STOP sanità pubblica: dopo i 50 anni vietate le visite gratuite, per lo Stato non vale la pena salvarti | Niente screening, niente visite, niente aiuti

Stop alla sanità pubblica (Canva foto) - www.insolenzadir2d2.it
Il Ministero dell’Economia blocca l’emendamento per estendere gli screening gratuiti: un nuovo dramma nella sanità pubblica.
La prevenzione è spesso presentata come il pilastro fondamentale di un sistema sanitario moderno. Eppure, nel momento in cui servirebbe tradurre questa idea in scelte concrete, le porte si chiudono.
Nessuno se lo aspetta, ma quando si supera una certa età o se si è troppo giovani, lo Stato sembra smettere di considerarti una priorità. La notizia non è ancora di dominio pubblico, ma riguarda una questione che potrebbe coinvolgere milioni di donne in tutta Italia.
Si è parlato a lungo della necessità di rafforzare i programmi di screening per intercettare le malattie oncologiche il prima possibile.
Un intervento che salva vite, alleggerisce le strutture ospedaliere e riduce il costo delle cure. Ma quando le parole si scontrano con la realtà delle scelte politiche, emergono segnali inquietanti. Il problema non riguarda solo le pazienti, ma anche l’intero sistema di sanità pubblica, che pare sempre più selettivo.
Sanità pubblica: paura e incertezza dopo il “No”
Nelle intenzioni c’era la volontà di estendere gratuitamente gli screening mammografici anche a chi oggi ne è escluso, ovvero le donne tra i 45 e i 50 anni e quelle tra i 70 e i 74. Una proposta apparentemente di buon senso, capace di rendere più giusto l’accesso alla prevenzione. Eppure qualcosa è andato storto. Nessun proclama, nessun titolo di giornale: solo un silenzioso “no” che ha fatto saltare tutto.
Nel frattempo, in Parlamento si discute di liste d’attesa, di accesso ai servizi, di sanità che deve tornare al centro. Ma nei fatti, le scelte concrete sembrano andare altrove. Chi resta fuori da questi provvedimenti, si ritrova escluso da un sistema che dovrebbe invece prendersi cura di tutti, indipendentemente dall’età o dalla fascia di reddito.

Il ministero dice no per mancanza di coperture
La notizia è arrivata in modo secco e definitivo: il ministero dell’Economia ha bocciato un emendamento che prevedeva uno stanziamento di 6 milioni di euro l’anno per allargare la fascia d’età degli screening mammografici. Come riporta Today, la proposta era stata approvata dalla commissione Affari sociali, ma bloccata dalla commissione Bilancio per problemi di copertura. Il progetto prevedeva una sperimentazione triennale, da finanziare con fondi pubblici.
L’emendamento, firmato dalla senatrice Elena Murelli e sottoscritto anche da altri membri della maggioranza, intendeva avviare campagne regionali per intercettare i tumori al seno in quelle fasce d’età oggi escluse. Il diniego del MEF, rappresentato dalla sottosegretaria Sandra Savino, ha però bloccato ogni possibilità. Così, a fronte di discussioni su fondi miliardari per altri settori, non si trovano 6 milioni per la salute delle donne.