In occasione dello Star Wars Day è stata rilasciata su Disney Plus la serie di corti animati Tales of the Empire, che ci presenta tre cortometraggi dedicati a Morgan Elsbeth e tre dedicati a Barriss Offee. Di seguito trovate la mia recensione, come sempre prima senza e poi con spoiler!
I corti di Tales of the Empire
La serie è formalmente una seconda stagione di Tales of the Jedi, e ne mantiene quindi il format pur presentandoci personaggi e vicende legati all’Impero Galattico. Dopo Dooku e Ahsoka, le protagoniste sono Morgan Elsbeth e Barriss Offee. Tutti e sei i cortometraggi ci mostrano una qualità grafica impressionante, che si nota dalle ambientazioni più ampie fino ai dettagli più impercettibili. E’ innegabile che questa serie sia un piacere per gli occhi, e ovviamente anche i combattimenti e le scene d’azione scorrono in maniera armoniosa e coinvolgente. Il tutto è condito da una colonna sonora incalzante e sempre ricca di tensione, composta dal mitico Kevin Kiner, leggenda che ha legato il suo nome a quasi tutti i prodotti animati di Star Wars.
Come per la prima stagione, il format di cortometraggio pone in essere però alcune problematiche in merito alla narrazione. In alcuni corti infatti si ha la percezione di trovarsi di fronte ad occasioni narrative perse, e soprattutto di aver assistito ad esercizi di stile fini a se stessi. Non sempre si ha la sensazione che si sia davvero scavato a fondo nella psiche delle protagoniste, anche perché quando la solita trafila di personaggi noti si esaurisce, si percepisce il “vuoto narrativo” di queste storie. E’ vero che si parla di corti della durata massima di 15 minuti, ma serie come Visions ci hanno dimostrato che è possibile dare un forte impatto emotivo anche in poco tempo. E questi prodotti lo avevano fatto con storie e personaggi inediti, quindi teoricamente dovrebbe essere più facile farlo con protagoniste ben note.
Oltre a questo, purtroppo alcuni corti presentano l’ormai onnipresente problema di ogni produzione targata Dave Filoni: la presenza di retcon a dir poco fastidiose, che ancora una volta rovinano i prodotti cartacei. Questa volta, nemmeno le opere di Timothy Zahn sono state esenti da queste scelte scellerate.
D’ora in poi vi parlerò di Tales of the Empire con spoiler, non proseguite la lettura se non avete visto i corti!
I corti di Morgan Elsbeth
I corti di Morgan ci presentano la sua vita in tre epoche diverse: quella delle Guerre dei Cloni, con il massacro delle Sorelle della Notte, quella imperiale che la vede come Magistrato di Corvus e dove si allea con Thrawn, e quella della Nuova Repubblica in cui stringe la sua morsa sul pianeta. Il primo corto è decisamente il più suggestivo ed emozionante, almeno nella prima parte: lo sterminio delle Sorelle della Notte è ben trasposto, e complice il sadismo di Grievous la tensione si percepisce in maniera eccellente. Poi però si spegne un po’, con un finale abbastanza semplicistico e telefonato; un difetto che accomuna molti dei corti successivi.
Il secondo purtroppo è quello che presenta le odiose riscritture ai romanzi canonici di Thrawn, ma ve ne parlerò a breve. Si tratta di un corto molto equilibrato e più “riflessivo”, e infatti sarebbe tra i più interessanti se non fosse per il solito pasticcio di continuity. Il personaggio di Thrawn è ben caratterizzato, poiché dimostra come sempre di avere una visione lungimirante e lontana anni luce da quella semplicistica dei suoi colleghi. Purtroppo però il suo inserimento rimane ancorato ad una dimensione prettamente imperiale e priva di qualsiasi accenno alle vicende riguardanti l’Ascendenza. Ma, date appunto le riscritture di cui vi parlerò a breve, credo che ormai possiamo scordarci che verranno mai approfondite queste dinamiche e le vere intenzioni del personaggio.
L’ultimo corto ci presenta l’ambientazione del mandoverse, e si collega direttamente alle vicende in cui incontreremo Morgan per la prima volta. Narrativamente approfondisce le motivazioni dietro al suo essere ricercata dalla Nuova Repubblica come criminale, e soprattutto ci presenta la sua risoluzione drastica nei confronti della popolazione di Calodan, e quindi lo stadio ultimo della sua oscurità. In questo caso ho molto apprezzato la parte finale, soprattutto il sacrificio di Nadura e il suo ultimo dialogo con Wing.
Le riscritture di Tales of the Empire
E arriviamo alle problematiche di continuity, che come detto minano gli eventi del secondo cortometraggio. Come abbiamo visto, ci viene presentato Pellaeon come sottoposto di Thrawn, ed entrambi sembrano lavorare insieme da molto tempo. I due però all’epoca non si erano ancora incontrati, e non si sarebbero incontrati prima dell’1 BBY; fino a quel momento Pellaeon era un sottoposto del Grand’ammiraglio Savit, e guidava lo Star Destroyer Harbinger come parte della terza flotta. E ovviamente non siamo nell’1 BBY, perché Thrawn nel corto è ancora Ammiraglio (infatti sarebbe diventato Grand’ammiraglio nel 2 BBY).
E’ l’ennesima riprova del fatto che a Filoni non interessi nulla delle opere cartacee, nemmeno se si parla di un’istituzione come Timothy Zahn. La cosa ancor più clamorosa sta nel fatto che Zahn era riuscito ad aggiustare un altro pasticcio di Filoni, che aveva inserito senza capo né coda Pellaeon nella quarta stagione di Rebels rischiando di riscrivere i romanzi pubblicati fino a quel momento (i primi due della trilogia imperiale). L’autore, paziente e lungimirante, aveva creato un ottimo quadro narrativo in Tradimento, ultimo romanzo della trilogia, per giustificare la presenza di Pellaeon al fianco di Thrawn.
E ora Filoni, infischiandosene nuovamente, ha rovinato ancora una volta queste opere senza alcuna remora. Facendo ciò, oltre a riscrivere il romanzo, ha dimostrato di continuare ad ignorare personaggi amatissimi che all’epoca si trovavano realmente al fianco di Thrawn (come Karyn Faro, poiché Eli Vanto era già altrove) e che sarebbe stato molto più coerente far comparire nel corto. Invece continua a perseverare in favore delle sue idee strampalate e della sua personale continuità, della quale si crede l’unico detentore. Portando avanti soprattutto una visione più legata alle opere legends; e questo vale come beffa ancor più assurda, visto che Zahn si è visto prima cancellare queste opere, e poi quelle che ha riscritto per il nuovo canone. Davvero avvilente, ma ho avuto modo di approfondire la questione nell’analisi easter egg, dato che ci sono altre riscritture.
I corti di Barriss Offee
I cortometraggi dedicati a Barriss sono l’esempio perfetto dell’andamento decrescente dei contenuti narrativi, che pian piano si svuotano. Il primo corto è meraviglioso, complice ovviamente l’ambientazione che tutti conosciamo. Siamo nel pieno del post Ordine 66, con la nascita dell’Inquisitorio e l’annessione di nuovi adepti in questa neonata organizzazione. Ho apprezzato molto la reazione di Barriss a questi cambiamenti: né totalmente assente né troppo repentina e convinta, come è stato rispettivamente nei casi degli altri due jedi messi alla prova.
Le atmosfere della Fortezza di Nur in costruzione, il carisma del Grande Inquisitore e la presenza costante ed opprimente dell’oscurità (incarnata dal cameo di Vader) sanciscono ovviamente un ingresso emozionante e di grande impatto di Barriss nell’Inquisitorio.
Ma già con il secondo corto si comincia ad accusare il colpo della piattezza narrativa, almeno nella seconda parte. Molto suggestiva e cruda la strage della Quarta Sorella nei confronti degli abitanti del villaggio che avevano nascosto la posizione del jedi sopravvissuto, ma poi le questioni si dissolvono in un bicchier d’acqua. Barriss infatti, dopo lo scontro della Quarta Sorella con il jedi, torna in sé e ripudia la vita da Inquisitrice. Dopo 11 anni dal suo ritorno sullo schermo, ho trovato un po’ uno spreco questa risoluzione affrettata.
E soprattutto ho trovato uno spreco non sfruttare occasioni narrative che sarebbero state emotivamente perfette, come il faccia a faccia magari con la sua Maestra Luminara Unduli. C’erano mille modi di rendere questa vicenda struggente ed indimenticabile, poiché sappiamo da anni che Luminara fu catturata e poi assassinata dal Grande Inquisitore. E invece nulla di nulla; e fa ancora più rabbia, sapendo che quando potrebbe Filoni non sfrutta queste occasioni, mentre quando si tratta di riscritture inutili è sempre in prima fila.
E il terzo corto è un po’ l’emblema di tutte queste problematiche. Barriss è l’ennesimo personaggio redento in un nanosecondo che porrà in essere un’ulteriore redenzione. Per carità, è uno schema narrativo bellissimo, ma qui è giostrato in maniera piattissima a mio parere. Il suo rapporto con la Quarta Sorella infatti non è abbastanza forte da creare una bella tensione emotiva, e la sequenza di quest’ultima nella grotta l’ho trovata priva di mordente e quasi soporifera. Anche perché ci viene presentato un salto temporale presumibilmente lunghissimo (almeno 10 anni se non di più) dalle vicende dei primi corti, e lo spettatore perde quel poco pathos che era stato costruito.
Altra dimostrazione del fatto che queste opere di Filoni, se spogliate dal loro contesto e background ormai consolidato (che sia l’Ordine 66 o qualsiasi altro importante evento che di per sé genera emozioni), non riescono mai ad attecchire ottimamente a livello di scrittura e di caratterizzazione dei personaggi. Perché ci mostrano dinamiche sempre uguali, che pur essendo iconiche stancano se non c’è un po’ di brio nella proposta.
Perciò, al netto di un comparto tecnico eccellente e di alcuni corti (o parte di essi) degni di nota, la storia si ripete sia in merito ad una certa piattezza narrativa sia in merito a gravi riscritture di opere canoniche. Voi cosa ne pensate di Tales of the Empire? Ditecelo come sempre nei commenti! E continuate a seguirci anche su Facebook, YouTube, Tik Tok, Instagram e Twitter per rimanere aggiornati su tutte le novità di Star Wars.