“Solo”: 3 errori da non commettere al cinema

Han Solo e Chewbacca in Solo: A Star Wars Story, crediti a Lucasfilm

A pochi giorni dal debutto nelle sale cinematografiche di Solo: A Star Wars Story, ci sentiamo in dovere di esprimere alcune importanti considerazioni sulla visione dello spin-off. Considerazioni derivate soprattutto dalla critica italiana al film. In primis è doveroso sottolineare la cosa più importante: ognuno è libero di vivere la pellicola come vuole, senza imposizioni. Vi sono state però alcune critiche negative ad elementi della pellicola che obiettivamente non possono essere posti a giudizio.

Altra considerazione sacrosanta è che ognuno può vivere la sua passione per Star Wars come vuole, ed esprimere liberamente opinioni sia negative che positive. Ma le critiche devono sempre rispettare la doverosa conoscenza del contesto dello spin-off.

L’importanza dell’ambientazione

Immagine dal trailer di “Solo: A Star Wars Story”

Una delle critiche che girano sul web riguardo al film (dopo la premiere di Los Angeles e la presentazione a Cannes) è il fatto che “quasi non sembra un film di Star Wars“. Quasi certamente ci si riferisce soprattutto alla mancanza di Jedi o Sith. Con tutta probabilità in questa pellicola non compariranno infatti le iconiche figure della saga, e quindi neanche i combattimenti con le spade laser. Ma il motivo di questa assenza è più che valido. Non avrebbe senso un’apparizione dei jedi, dato che siamo nel pieno dell’egemonia imperiale (la pellicola è ambientata dieci anni prima di Una Nuova Speranza). A questo punto posso immaginare la vostra domanda: “non ci potrebbe essere l’apparizione di Darth Vader come in Rogue One, o addirittura di Palpatine?

Personalmente credo che neanche in merito ai Sith vedremo nulla (o quasi). Ricordate le parole di Han Solo in Episodio IV? “Io ho girato questa galassia in lungo e in largo. Ho visto un sacco di cose curiose, però non ho visto niente che mi abbia convinto che esiste un’unica, onnipossente Forza che controlla tutto quanto. Nessun campo di energia mistica controlla il mio destino. Sono soltanto dei semplici trucchi e delle idiozie“. Come sappiamo da sempre, Han inizialmente è scettico nei confronti della Forza. La presenza o l’incontro con un Jedi/Sith andrebbe a sconvolgere completamente questo punto fermo riguardante il suo scetticismo.

Quindi se ci fosse un cameo di Vader o altro, sicuramente non avverrebbe di fronte agli occhi del giovane Han. Ecco perché in questo spin-off potrebbe risultare forzato un inserimento di questo tipo. E’ facile comprendere i motivi per i quali è inutile criticare la pellicola per la probabile mancanza di Jedi, Sith o spade laser.

I momenti comici

Han Solo gioca a Sabacc con Chewbacca probabilmente contro Lando, in una scena dello spot tv “Crew”

Uno degli elementi più criticati di Episodio VIII è stata la presenza, secondo molti fan, di troppi momenti comici. Una critica che per The Last Jedi si può condividere o meno, ma che sarebbe alquanto ridicola se venisse mossa anche per lo spin-off su Han Solo. Nella trilogia originale la nostra canaglia era uno dei personaggi che più teneva le redini dei momenti comici. E’ ovvio che uno spin-off a lui dedicato sia quasi interamente basato su una comicità di fondo non indifferente. Questo elemento inoltre è stato più volte ribadito dalla Lucasfilm, dagli sceneggiatori dello spin-off e dai registi (Lord e Miller prima, Ron Howard poi): Solo sarà un film scanzonato e divertente.

Il consiglio per coloro che potrebbero rimanere delusi dallo stampo della pellicola è quello di restare a casa. Se vi aspettate momenti drammatici conditi da gag sporadiche non ha alcun senso guardare il film per poi criticarlo per la sua eccessiva comicità. Sarà questo lo stampo predominante di Solo: A Star Wars Story. Un film divertente, con ambientazioni “sporche, brutte e cattive“, alla scoperta delle peggiori canaglie e dei luoghi più malfamati della Galassia.

Harrison o Alden?

Harrison Ford e Alden Ehrenreich.
Fonte: Hypable

L’ultimo elemento, rispetto ai due precedenti, è prettamente un consiglio. Andare a vedere la pellicola con la convinzione che Alden Ehrenreich debba imitare pedissequamente l’Han Solo di Harrison Ford non ha senso, poiché porterebbe inevitabilmente ad una critica negativa. L’esempio lampante sono state le critiche mosse all’attore per la sua poca somiglianza all’iconico Ford. Bisogna sforzarsi di capire che quello ad essere portato sullo schermo non è lo storico attore, ma il personaggio. Solo scindendo le due interpretazioni si potrà dare un giudizio obiettivo (sia positivo che negativo, ovviamente) alla performance di Ehrenreich.

Detto questo, la cosa migliore da fare è andare al cinema con la consapevolezza di passare un paio d’ore in assoluta spensieratezza, senza pretese enormi. Ognuno di noi darà poi il suo personale giudizio, ma cerchiamo di non commettere gli errori di sempre: osannare all’inverosimile la pellicola facendone una crociata personale, o al contrario denigrarla portando a giudizio elementi incontestabili. Facciamo in modo che il nostro unico pensiero sia quello di tornare finalmente a vivere un’altra avventura nella Galassia lontana lontana!

Gaetano Vitulano: Studente di Giurisprudenza, cinefilo incallito, nel tempo libero promotore della sacra religione di Star Wars come founder de "L'Insolenza di R2-D2". Insolente quanto basta, cerco di incamerare la mia creatività nella scrittura, nell'oratoria, e soprattutto nell'arte della risata.
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