Dal 13 settembre è disponibile su Disney Plus il nuovo special LEGO Star Wars: Rebuild the Galaxy, un’avventura ricca di divertimento, easter egg pazzeschi ma anche e soprattutto grandi emozioni. Di seguito trovate la mia recensione, come sempre prima senza e poi con spoiler!
Rebuild the Galaxy, folle e profondo
Il prodotto si presenta nello stile come un classico special LEGO Star Wars, ma è diviso in quattro episodi da circa 20 minuti l’uno. Una scelta che ho trovato abbastanza strana dato che è una storia univoca, ma comunque non ne inficia troppo la visione. Rebuild the Galaxy ha tutte le caratteristiche che hanno fatto la storia degli special LEGO Star Wars: è irriverente, presenta una marea di citazioni ed easter egg e mette in scena tematiche cardine del franchise, soprattutto quelle dei legami familiari e dell’amicizia. Ma ha una marcia in più rispetto ai suoi predecessori sia per la profondità con cui vengono affrontate queste tematiche e sia per il contesto narrativo.
Quello che infatti poteva sembrare un semplice “What If” dai trailer rappresenta una struttura narrativa molto più ambiziosa. I protagonisti dovranno avere a che fare con una galassia totalmente sconvolta e ricombinata, non solo per personaggi e situazioni ma anche temporalmente. Viene creato un vero e proprio universo alternativo all’interno del quale si approfondiscono le vicende dei protagonisti.
I personaggi classici inoltre non avranno un ruolo principale, facendo spazio ai due fratelli Sig e Dev Greebling, al jedi Bobarian Afol (alias Jedi Bob, ma non chiamatelo così in sua presenza), all’irriverente e avventata pilota Yesi Scala e al simpatico droide Gonk Servo. Uno degli aspetti che ho più apprezzato è proprio il fatto che tutti i protagonisti principali sono ben costruiti e l’attenzione dello spettatore si rivolge subito alle loro vicende più che soffermarsi solo sulle storie dei personaggi che tutti conosciamo.
Soprattutto nel rapporto tra Sig e Dev e nel destino di Jedi Bob e Sig stesso, che dovranno affrontare una cupa e oscura realtà in merito ai cambiamenti apportati nella galassia. Ma ora parliamo di spoiler, non proseguite la lettura se non l’avete visto!
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Trama e personaggi
La storia comincia sul pianeta Fennesa, dove i fratelli Sig e Dev vivono come pastori di Nerf. Già questa è una splendida citazione, poiché nelle opere legends questo pianeta era abitato proprio da pastori che allevavano nerf di montagna. La vicenda ci viene presentata come il più classico dei viaggi dell’eroe. Sig ha un grande potenziale nella Forza ma vuole vivere una vita tranquilla, mentre Dev lo spinge ad osare di più. Ben presto i due si imbatteranno in un vecchio Tempio Jedi, in cui troveranno un artefatto potentissimo: si tratta della pietra angolare, un mattoncino che una volta spostato riscrive praticamente la storia e le fattezze della galassia.
Tutti i mattoncini infatti si staccano e si riformano scombinando lo spazio-tempo: Sig, che viveva nella galassia che tutti conosciamo anni dopo le vicende della saga degli Skywalker, si ritrova in un altro universo dove l’Impero e la Ribellione si danno ancora battaglia ma in maniera del tutto diversa da come lui, e tutti noi, lo ricordavamo. I soldati imperiali sono cloni, e soprattutto sono cloni dell’Ammiraglio Ackbar. Le navi imperiali e della Ribellione sono X-Wing e TIE Fighter mischiati tra loro, appare il Dark Falcon, e tanto altro. Ma la sorpresa più grande è che a comandare l’Impero c’è il temibile Sith Darth Dev (che sta per Devastator) che non è altri che il fratello di Sig.
Il primo obiettivo del ragazzo, aiutato da Yesi (che però come gli altri non ha ricordi della sua vita passata), Servo e Jedi Bob è quello di ripristinare la sua galassia. Dopo essere fuggiti da Darth Dev e dalla sua spietata apprendista Darth Rey, Jedi Bob gli spiega che esiste una particolare categoria di jedi, quella dei costruttori, affiancata dai temibili Sith demolitori. Bob racconta proprio la sua storia, dicendo che era un costruttore a guardia del Tempio di Fennesa e della pietra angolare. Egli però omette un importante dettaglio riguardante il suo passato e soprattutto il destino della galassia.
Splendido e minuzioso citazionismo, ma non solo
Nel loro viaggio i protagonisti incontreranno tutti i personaggi più iconici di Star Wars, ma in vesti completamente diverse. Tra i Sith (che sono più di due) abbiamo ad esempio Darth Nubs, Darth Rose Tico, Darth Kit Fisto e il mitico Darth Jar Jar. Di contro, tra i jedi vedremo Palpatine, Vader, Jabba, Cad Bane, ecc. Oppure tra i ribelli ci saranno Yoda, Grievous, Mace Windu. Luke Skywalker vive sempre su Tatooine, che però è un luogo balneare in cui si trova Mos Eisley Marina. Egli non è l’eroe che Sig ricorda, ma uno scapestrato pilota di sgusci che però sentirà presto il richiamo dell’altruismo.
Anche all’interno della Cantina Marina le reference sono talmente tante che è impossibile riportarle tutte. Anzi è bellissimo scoprirle passo dopo passo perché vi faranno ridere a crepapelle. Soprattutto la controparte di Maul in questa galassia, o anche citazioni e battute molto più sottili su eventi della saga conosciuta che faranno la gioia dei fan più attenti. In questo senso, vi strapperà una risata anche l’attuale partner di Leia Organa.
Ma come vi dicevo Rebuild the Galaxy non è un prodotto di pregevole fattura solo per le continue citazioni, ma anche per le profonde tematiche che propone. Dev e Sig infatti si troveranno spesso l’uno contro l’altro, uno come demolitore e l’altro come costruttore, nell’eterno ed affascinante dualismo tra luce e oscurità di un legame fraterno. E il protagonista, oltre che tenere a bada suo fratello cercando di scovare del buono in lui, dovrà fare anche i conti con la rivelazione di jedi Bob.
Tematiche profonde e finale agrodolce
Bob infatti racconta il suo passato e di come a sua volta, quando era un padawan, aveva alterato la galassia creando quella che tutti conosciamo. E ora Sig, avendola rimescolata, non avrebbe più avuto modo di tornare indietro. L’unica cosa che potevano fare era ristabilizzare quella galassia e proteggerne l’integrità dai malvagi piani distruttivi di Dev. In questo senso avviene anche un intelligente riferimento alla questione canone/legends del franchise.
Non si tratta perciò di uno special LEGO semplicemente intriso di citazionismo, ma propone veri e propri archi narrativi e un finale aperto e sotto certi aspetti “cupo”, a livello concettuale. Un elemento che vi farà subito venir voglia di vedere un sequel. In tutto questo, anche lo stile grafico è un marchio di garanzia. Come in The LEGO Movie, si tratta di una CGI che richiama l’effetto stop-motion.
Se proprio vogliamo trovargli un difetto, è sicuramente quello dell’assenza di R2-D2 tra la foltissima schiera di personaggi presentati. Ma confido in un sequel per avere anche il nostro mitico droide in azione e scoprire chi è diventato in questa galassia! Vedrete LEGO Star Wars: Rebuild the Galaxy? E se l’avete visto, che ne pensate? Ditecelo come sempre nei commenti! E continuate a seguirci anche su Facebook, YouTube, Tik Tok, Instagram e Twitter per rimanere aggiornati sulle offerte e tutte le novità di Star Wars.