Skeleton Crew: la recensione del primi due episodi!

Poster di Skeleton Crew - www.insolenzadir2d2.it

La recensione dei primi due episodi (prima senza e poi con spoiler) della nuova serie di Star Wars Skeleton Crew.

Con un giorno di anticipo, ha debuttato su Disney Plus la nuova serie live action di Star Wars, intitolata Skeleton Crew, tramite una premiere contenente i primi due episodi.

Due puntate molto ben confezionate che fungono da preludio a questa nuova avventura nella galassia lontana lontana, all’interno delle quali possiamo respirare aria di casa ma anche un’interessante ventata di novità e molteplici ispirazioni esterne.

Di seguito trovate la mia recensione dei primi due episodi, come sempre prima senza e poi con spoiler!

Inizia l’avventura

I protagonisti insieme al droide SM-33

Come detto, le prime due puntate ci presentano personaggi e situazioni nuove, ma ovviamente strizzando l’occhio dei fan ad un contesto ben conosciuto: e questo si evince già dalla sequenza iniziale, inedita ma ricca di citazionismo.

Il focus si sposta poi sul luogo in cui vivono i giovani protagonisti della storia, del quale approfondiamo un po’ di più la quotidianità dopo quanto visto nei trailer. E’ anche l’occasione perfetta tramite la quale ci viene mostrata la vita “ordinaria” dei protagonisti, al momento il riuscitissimo perno di una storia che si ispira ai classici della Amblin.

Anche il loro pianeta però nasconde un segreto, che ci verrà in parte svelato già nel secondo episodio. Quest’ultimo fungerà da chiusura dell’arco narrativo inziale, presentandoci altri personaggi e dando inizio alle vicende principali. In tutto questo, ho trovato le ambientazioni immersive e alcune sequenze davvero di pregevole fattura. Ma ora parliamo di spoiler, non proseguite se non avete visto i primi due episodi!

Quotidianità e sogni

I protagonisti di Skeleton Crew

La prima puntata si apre con un abbordaggio pirata, una sequenza abbastanza inedita in live action sotto molti aspetti (poiché il classico topos letterario dell’abbordaggio non era mai stato utilizzato nei film con veri e propri pirati),  ma che ricalca quasi pedissequamente la scena iniziale di Episodio IV e un altro iconico abbordaggio, quello di Darth Vader alla Tantive IV. Come sempre avrò modo di parlare in maniera approfondita nelle analisi easter egg degli episodi.

Qui ci vengono già presentati gli antagonisti della serie: i pirati, capeggiati dal misterioso capitano Silvo, e tra i quali possiamo vedere anche Vane (vecchia conoscenza di The Mandalorian 3) e Brutus, nuovo personaggio di specie Shistavanen. Dopo l’ammutinamento dei suoi (che mi porta a pensare che Silvo non sia altri che Jod Na Nawood, il personaggio di Jude Law), la scena si sposta sul placido, almeno all’apparenza, pianeta di At Attin.

Qui possiamo seguire le vite ordinarie dei quattro giovani protagonisti: Wim, Neel, Fern e KB. Wim è un sognatore, un po’ distratto e combinaguai, che spesso immagina grandi avventure sognando di essere un jedi. Neel lo asseconda, pur essendo più realista e con i piedi per terra; da lui traspaiono comunque molta dolcezza, tenerezza e sincerità, nonché sprazzi di fanciullezza pura. Fern ci viene presentata invece come la classica ribelle, che cerca il brivido tramite corse di hoverbike e che passa le sue giornate a mentire a sua madre, che ovviamente vorrebbe per lei un futuro ai vertici del pianeta. Con la ragazza c’è KB, che appare invece silenziosa ma pragmatica ed efficiente, soprattutto con l’elettronica e la meccanica.

Le loro vite, che scorrono monotone almeno per Wim e Fern, vengono sconvolte dal ritrovamento di una vecchia astronave, che il ragazzo aveva scambiato per un tempio jedi nascosto. Tramite una concatenazione di eventi i nostri riattiveranno la nave e di conseguenza riusciranno ad attraversare la Barriera, un’anomalia atmosferica che circondava il loro pianeta; ciò li porterà infine a compiere il salto nell’iperspazio: la loro avventura è appena cominciata. L’intera sequenza della Onyx Cinder che si staglia dal terreno e si riattiva è visivamente pazzesca, e di gran lunga la mia preferita della premiere.

Spazioporti malfamati

I pirati in Skeleton Crew

Già nel secondo episodio l’impronta di ispirazione piratesca è più preponderante, a cominciare dall’introduzione di SM-33. Si tratta dell’ennesimo droide starwarsiano destinato a fare breccia nel cuore di tutti i fan, e caratterizzato anch’egli egregiamente; impossibile non innamorarsi di lui, ma in questo LucasFilm raramente sbaglia. Dopo un simpatico siparietto dove Fern lo convince di essere il nuovo capitano della Onyx Cinder, SM-33 porta i ragazzi nel malfamato spazioporto di Port Borgo. Si tratta di una vecchia conoscenza ripescata dalle opere legends, Borgo Prime, della quale vi parlerò nelle analisi easter egg insieme a tanti altri elementi.

Oltre ad essere molto immersivo, ciò che colpisce lo spettatore è il netto contrasto della presenza dei ragazzi in quel luogo rispetto al resto. I quattro infatti sono assolutamente fuori posto e risaltano tra tutti, e questa differenziazione accentuata rende ancor più intrigante la visione e l’immedesimazione nella loro situazione. Infatti, dopo aver visto la loro routine tranquilla e la loro placida dimora, il ritorno in una location classica di Star Wars non risulta ripetitivo e anzi crea un contrasto perfetto, accentuando la presenza di “feccia e malvagità”.

Non solo gli spettatori, ma anche i malfamati avventori si accorgono subito di quei ragazzi, soprattutto perché posseggono vistosi crediti della Vecchia Repubblica. Anche questo è un prezioso indizio di un elemento che scopriremo poco dopo, e cioè che proprio il loro pianeta At Attin è sede di un leggendario tesoro cercato da tempo dai pirati. E’ probabile quindi che, a causa della Barriera, il pianeta abbia vissuto un lungo isolazionismo. E soprattutto che la Onyx Cinder fosse la nave di un pirata avventuratosi alla ricerca del tesoro. La curiosità di saperne di più quindi viene ottimamente alimentata.

Il secondo episodio si chiude con la cattura dei ragazzi, ma la svolta avverrà con l’incontro di un altro prigioniero: si tratta di Jod Na Nawood, che utilizzando la Forza recupera la chiave sotto gli occhi sbalorditi dei giovani protagonisti, soprattutto di Wim che crede sia un jedi. Continuo però a pensare che possa trattarsi di un Force user comune, che magari approfitterà inizialmente della situazione facendo credere a Wim di essere in realtà proprio un jedi. Anch’egli infatti è incatenato, e sospetto come dicevo che possa trattarsi proprio del capitano visto all’inizio della premiere.

Un’ottima partenza

I giovani membri del cast con Jude Law

Insomma, dopo quanto visto in questa ricca premiere sembra che Skeleton Crew abbia tutte le carte in regola per essere un ottimo e godibile prodotto. I primi due episodi hanno posto in essere un asset perfetto per la sua dimensione di serie “senza grosse pretese”, con personaggi e ambientazioni convincenti; non sono mancate le citazioni e allo stesso tempo spunti di trama inediti che incuriosiscano lo spettatore. E infine, ma non meno importante, ci è stata già presentata una grande varietà di specie aliene, tra cui ci sono una marea di chicche come i Teek (vecchia conoscenza del film Legends Il Ritorno degli Ewoks) e altre di cui vi parlerò in seguito.

Altro elemento importante è che tutte queste tematiche e ispirazioni (quindi anche quelle ai classici della Amblin degli anni 80) sono ben amalgamate insieme e non fanno risultare la trama frammentata. Anzi, contribuiscono a creare un nuovo assetto narrativo e a dare una dignità tutta propria a questo prodotto in un universo che ben conosciamo.

Voi cosa ne pensate? Ditecelo come sempre nei commenti! E continuate a seguirci, anche su FacebookYouTubeTik TokInstagram e Twitter , vi terremo costantemente aggiornati su tutte le novità riguardanti Star Wars.

Gaetano Vitulano: Studente di Giurisprudenza, cinefilo incallito, nel tempo libero promotore della sacra religione di Star Wars come founder de "L'Insolenza di R2-D2". Insolente quanto basta, cerco di incamerare la mia creatività nella scrittura, nell'oratoria, e soprattutto nell'arte della risata.
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