto che a Filoni non interessi nulla delle opere cartacee, nemmeno se si parla di un’istituzione come Timothy Zahn. La cosa ancor più clamorosa sta nel fatto che Zahn era riuscito ad aggiustare un altro pasticcio di Filoni, che aveva inserito senza capo né coda Pellaeon nella quarta stagione di Rebels rischiando di riscrivere i romanzi pubblicati fino a quel momento (i primi due della trilogia imperiale). L’autore, paziente e lungimirante, aveva creato un ottimo quadro narrativo in Tradimento, ultimo romanzo della trilogia, per giustificare la presenza di Pellaeon al fianco di Thrawn. E ora Filoni, infischiandosene nuovamente, ha rovinato ancora una volta un’opera cartacea senza alcuna remora.

Facendo ciò, oltre a riscrivere il romanzo, ha dimostrato di continuare ad ignorare personaggi amatissimi che all’epoca si trovavano realmente al fianco di Thrawn (come Karyn Faro, poiché Eli Vanto era già altrove) e che sarebbe stato molto più coerente far comparire nel corto. Invece continua a perseverare in favore delle sue idee strampalate e della sua personale continuità, della quale si crede l’unico detentore. Tra l’altro, ciliegina sulla torta, è sbagliata anche la mostrina: qui Pellaeon presenta quella da capitano dell’esercito, con tre placche rosse e una blu, mentre quella da capitano della marina ha tre placche blu e due rosse.

Ritorno su Corvus

Tornando al corto, Pellaeon rivela a Morgan che il suo superiore lo inviava alla ricerca di persone con una particolare visione, e le chiede perché avrebbe voluto mettere al servizio dell’Impero il suo talento e le sue idee. Ed ella risponde titubante (mentendo) che l’avrebbe fatto per la gloria dell’Impero stesso. Poco dopo il personaggio fa ritorno su Corvus, dove la foresta adiacente è ancora rigogliosa. Scopriamo inoltre che ella era già in possesso della sua particolare astronave vista nella serie Ahsoka, che avrebbe fatto poi da guida per l’Occhio di Sion.

Tornata sul pianeta, Morgan viene accolta dagli abitanti della capitale Calodan e da Wing, personaggio che abbiamo conosciuto in The Mandalorian 2. Egli, dopo aver scoperto che l’Impero aveva rifiutato il suo progetto, ribadisce che aveva promesso loro lavoro e prosperità. Ma l’Impero era interessato solo alle loro risorse, e Morgan rinfaccia al popolo di essere stata lei a far prosperare quel luogo, a fortificarlo e soprattutto a dare loro la possibilità di controllare i sistemi vicini. Nonostante questo, il popolo continua ad incolparla di aver fallito. I suoi droidi assassini HK-87 però la proteggono dal malcontento generale. Tra la folla vediamo le consuete specie aliene come rodiani, aqualish e sullustiani, e anche una inedita.

Scontro con Rukh

Rukh soccombe a Morgan Elsbeth

Calata la notte, mentre Morgan si rende conto che quella non era la sua gente, viene attaccata sulle mura (di fianco alla campana vista in The Mandalorian) dal noghri Rukh, guardia del corpo e assassino che lavorava per Thrawn ed è stato ricanonizzato in Rebels. Fortunatamente in questo caso Zahn lo aveva fatto comparire già nel romanzo Alleanze, quindi nonostante i tempi ristretti e il fatto che non compaia nel primo romanzo non si tratta di una retcon.

Rukh e Morgan ingaggiano quindi un dinamico scontro, e nonostante l’abilità del noghri il Magistrato si dimostra superiore e riesce a disarmarlo e atterrarlo. Si trattava però di un test sulle sue abilità, come le dirà sempre Pellaeon, voluto ovviamente da Thrawn.

Il ritorno di Thrawn in Tales of the Empire

L’Ammiraglio Thrawn con Morgan Elsbeth

Rivediamo infatti il personaggio, che nel corto ci viene presentato come Ammiraglio (e infatti ha una mostrina con sei placche blu). Come sappiamo dai romanzi, egli ottenne il grado di Ammiraglio dopo la Battaglia di Botajef, come narrato nel romanzo “Thrawn”, e lo mantenne fino alla nomina a Grand’ammiraglio nel 2 BBY. Ma un ulteriore dettaglio di cui i due parleranno ci permetterà di restringere ancor di più il campo di ambientazione temporale del corto. Egli esordisce parlando della storia delle streghe di Dathomir e le dice di aver voluto assistere ad una dimostrazione sulle sue abilità. Il suo interesse e la sua curiosità erano figli dell’ammirazione e dell’ambizione.

Thrawn le parla del rifiuto di Isdain per la sua proposta, e concorda con lei sul fatto che fosse uno sciocco senza lungimiranza. Definisce l’Impero come un costrutto magnifico ma non privo di vulnerabilità. E soprattutto cita la debolezza dei suoi colleghi nel trascurare piccoli problemi che si ingrandiscono.

Morgan coglie subito il riferimento alla crescente Ribellione. E’ questo l’elemento che ci permette di affermare che ci troviamo in un lasso di tempo che va dal 5 BBY al 2 BBY. Il 5 BBY infatti è più o meno l’anno in cui la Ribellione cominciò ad impensierire su larga scala l’Impero, seppur non fosse ancora formata l’Alleanza Ribelle.

Lungimiranza

Il pensiero di Thrawn però era più concentrato sull’eradicare le menti superficiali, per questo gli servivano personalità come la sua. E poco dopo egli, che almeno è caratterizzato come si deve, pone in essere una previsione veritiera. Ufficiali poco lungimiranti come Isdain, che pensavano più allo sfruttamento delle risorse, avrebbero scartato progetti brillanti ma ritenuti non convenienti, soprattutto per il proprio tornaconto. Questo con il tempo avrebbe creato un esercito debole e disilluso, che avrebbe portato l’Impero a sgretolarsi. Previsione che come ben sappiamo si sarebbe poi avverata.

Perciò Thrawn le pone nuovamente la domanda alla quale aveva mentito a Pellaeon: perché cercava il favore dell’Impero? Ed ella risponde che lo faceva per vendetta. La sua gente anni prima era stata quasi del tutto annientata, e la loro cultura stava sprofondando nell’oblio. Perciò Morgan voleva il potere che le avrebbe permesso di distruggere i suoi nemici, offrendo in cambio all’Impero la sua forza.

La collaborazione tra i due

Morgan Elsbeth e Thrawn osservano gli Star Destroyer

Thrawn accetta quindi la sua offerta, dandole a disposizione parte della sua flotta. E qui abbiamo un’altra riscrittura, dato che da Ammiraglio egli non era ancora al comando della settima flotta ma della 96esima task force, che non prevedeva la presenza di più Star Destroyer al suo comando oltre il Chimaera. Anche in questo caso assistiamo alla riscrittura dei romanzi canonici sul personaggio senza alcuna remora.

E con questa neonata collaborazione tra Morgan e Thrawn, si chiude il secondo corto di Tales of the Empire.

Tales of the Empire – terzo cortometraggio

Vicini al periodo del mandoverse

Wing con l’ambasciatrice Nadura

Il terzo e ultimo corto dedicato a Morgan, intitolato “Il cammino dell’odio”, si apre su Corvus, anni dopo le vicende del secondo. Come capiremo dagli indizi disseminati nella puntata, ci troviamo presumibilmente nel 9 ABY, poco prima delle vicende di The Mandalorian 2×05. Fuori dalla capitale Calodan atterra un trasporto della Nuova Repubblica; si tratta in particolare di un CSS-1 Corellian Star Shuttle, trasporto visto per la prima volta in Episodio I. Da qui scendono delle guardie di sicurezza della Nuova Repubblica, che scortano un’ambasciatrice. Con loro c’è anche un droide astromecca; anche se dal design sembra essere di serie R6, più avanti scopriremo essere un R8.

Gli R6 erano largamente utilizzati dalla Nuova Repubblica sia nel periodo di The Mandalorian che della trilogia sequel; essi compaiono infatti per la prima volta in Episodio VII. Anche gli R8 furono utilizzati nel periodo della Nuova Repubblica; li troviamo però nelle opere legends post trilogia di Thrawn, soprattutto il romanzo Visione del Futuro. Un’eccezione canonica, anche in merito al periodo in cui è impiegato, è quella di R8-B7, droide di Mace Windu in The Clone Wars.

Scopriamo che l’ambasciatrice si chiama Nadura, e proveniva proprio da lì. Ella fa parte di una specie inedita (che infatti avevamo visto anche nel corto precedente), e nota subito il clima di terrore che aleggia tra i cittadini. Le scout guard di Morgan tengono tutti sotto controllo, e sembra che in quel luogo non filtrassero nemmeno le informazioni dall’esterno.

Dialogo con Morgan

Nadura cerca il dialogo con Morgan Elsbeth

Wing infatti dimostra di non saperne niente del nuovo governo e soprattutto della caduta dell’Impero Galattico. Nadura era lì come ambasciatrice per proporre l’annessione del pianeta alla Nuova Repubblica, dopo un’assemblea speciale tramite la quale si puntava ad annettere anche i mondi più lontani. Nadura, pensando che magari anche il Magistrato fosse cambiato come gli assetti galattici, decide di voler parlare con Morgan. Nessuno però la vedeva da tempo, nonostante la sua milizia e i mercenari che la circondavano facessero lavorare la popolazione giorno e notte.

L’ambasciatrice entra quindi nella dimora del Magistrato, e rivediamo Morgan con gli abiti che indossava in The Mandalorian 2; anche l’ambientazione è del tutto simile a quella della serie, altro segno del fatto che gli eventi sono vicini e consequenziali. Nadura le dice di aver fatto richiesta al Senato affinché Corvus diventasse pianeta membro della Nuova Repubblica, a condizione però che il Magistrato si facesse da parte e soprattutto allentasse la morsa anche dai sistemi vicini; se non avesse obbedito, sarebbe stata arrestata.

Lo scontro

Morgan Elsbeth con gli abiti che indossa anche in The Mandalorian 2×05

Nel loro dialogo, Morgan ricorda la fuga di Nadura e il suo rifiuto di lavorare per lei; allo stesso tempo, dopo essere stata accusata di schiavizzare la popolazione, ella ribadisce che aveva avuto una visione e avrebbe portato a compimento il suo destino. Si tratta sicuramente della volontà di raggiungere Peridea, come sappiamo dalla serie Ahsoka, ma non solo (come scopriremo a breve). Dopo aver rifiutato di consegnarsi per i suoi crimini, il Magistrato ordina di uccidere Nadura, che fugge via mentre le guardie di sicurezza vengono eliminate una ad una. Ella, mentre fugge, chiede ad R8 di inviare un segnale di soccorso.

Le scout guard di Morgan distruggono il trasporto della Nuova Repubblica, e Nadura viene ferita mortalmente. Come se non bastasse, tramite una sorta di punizione/monito (derivante dal richiamo al fumo precedente e alle fiamme del suo passato), le sue guardie bruciano la foresta circostante. Ora anche l’ambientazione esterna si trasformerà in quella vista in The Mandalorian 2×05, dove la cenere degli alberi di Corvus continuava a volare nell’aria.

Oppressione e speranza

Morgan Elsbeth nel finale del terzo corto

Morgan stringe quindi la sua morsa e il suo controllo sulla popolazione, dicendo che avrebbero continuato a lavorare notte e giorno per contribuire a salvare la galassia dalla rovina. E’ probabile che la popolazione stesse lavorando alla costruzione dell’Occhio di Sion, e che Morgan si riferisse al ritorno di Thrawn quando parlava della salvezza della “nostra” galassia. Nel frattempo, Wing si avvicina a Nadura. L’ambasciatrice gli infonde speranza, dicendo che l’aiuto sarebbe arrivato e che egli avrebbe dovuto fare la sua parte; nel parlargli, gli mostra un comunicatore che sta inviando il segnale di soccorso.

Poco dopo dal comunicatore sentiamo l’inconfondibile voce di Katee Sackhoff: è Bo-Katan Kryze quindi ad intercettare quel messaggio. Nessuno però le risponderà, anche perché Morgan distrugge il comunicatore e dice a Wing che nessuno sarebbe arrivato ad aiutarli. Come sappiamo le cose andranno diversamente, e poco dopo saranno Ahsoka e Din Djarin a liberare Corvus dalla tirannia del Magistrato.

Si chiudono così i corti di Tales of the Empire dedicati a Morgan Elsbeth. Voi cosa ne pensate? Ditecelo come sempre nei commenti! E continuate a seguirci anche su FacebookYouTubeTik TokInstagram e Twitter per rimanere aggiornati su tutte le novità di Star Wars.

Gaetano Vitulano: Studente di Giurisprudenza, cinefilo incallito, nel tempo libero promotore della sacra religione di Star Wars come founder de "L'Insolenza di R2-D2". Insolente quanto basta, cerco di incamerare la mia creatività nella scrittura, nell'oratoria, e soprattutto nell'arte della risata.
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