Lo Star Destroyer: il Simbolo dell’Impero
Cosa pensate quando immaginate l’Impero Galattico? Ovviamente alla sua flotta. Essa è il fulcro del potere militare con il quale l’imperatore Palpatine impone il suo volere. Ma quando si pensa alla flotta imperiale c’è una sola nave che più di tutte balza alla mente dei fan di Star Wars: lo Star Destroyer. Questa nave era così usata tra i pianeti dall’impero, da divenire quasi un suo simbolo di egemonia, al pari delle effigie imperiali.
Ogni cittadino che guardava su e scrutava quella gigantesca figura che si stagliava lungo il cielo, poteva sentirsi al sicuro o oppresso, a seconda delle varie simpatie. Queste navi erano, oltre che iconiche, anche dei micidiali strumenti.
Una storia gloriosa
Gli Star Destroyer sono i diretti discendenti degli Star Destroyer Classe Venator usati durante la Guerra dei Cloni dal contingente repubblicano. Durante l’espansione dell’Impero, Darth Sidious ordinò una massiccia produzione di nuove navi da guerra per estendere il proprio dominio fino ai confini della galassia, riconvertendo stabilimenti di produzione civile ad uso militare. Così fabbriche come quelle di Corellia, Fondor, Kuat, sfornarono decine di migliaia di esemplari di questa tipologia di nave. Si stima che all’apice della potenza imperiale, la flotta poteva contare sulla presenza di circa 25000 Destroyer pienamente operativi. Il confronto, da questo punto di vista, vedeva i ribelli in netto svantaggio.
In realtà esistono due classi di Star Destroyer, l’Imperial I e II. Per il primo, l’ultimo esemplare uscito dalla catena di produzione era il Devastator, nave ammiraglia di Darth Vader durante gli eventi di Episodio IV. L’Imperial II, abbastanza simile nell’aspetto e nella forza, è stato prodotto dal 5 BBY in poi come diretto discendente del primo. D’ora in poi ci riferiremo all’Imperial I.
Potenza Tecnologica
Durante il corso della saga, molte volte gli Star Destroyer hanno mostrato i muscoli, rendendo altre navi ribelli ridicole nel confronto di potenza. Lunghi all’incirca 1600 metri, portano con sé un equipaggio composto da 37000 addetti alla nave e 9700 stormtrooper. L’autonomia a livello di scorte di una nave del genere è di due anni, con tutte le provviste inserite nei depositi nella parte inferiore della nave insieme agli hangar dei veicoli e delle navette. Al secondo livello troviamo gli alloggi, le sale per l’allenamento, e le celle di detenzione. Man mano che si sale, troviamo poi i generatori di scudi, le comunicazioni, fino al ponte di comando.
Veicoli
Ogni Star Destroyer contiene al suo interno numerosi veicoli aerei e terrestri, rendendoli dei veri e propri centri di comando mobili, da cui è possibile guidare attacchi e difese in una enorme molteplicità di situazioni. Ognuna di queste navi ha 72 Caccia Tie, 8 navette Classe Lambda, 20 camminatori AT-AT, 30 AT-ST o AT-DP e 15 Trasporti per Truppe. Un vero e proprio piccolo contingente da invasione. Ma è forse nelle battaglie spaziali che questa nave mostra veramente di che pasta è fatta.
Armi
Lo Star Destroyer è equipaggiato con una batteria di 60 cannoni Turbolaser e 60 cannoni ionici e 10 raggi traenti solo nello scafo. Nella parte superiore abbiamo una miriade di altri sistemi difensivi sia a corto che a lungo raggio.
Piccoli problemi di cuore
Nonostante queste caratteristiche, molte volte gli Star Destroyer si sono trovati in difficoltà nelle veloci incursioni ribelli ad opera dei caccia X-Wing. Distruggere il sistema di scudi, volando estremamente vicino alla nave, vuol dire mettere in difficoltà rapidamente tutto il complesso sistema. Le esplosioni tendono, infatti, se non rapidamente isolate, a propagarsi per tutta la nave fino a farla letteralmente implodere dall’interno. Oppure, se pensate sia necessario distruggerne uno, potete semplicemente scegliere di usare una navetta hammerhead per farne scontrare due in volo, e mettere KO entrambe. Vi ricorda qualcosa questa tattica?
https://www.youtube.com/watch?v=BZMepnUqpo8