Credo di dover mettere le mani avanti sin da subito dicendo che L’Impero Colpisce Ancora non è solo il miglior lungometraggio fino ad ora uscito della saga di Star Wars, ma anche uno dei migliori film di fantascienza mai realizzati.
Ora, io amo sia Star Wars che la fantascienza, e dunque queste frasi mi suonano un po’ dure da esprimere, anche scritte su di uno schermo.
Quindi perchè questo film è così bello?
Semplicemente perché è il perfetto sequel di un già ottimo film.
Rende giustizia a tutti quei personaggi che avevamo intravisto in Una Nuova Speranza, facendoli brillare di luce propria in un universo vibrante e pieno di pianeti esotici, con una personalità grande quanto i personaggi stessi che vi agiscono.
La crescita e l’addestramento di Luke ricoprono un ruolo importantissimo; non a caso, infatti, l’incontro con il Maestro Yoda avviene nel film centrale della trilogia, nella parte intermedia del film.
Viene dunque rimarcato il passato, dato vigore al presente e presagito in maniera drammatica il futuro.
La grandezza non conta. Guarda me, giudichi forse me dalla grandezza? Non dovresti farlo infatti, perché mio alleato è la Forza, ed un potente alleato essa è! La vita essa crea ed accresce, la sua energia ci circonda e ci lega; illuminati noi siamo, non questa materia grezza! Tu devi sentire la Forza intorno a te, qui, tra te, me, l’albero, la pietra, dovunque! Sì, anche tra la terra e la nave.-Yoda
La pellicola, dunque, non solo completa ciò che già era presente, ma dona del nuovo.
A proposito di personaggi
La realizzazione dei costumi e delle scenografia denota una cura maniacale per i dettagli, un mondo abissale nascosto in pochi fotogrammi ed iconici abiti (vedi un certo Boba Fett).
Come non citare poi l’Imperatore; con la sua prima comparsa in assoluto in tutto lo splendido disgusto e terrore da lui emanato.
Essi sono personaggi più grandi di quelli finora visti, quasi a volerci dire che le cose si fanno più dure, la fiaba si sta oscurando e le prove dei personaggi si faranno più ardue.
Caratteristiche tecniche
Irvin Kershner fa un lavoro magistrale, rassicurando i terrori di Lucas, che, non a torto, sentiva il suo fato e quello della saga legati all’esito di questa pellicola.
La gestione della fotografia è impeccabile; il sonoro, per l’epoca eccezionale, ha ancora oggi dalla sua uno dei più grandi lavori di John Williams di sempre.
Non si può non citare, infine, il superbo lavoro in fase di montaggio e sugli effetti speciali, che già avevano reso famosa la saga di Star Wars con il primo episodio e che poi, nel 1980, avevano portato veicoli eccezionalmente fantasiosi come gli AT-AT nel mondo reale, rendendoceli così concreti da poter tranquillamente dire che un mondo dove loro camminano non può essere poi così tanto lontano dal nostro.
Avvicinarci dunque ai nostri sogni fanciulleschi: non è forse questo il motivo per cui continuiamo a guardare e riguardare Han Solo che risponde con un laconico “lo so” al “ti amo” di Leia, o il magico addestramento di Yoda e Luke, moderni Artù e Merlino, in un contesto diverso?