Skeleton Crew: la recensione dell’episodio finale!
E’ stata rilasciata su Disney Plus la 1×08 di Skeleton Crew, e qui trovate la mia recensione, come sempre prima senza e poi con spoiler.
Torna l’appuntamento settimanale con la serie live action Skeleton Crew, con l’ottavo e ultimo episodio intitolato “I veri buoni”. Dopo una settima puntata ricca di emozioni, ritorna tanta altra azione e adrenalina per questo ultimo atto della serie.
Un finale che in maniera soddisfacente e ben strutturata chiude tutte le maggiori linee narrative e lascia spazio per nuove possibili avventure. In questo articolo trovate la mia recensione, come sempre prima senza e poi con spoiler!
Coerenza perfetta
Fortunatamente Skeleton Crew mantiene la sua coerenza narrativa fino alla fine, non presentandoci inutili passerelle e fanservice fine a se stesso. Ancora una volta questo permette di dare lustro ai giovani protagonisti, la vera punta di diamante di questo prodotto. In questo finale tutti e quattro dimostrano di essere cresciuti sia psicologicamente che caratterialmente, e di aver imparato tanto nel loro viaggio attraverso la galassia. Riescono a mettere in campo le loro nuove conoscenze per salvare la loro casa, senza esagerazioni.
Il finale si svolge in maniera molto lineare ma solida, e non mancano i colpi di scena e i patemi d’animo. Tutte le rivelazioni rimangono funzionali nel mantenere il focus puntato sulla vicenda principale, che viene portata a termine in maniera egregia. Ma ora parliamo di spoiler, non proseguite la lettura se non avete visto la 1×08 di Skeleton Crew!
Sfruttare la situazione
La serie ci ha abituati a risvolti inaspettati, e anche quello iniziale è stato bello e intelligente: tutto sembrava presagire che Jod avrebbe mostrato la sua spietatezza con i ragazzi e i loro genitori, e invece ha sfruttato ottimamente la situazione continuando a fingere di essere l’emissario per evitare di sporcarsi le mani. In questo modo avrebbe portato a casa il risultato senza sforzo, e soprattutto senza alzare nemmeno un dito avrebbe intascato un’infinità di crediti. Questa scelta ha giovato anche alla caratterizzazione dei ragazzi, poiché ho apprezzato che in questa prima parte dell’episodio abbiano mantenuto il sangue freddo, tramite un grande senso di responsabilità e protezione verso i propri genitori.
Qui infatti la situazione si ribalta, e sono i genitori (soprattutto Fara e Wendle) a sembrare ingenui e statici, fino al momento in cui finalmente anche loro capiranno la situazione e decideranno di agire, distruggendo la Barriera e aprendo At Attin alla galassia. Ma nel frattempo i nostri dovranno affrontare l’invasione pirata, una sfida che sarà gestita splendidamente da tutti i giovani protagonisti. La bellezza della loro gestione sta nel fatto che compiono gesti straordinari ma del tutto coerenti con la loro crescita e non campati per aria: KB riesce nuovamente a pilotare la Onyx Cinder, con l’aiuto speciale di SM-33 rimesso quasi in sesto; Neel riesce a creare un diversivo con il turbolaser simile a quello mostratogli da Hayna su At Achrann; Fern e Wim riescono a collaborare, e quest’ultimo si toglie anche la soddisfazione di accendere la spada laser dal verso giusto.
Le rivelazioni
Nel mezzo delle splendide sequenze d’azione, c’è stato spazio anche per alcune interessanti rivelazioni. In primis quella dell’identità del supervisore: tra le ipotesi sviluppate nel corso di queste settimane c’era quella che fosse un droide, una sorta di IA. E così è stato, con un’ispirazione palese alla figura di HAL 9000. E’ questo il motivo per cui i crediti venivano semplicemente accumulati, e ora abbiamo la certezza che At Attin sia rimasto completamente tagliato fuori (quindi che nemmeno nessun emissario lo raggiungesse più) per 28 anni, da quando la Repubblica era caduta. Ovviamente, come sappiamo, il pianeta era isolato dal resto della galassia da centinaia di anni, ma c’era comunque un filo che lo teneva in contatto con il governo repubblicano che si riforniva di crediti.
Alla fine la storia del capitano Rennod è rimasta tale, anche se devo dire che narrativamente parlando, se consideriamo le nuove informazioni del settimo episodio, presenta alcune sbavature rispetto a quanto narrato da SM-33; ma si tratta pur sempre di una storia di pirati raccontata da un droide strampalato, quindi ci sta. Sarebbe bello se queste vicende fossero raccontate in un altro medium, magari un bel volume a fumetti.
Alla fine abbiamo avuto anche le tanto attese (da tanti, da me non particolarmente) informazioni sul passato di Jod, e infatti avrei preferito non conoscerle perché come temevo sin dall’inizio hanno fatto un po’ di confusione con l’età. Jod, come tanti altri bambini e ragazzi, è stato addestrato da una jedi sopravvissuta, e ci sta, si tratta di un bellissimo risvolto, se non fosse per la sua anagrafica. Se aveva l’età di Wim quando è stato trovato, ipotizziamo 12 anni, e se è stato trovato nel primo anno di egemonia imperiale (ma lo reputo improbabile) dovrebbe avere 40 anni precisi in Skeleton Crew. E più andiamo avanti e più diminuiscono gli anni nel caso in cui fosse stato trovato dopo il 19 BBY. Jude Law si porta bene gli anni che ha, ma siamo abbastanza al limite nella differenza tra un uomo che ha superato i 50 e un personaggio che ne ha 40 se non di meno. Ma alla fine in Star Wars sull’anagrafica toppano sempre, è tradizione.
I veri buoni
A prescindere da queste sottigliezze, il team up dei protagonisti tiene incollati allo schermo gli spettatori che ormai si sono affezionati a loro. Ho temuto per KB fino all’ultimo secondo, e quando si è risvegliata ho tirato un sospiro di sollievo lunghissimo, e sono sicuro di non essere stato l’unico. Ho esultato con Neel quando ha colpito la fregata pirata e mi sono emozionato con Fern e Wim quando finalmente sono stati capiti dai loro genitori e insieme sono riusciti a fermare Jod.
E solo in questo momento, con una tempistica perfetta, arrivano i rinforzi della Nuova Repubblica, “i veri buoni” a bordo degli X-wing chiamati da Kh’ymm tramite gli sforzi di KB. Noi spettatori sappiamo bene quanti risvolti ci siano dietro le storie di quei piloti, ma torniamo bambini e tutte le zone grigie vengono messe in ombra quando i caccia sfrecciano su At Attin: lo sguardo sognante di Wim nel finale è quello di tutti noi da piccoli quando osservavamo i buoni. E mi auguro che lui stesso in futuro possa diventare un pilota e coronare finalmente il suo sogno, quello di aiutare gli altri.
Con questo lieto fine, ma anche tanta malinconia, si chiudono le vicende di Skeleton Crew. Non avrei mai immaginato di affezionarmi tanto a questi quattro ragazzi, ma spero di rivederli presto in azione in un prodotto futuro che non li sminuisca, ma ne esalti il loro enorme potenziale. Ovviamente avrò modo di parlare ampiamente del finale nell’analisi easter egg che uscirà come sempre sul canale YouTube. Voi cosa ne pensate di questo ottavo e ultimo episodio? Ditecelo come sempre nei commenti! E continuate a seguirci, anche su Facebook, YouTube, Tik Tok, Instagram e Twitter , vi terremo costantemente aggiornati su tutte le novità riguardanti Star Wars.