Ad oggi Star Wars abbraccia sicuramente una delle fanbase più grandi dell’intero pianeta: sotto certi aspetti la saga potrebbe persino essere comparata ad una religione. Ma come tutti i media cinematografici con una fanbase così grande (come ad esempio Star Trek, Doctor Who, Harry Potter, ecc.) spesso accade che ampie schiere di fan si accaniscano proprio contro il prodotto che tanto amano. Riguardo a Star Wars, queste critiche sembrano essere aumentate negli ultimi anni.
Ma le aspre critiche alla saga coprono solo gli episodi più recenti (quelli posteriori all’acquisizione Disney) o hanno radici più profonde nel passato? Nell’articolo racconterò le maggiori critiche che sono state rivolte ad ogni episodio della saga.
Episodio IV – Una Nuova Speranza
Non possiamo che partire dal capostipite della saga, l’episodio che ha reso possibile la nascita del mito. Una Nuova Speranza, tra i tanti elementi a suo favore, possedeva molti ingredienti importanti per il successo: zero aspettative (anche a causa delle difficoltose premesse), zero fanbase (ovviamente), innovazione cinematografica e un pizzico di Campbell, Kurosawa, Flash Gordon ed altri prodotti. Un mix vincente che ha permesso a Lucas di creare il “film perfetto”. Per questo motivo Episodio IV è l’unico film a cui non venne mossa nessuna critica, in quanto rivoluzionò gli effetti speciali e il cinema stesso. Fu la pellicola che rivoluzionò inoltre il concetto di merchandising cinematografico, fino ad allora pressoché inesistente.
Se proprio vogliamo trovare una critica inerente alla pellicola, dobbiamo ricercarla nelle Edizioni Speciali posteriori (a partire dal 1997), in quanto a molti fan non andò giù che fossero aggiunte scene ed effetti in CGI che spesso cozzavano con la natura pratica degli effetti del film. Ovviamente, inutile dirlo, questa non fu una critica rivolta al film ma alle scelte di Lucas.
Episodio V – L’Impero Colpisce Ancora
Qui le cose iniziano a farsi interessanti. Quello che oggi è considerato il capolavoro della saga alla sua uscita venne recepito positivamente da molti fan, anche se a detta di altri non ebbe l’impatto visivo del primo film. Parecchi giudizi negativi vennero espressi sia dalla critica cinematografica sia da parte di alcuni fan, che in quegli anni, vuoi per l’evoluzione del modo di fare cinema, vuoi per le aspettative e quant’altro, avevano criticato duramente questo e tantissimi altri film oggi considerati dei cult. Molte delle suddette critiche sostenevano che il film fosse troppo simile al precedente e che non aggiungesse nulla di nuovo, come potete vedere dalle recensioni del New York Times o del Washington Post. In questo video invece potete vedere come Siskel e Ebert, due dei più famosi critici cinematografici dell’epoca (e non solo), difesero il film dalle critiche mosse dal loro collega John Simon.
Al tempo, inoltre, uno dei più famosi Plot Twist della storia del cinema venne recepito in maniera positiva dai bambini più che dagli adulti. Anche perché già prima di Episodio V la cosa venne spoilerata da una semplice supposizione di David Prowse rilasciata poco dopo l’uscita di Episodio IV. Probabilmente al tempo Lucas non aveva ancora pensato di considerare che Vader fosse il padre di Luke. Ma questa è una storia che potete seguire nel documentario “I’m Your Father” che si trova su Netflix.
Episodio VI – Il Ritorno dello Jedi
Episodio VI è il film della trilogia originale che venne distrutto quasi quanto i Prequels. Se da un lato le recensioni di Episodio V vennero quasi tutte cambiate, per il Ritorno dello Jedi i Top Critics continuano ancora oggi a ritenerlo un film debole rispetto ai primi due. Le ragioni sono più comprensibili, in quanto non si fermano al “ci sono gli Ewoks” come molti sostengono, ma a scelte di trama,arco dei personaggi e una regia sottotono rispetto al capitolo precedente. Una delle prime critiche mosse al tempo fu quella del piano di Luke per salvare Han Solo, in quanto consisteva nel farsi catturare, mettendo a rischio la vita di tutti i personaggi e successivamente fare un massacro. I critici si chiesero anche il perché non fosse andata la Ribellione a salvare Han Solo, se egli era così importante.
Il regista di Episodio VI Richard Marquand, inoltre, all’epoca non era considerato un buon cineasta e la sua filmografia parlava chiaro. Tant’è che venne considerata una scelta di consolazione per Lucas, il quale (non è un mistero) aspirava addirittura a Lynch per il capitolo finale della sua trilogia. Tornando alle critiche, anche l’arco narrativo di Han Solo e Leia non ne fu esente. Considerando che esso si era concluso in Episodio V, molti lamentarono la mancanza di un ruolo emotivo e interessante all’interno della storia, in quanto il rapporto tra i due viene portato avanti da un banale fraintendimento per la parentela tra Luke e Leia. Di conseguenza si criticò anche il fatto che il film girasse completamente intorno a Luke e Vader, dando ruoli minori e marginali a due dei personaggi più amati dal fandom.
Le critiche più conosciute
Sempre in merito a Il Ritorno dello Jedi, conosciamo quelle che sono anche oggi le critiche più conosciute. In primis la massiccia presenza degli Ewoks e il fatto che essi sconfiggano l’Impero, nonché la presenza di una seconda Morte Nera. Anche l’happy ending della pellicola, oggi amato da tutti, fu criticato da molti all’epoca. Addirittura Gary Kurtz, Lawrance Kasdan, Mark Hamill e Harrison Ford non erano d’accordo in merito a quella scena finale. Tutti concordavano sul volere la morte di Han Solo (soprattutto Ford stesso, che lo ribadiva già dagli episodi precedenti) mentre Hamill e Kurtz auspicavano per il passaggio di Luke al lato oscuro, dando un finale amaro al film in cui padre e figlio governavano la galassia, sconfiggendo sia l’Imperatore che l’Alleanza Ribelle.
Episodio I – La Minaccia Fantasma
Molti ricorderanno l’hype mostruoso che precedette l’uscita della pellicola al cinema. Il ritorno di Star Wars, il film più atteso del secolo: gente che comprava i biglietti di film a caso per vedere il trailer per poi uscire dalla sala, il delirio più totale. Inizialmente la critica e il pubblico elogiarono la pellicola, ma in meno di 2 anni il film venne rivalutato negativamente. Molti cominciarono a criticare alcune scelte, come l’inserimento dei Midi-chlorian e di Jar Jar Binks e le sue gag. Altri puntarono le loro critiche verso la recitazione, la regia, la fotografia e una mancata caratterizzazione dei personaggi.
Mostri sacri come Natalie Portman, la cui carriera stava per essere rovinata dopo i Prequels, e Ewan Mcgregor risultavano goffi, con la voce robotica e senza anima. Per molti il tutto era dovuto alla qualità dello script e dei dialoghi, oltre che ai set creati con Blue-Screen che non permettevano agli attori di impersonare i personaggi al meglio. La presenza di R2-D2 e C3-PO, invece, venne presa come mero fanservice da parte dei fan, in quanto essa cozzava completamente con quanto detto da Obi-Wan in Episodio IV. Oltre al fatto che quell’insolente di R2-D2 sapesse fin troppo degli avvenimenti senza mai “dire” niente a nessuno. Il già citato Roger Ebert difese il film in quanto preambolo alla vera caratterizzazione di Anakin nei film posteriori. Ma con l’uscita del capitolo successivo comincio a ricredersi..
Episodio II – L’Attaco dei Cloni
Qui infatti nemmeno il grande critico Roger Ebert riusci a difendere la saga di George Lucas. Il film venne fortemente criticato, come il predecessore, per l’uso preponderante della Computer Grafica, sia in merito gli ambienti che agli alieni. Comunque, il maggior difetto per molti è consistito nel casting di Hayden Christensen, nonché nelle battute di Anakin. Battute che ancora oggi sono oggetto di scherno da parte di molti. Altro problema principale fu la totale assenza di caratterizzazione del protagonista e di un suo arco narrativo. Il suo rapporto con Obi-Wan non è mai stato esplorato più di tanto, se non con rimproveri continui da parte del maestro jedi e con continue lamentele da parte del giovane padawan.
Anche la love story, fulcro centrale di questo episodio e dell’evoluzione del personaggio, ha portato i fan a criticare aspramente il film. Il loro rapporto, andando oltre le solite battute sulla “sabbia”, si concentra spesso su discorsi politici e morali, come ad esempio il discorso di Anakin sul funzionamento di una dittatura o sull’aver ucciso donne e bambini per vendetta. E molti fan si chiesero come potesse una persona come Padmé innamorarsi di Anakin, vista l’arroganza e gli sguardi creepy nei confronti della senatrice. Persino il combattimento finale da molti non viene considerato niente di che per quanto riguarda le coreografie, rispetto al suo predecessore.
Episodio III – La Vendetta dei Sith
Capitolo finale dei Prequels, esso risulta il più apprezzato di questa trilogia grazie anche alle aspettative oramai basse. Il film ebbe riscontri generalmente positivi dalla critica. Eppure anche per questo Episodio III i critici non si risparmiarono, sia per quanto riguarda la regia (che era decisamente migliorata rispetto ai due capitoli precedenti), sia per quanto riguarda i dialoghi. Le critiche erano le medesime in merito alla regia in quanto la presenza continua della CGI poteva risultare disturbante.
Nel caso delle critiche alla recitazione, permettetemi di entrare a gamba tesa in difesa degli attori (si persino di Christensen). Come potete vedere in questo video, non fu certamente facile recitare in quelle condizioni; quindi più che colpa degli attori essa è da ricercare in George Lucas. Le critiche comunque furono abbastanza ampie anche a livello narrativo, sia per l’incapacità di Anakin di comprendere che Palpatine fosse il signore oscuro dei Sith, sia per il suo facile passaggio al Lato Oscuro.
Episodio VII – Il Risveglio della Forza
Dopo Episodio I, Episodio VII è stato uno dei film più attesi della storia del cinema. Il film è stato apprezzato in modo quasi unanime dalla critica, mentre alcuni fan lo hanno massacrato in quanto per loro il film che ha rilanciato la saga è solo un “remake di Episodio IV” che non aggiunge nulla di nuovo alla saga. E che quindi ha elementi della trama molto simili a tutta la trilogia originale, spesso invertendo unicamente i ruoli e le vicende. Altra critica è quella di essere una pellicola esclusivamente “fan service” per i nostalgici della trilogia originale: come nel caso della scena della “scacchiera”,del “drone” di addestramento o della Starkiller Base (denominata la “Terza Morte Nera”).
La sua presenza in effetti era evitabile, ma purtroppo l’ingerenza della Bad Robot ha spinto per la sua introduzione. L’assenza o modifica di quest’ultima in un semplice Star Destroyer avrebbe reso sicuramente la cosa meno ridondante per i fan.
Altra critica mossa nei confronti del film, lanciata dallo sceneggiatore Max Landis, è quella di avere una protagonista troppo forte e senza difetti definita Mary Sue, termine utilizzato per le fan-fiction. Che, per chiunque abbia studiato cinema o letto qualsiasi libro di Syd Field, Weyland, Campbell o McKee non ha alcuna valenza. Tuttavia il personaggio ha in parte un difetto di scrittura che può essere evidenziato da questo video. Infine si arriva a Kylo Ren, criticato per il suo aspetto fisico, per le sue reazioni e infine per essere stato ferito a morte da Chewbacca e battuto da Rey. Insomma, gli anni passano, le generazioni cambiano, ma le critiche dei fan non finiscono mai.
Rogue One: A Star Wars Story
Primo Spin-Off della saga, definito da molti Rouge One per qualche strano motivo, è il primo film dai toni più maturi, fatto più per chi è cresciuto con la saga e meno per i bambini che devono approcciarsi ad essa. Ma anche qui i fan si sono divisi, chi per partito preso (coloro che oramai devono criticare qualsiasi prodotto Disney), chi perché magari ha notato alcuni difetti di caratterizzazione simili ai Prequels. Partiamo però con le critiche più evidenti: in primis il solito “fanservice”, come la presenza in CGI di Tarkin e Leia. Da molti addirittura la scena finale con Vader è considerata “fan service”: una sequenza volta ad accontentare i fan e aumentarne l’apprezzamento per il film. Per alcuni simile a quella di Yoda che combatte alla fine di Episodio II.
Altra critica fu portata al montaggio del film, effettuato dal montatore di Suicide Squad. Molti lamentarono il continuo ping pong dei protagonisti tra un pianeta e l’altro. Per finire, la critica a cui accennavo prima sulla caratterizzazione dei personaggi, definita bidimensionale e incoerente con il loro arco narrativo. Ad esempio viene mostrato parecchio di come è la protagonista da bambina, ma ben poco di come sia da adulta; in merito ripropongo il video mostrato prima di Lessons From the Screenplay.
Episodio VIII – Gli Ultimi Jedi
Il capitolo che ad oggi divide di più il fandom: le critiche ad Episodio VIII sono andate dal “non è Star Wars” al “è una copia di Episodio V e VI”. Anche in questo caso, nonostante il riscontro positivo da parte della critica, i fan non hanno smesso di analizzare sotto la lente di ingrandimento ogni singolo difetto della pellicola. A partire dalle gag comiche, forse alcune eccessive per la saga, ma senza mai superare la linea di demarcazione introdotta da i Guardiani della Galassia e spesso in linea con un Episodio VI e I. Fino ad arrivare al personaggio di Luke, per molti definito troppo distante dal carattere che il nostro eroe aveva nella trilogia originale. Da citare la critica al mancato approfondimento del background di Snoke, nonché molte altre che è inutile ricordare, dato che se ne discute proprio in queste settimane.
Se questi possono essere definiti difetti “soggettivi”, sicuramente per molti fan e per il pubblico in generale sarà difficile digerire la scena del volo di Leia, che fallisce principalmente nella sua esecuzione e nella realizzazione più che nell’idea stessa, che non è incoerente con le vicende dell’Universo di Star Wars.
Solo: A Star Wars Story
Solo, lo spin-off dedicato alle avventure della nostra canaglia preferita, è l’ultima pellicola rilasciata e forse la più “sfortunata” della saga. Complice una campagna di marketing abbastanza scarna, il film ha incassato molto meno degli altri del nuovo corso Disney. Tra le critiche più aspre alla pellicola quella della scelta dell’interprete del protagonista, l’attore Alden Ehrenreich. Molti di coloro che ritenevano il personaggio di Han Solo intoccabile hanno mantenuto la loro considerazione anche dopo la visione della pellicola, nonostante una buona interpretazione del giovane attore.
Alcuni hanno criticato la mancanza di “spirito starwarsiano” nella pellicola, conseguenza di una visione d’insieme lontana da quella della saga principale. Alla fine dei conti, considerando tutti i problemi che hanno martoriato lo sviluppo di questo spin-off, si può dire che si tratti di una pellicola godibile.