Star Wars, 5 anni dall’acquisizione Disney: facciamo un bilancio

Il logo Disney e l'acquisizione di Lucasfilm. Da: youtube

Era il 30 Ottobre del 2012. Esattamente 5 anni fa venne ufficializzata l’acquisizione della Lucasfilm Ltd. da parte della Walt Disney Company, per la cifra di 4,05 miliardi di dollari. Questa data ha segnato una svolta epocale per il franchise di Star Wars. Ad un quinquennio di distanza da tale evento, moltissimi elementi ci permettono di discutere su come questa mossa abbia influito sulle sorti di Star Wars e sui progetti futuri in merito a questo universo straordinario.

Cosa ha rappresentato per il brand questa acquisizione? Quale sarebbe stato il suo destino se non fosse avvenuta? Quali basi sono state gettate per il futuro? E’ proprio su questi interrogativi che si snoderà la suddetta analisi.

Il “Risveglio” di Star Wars

Il CEO Disney Bob Iger.
Da: macrumors

Non è difficile immaginare che se questa acquisizione non fosse avvenuta, ad oggi il franchise di Star Wars non avrebbe lo stesso risalto mediatico e popolare che stiamo vivendo. Non che questo sia un male, anzi: noi fan di vecchia data avremmo coltivato la nostra passione come sempre, cercando di coinvolgere più gente possibile. Probabilmente sarebbe andata avanti la pubblicazione di prodotti che oggi considereremmo Legends (soprattutto romanzi e fumetti) o anche di qualche titolo videoludico. Ma è innegabile che ciò che è successo 5 anni fa abbia sancito un “Risveglio” del brand, un vero e proprio rinascimento di Star Wars. Ricordo bene quel periodo, e uno dei primi sentimenti che mi travolse quando appresi questa notizia fu lo scetticismo, unito però ad una grande emozione.

Dopo questi fantomatici 5 anni, posso dire con certezza che quello scetticismo è stato spazzato via da tempo. Il lavoro di Lucasfilm e Disney, in tutti i media (non solo quello cinematografico) è votato a due scopi ben precisi: non “rovinare” il franchise e rafforzarne la coesione tra le opere. Approfondirò questo concetto, di cui abbiamo già parlato spesso in passato, più avanti.

La nuova trilogia

Il logo di Episodio VIII

Indubbiamente la novità più eclatante in merito al nuovo corso Disney è stata l’annuncio di una nuova trilogia di Star Wars. Ad oggi, possiamo dire di essere quasi a metà di questo percorso, poiché manca davvero pochissimo all’uscita nelle sale cinematografiche di Episodio VIII, The Last Jedi. Pellicola che ci dirà molto sul tono che assumerà questa trilogia, cominciata nel 2015 con Il Risveglio della Forza. Su Episodio VII abbiamo già affrontato ogni tipo di discussione: in linea di massima, è pura follia affermare che il film sia stato un fallimento, dati i riscontri eccezionali di critica, pubblico e guadagni. Ma, ovviamente, come tutte le pellicole ha i suoi difetti. Come detto, abbiamo dedicato altri focus a questo argomento (e tanti altri ne dedicheremo).

Ad oggi, è impossibile fare un bilancio completo in merito alla nuova trilogia, dato che ne vedremo la conclusione nel 2019. Quello che possiamo dire con certezza è che questi tre film sono il prodotto di punta del nuovo corso di Star Wars. Hanno avvicinato a questo universo straordinario milioni di bambini e ragazzini in tutto il mondo, come successe a noi nel 1977 e nel 1999. Hanno risvegliato la febbre per Star Wars e, soprattutto, ci hanno donato quella sensazione di mistero e di attesa che non vivevamo da tempo.

Le pellicole stand-alone

Darth Vader nella scena finale di Rogue One.
Fonte: Youtube

Al fianco delle pellicole della saga principale, con il nuovo corso Disney hanno preso piede anche gli spin-off. Anche qui siamo ancora in corso d’opera: nel 2016 è uscito Rogue One, nel 2018 ci sarà “Solo“, appunto lo stand-alone su Han Solo, e nel 2020 quello su Obi-Wan Kenobi. Anche in questo caso, possiamo sbilanciarci parlando sicuramente di un esperimento riuscito. Rogue One è la prova assoluta di questa affermazione. Come ben sappiamo, anche Lucas tentò in qualche modo di affrontare questo esperimento, ma i risultati, per vari motivi, furono pessimi: basti pensare all’Holiday Special, o ai film sugli Ewok.

Ovviamente, la situazione ed il contesto erano completamente diversi, e queste pellicole non avevano di certo le pretese di diventare prodotti di punta. Ma non era scontato che dopo l’acquisizione Disney gli spin-off potessero fare breccia nel cuore dei fan, e tutt’ora molti hanno delle ampie riserve in merito a questi film. Ma, come abbiamo potuto constatare, questi prodotti non sono di serie b. E, oltre ad espletare la funzione di intrattenimento, contribuiscono alla fantomatica coesione di cui vi parlerò tra poco.

Il nuovo canone di Star Wars

Una piccola guida del nuovo canone di Star Wars

Ed eccoci qui, siamo giunti al tema più caldo e alla rivoluzione più grande apportata dal nuovo corso Disney. Come sappiamo, a partire dal 2014 ogni prodotto a tema Star Wars, ad eccezione dell’esalogia (ovviamente), della serie animata The Clone Wars e del fumetto Darth Maul – Figlio di Dathomir sono stati dichiarati non canonici e uniti sotto il marchio di Legends. In questo modo, eventi e personaggi presenti in moltissimi fumetti, romanzi e videogiochi storici sono finiti in questo limbo, in attesa di essere ripescati e reinseriti nel canone (come è successo, ad esempio, con il Grand’ammiraglio Thrawn). Ovviamente non sarà così per tutti.

Abbiamo già parlato di questa svolta epocale, e di come sia stata criticata con forza da molti fan dei prodotti ormai Legends. E’ innegabile che moltissime di queste storie siano dei capolavori, ma bisogna ammettere che altre invece rasentano il ridicolo. Tra situazioni ingarbugliate e personaggi troppo potenti, in molti prodotti si perse quello che era il bandolo della matassa.

La sfida del nuovo canone, invece, è quella di creare in primis un filo conduttore tra tutte le opere a tema Star Wars (quindi film, serie tv, fumetti, romanzi, videogiochi) e in secondo luogo dare alla storyline un ordine ed una coesione precisi. Dopo 5 anni, questo disegno prende sempre più forma: lo abbiamo visto e lo vedremo negli spin-off, lo vedremo nella fusione tra la serie Rebels e Rogue One, che a sua volta si è incastonato alla perfezione con Episodio IV. Lo vediamo e lo vedremo con i fumetti usciti e in uscita, che approfondiranno personaggi e situazioni minori e non solo (ad esempio la miniserie su Phasma). Lo vedremo persino nella campagna singleplayer di Battlefront II, che avrà una storia ricchissima e assolutamente canonica.

Serie TV, romanzi e fumetti

I personaggi di Rebels. Da sinistra a destra: Sabine, Kanan, Chopper, Ezra, Hera e Zeb
fonte: Screen Rant

L’ho accennato sopra, per la coesione del nuovo canone le opere al di fuori dell’ambito cinematografico sono vitali. Non si parla più, infatti, di “media minori”, ma di opere che hanno la stessa dignità delle pellicole cinematografiche. Ecco perché nessuno, ad oggi, dovrebbe prescindere dal vedere le serie animate o leggere i prodotti cartacei di Star Wars. Sono opere ricche di dettagli e storie meravigliose, che nel loro sviluppo svelano interessanti indizi e retroscena sugli scenari mostrati nelle pellicole. Prendiamo ad esempio la trilogia di romanzi di Aftermath: ambientata tra Episodio VI ed Il Risveglio della Forza, ci svela dettagli geopolitici della Galassia lontana lontana che le nuove pellicole non possono, per forza di cose, ampliare.

Per non parlare delle serie TV: la quarta e ultima stagione di Rebels è appena cominciata, ma non è difficile immaginare quanto sarà emozionante vederla collegarsi con Rogue One. Visti, soprattutto, i bellissimi easter egg che la pellicola ci ha regalato in merito alla serie. Questo è solo uno dei tanti esempi che si potrebbero fare in merito a questa coesione tra i media.

Bilanci galattici

Carrie Fisher e Rian Johnson sul set di Episodio VIII.
Da: slash film

Se pensiamo a quanta carne al fuoco c’è dopo soli cinque anni da questa operazione, si prospetta di certo un futuro emozionante in merito a Star Wars. Ad oggi abbiamo avuto la prova (anche se non ce n’era bisogno) che coloro che lavorano alla Lucasfilm sono persone che amano e conoscono Star Wars alla perfezione. Ritengo, come ho già approfondito in quest’altro articolo, che sia abbastanza infondata la paura di molti che la Disney potesse “rovinare” il brand. Rovinare significa snaturare, rendere piatto e senza valore un argomento. Fino ad ora il novanta per cento delle storie (facenti parte del nuovo corso) che ho visto e letto mi hanno emozionato.

In ognuna di queste storie (alcune più, altre meno) ho ritrovato il sapore genuino di Star Wars, non solo un mero prodotto creato per vendere. Finché questa sensazione resterà viva, non solo in me o in altri fan, ma soprattutto in coloro che creano queste storie, la strada percorsa sarà inevitabilmente quella giusta.

 

Gaetano Vitulano: Studente di Giurisprudenza, cinefilo incallito, nel tempo libero promotore della sacra religione di Star Wars come founder de "L'Insolenza di R2-D2". Insolente quanto basta, cerco di incamerare la mia creatività nella scrittura, nell'oratoria, e soprattutto nell'arte della risata.
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