Slave I: l’iconica astronave di Boba Fett cambia nome?

La Slave I in The Mandalorian

Sembra esserci aria di cambiamento nel merchandise di una delle astronavi più iconiche di Star Wars, la Slave I di Boba Fett. Stando ad un recente report, quest’ultima non verrà più identificata con quel nome. Vediamo di seguito tutti i dettagli!

Il cambiamento della Slave I

Set Lego Star Wars della Slave I

Stando a questo report, la LEGO avrebbe ricevuto alcune direttive da Disney riguardanti i nuovi set della Slave I, che d’ora in poi saranno identificati come “Boba Fett’s Starship”, e cioè “L’astronave di Boba Fett”. Un nuovo set da 478 pezzi, che mostrerà il nuovo nome della nave (e presenterà le minifigure di Boba Fett e The Mandalorian), sarà disponibile ad agosto.

Non la chiameremo più Slave I“, ha rivelato il Lead Designer di LEGO Star Wars Michael Lee Stockwell. “Questa è l’astronave di Boba Fett.” “Tutti stanno abbandonando il nome di Slave I“, ha aggiunto il direttore del design di LEGO Star Wars Jens Kronvold Frederiksen. “Probabilmente non è qualcosa che è stato annunciato pubblicamente, ma è solo qualcosa che la Disney non vuole più usare“.

Anche se per LEGO non è certo una novità questa pratica (moltissime altre navi sono identificate con il nome del loro proprietario) le ipotesi più accreditate per questa scelta potrebbero essere due: o la cosa avrà a che fare con la prossima serie live action The Book of Boba Fett (dove magari ci verranno rivelate alcune sorprese in merito), oppure il cambio di nome potrebbe derivare dalla volontà di allontanarsi dall’utilizzo della parola “Schiavo”. Negli USA, a seguito delle proteste per il Black Lives Matter, molti marchi hanno eliminato parole come “slave” o “master“.

Cosa ne pensate di questa scelta? Fatecelo sapere nei commenti! E continuate a seguirci anche su FacebookYouTubeInstagram TwitterVi terremo costantemente aggiornati sull’universo di Star Wars.

Fonte

Gaetano Vitulano: Studente di Giurisprudenza, cinefilo incallito, nel tempo libero promotore della sacra religione di Star Wars come founder de "L'Insolenza di R2-D2". Insolente quanto basta, cerco di incamerare la mia creatività nella scrittura, nell'oratoria, e soprattutto nell'arte della risata.
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