Shadow of the Sith: rivelata una nuova nemica di Luke Skywalker!

shadow of the sith kiza exim panshard

Kiza con la maschera di Exim Panshard

Uno dei romanzi di Star Wars più attesi del 2022 è senza dubbio Shadow of the Sith di Adam Christopher, che vede Luke e Lando sulle tracce dei Sith ed il loro occulto pianeta Exegol negli anni che precedono gli eventi della trilogia sequel. Di recente è stato rivelato un nuovo estratto che ci presenta una misteriosa nemica: vediamo di seguito tutti i dettagli!

L’estratto di Shadow of the Sith

shadow of the sith estratto
Copertina di Shadow of the Sith

Non si sa chi sia questa misteriosa figura mascherata che impugna una spada laser a lama rossa, ma stando ad alcune indiscrezioni trapelate con la cover art è un personaggio che conosciamo se abbiamo letto i romanzi di Star Wars. La curiosità cresce! Vediamo ora l’estratto del romanzo a lei dedicato:

IL SEPOLCRO, COORDINATE SCONOSCIUTE

ORA

Qualcosa si muove nell’oscurità: un’ombra, proiettata a lungo, che striscia nella notte abissale. L’ombra è una cosa a parte: né viva né morta.

È una reliquia. È un… eco. Una presenza di un tempo più antico, una malignità che in qualche modo è sopravvissuta, in qualche modo ha trovato una via.

Ha trovato un percorso.

Lei può vederlo ora. Nero e ancora più nero, in movimento, sempre in movimento. Un’intelligenza, sì. Una mente, ma senza forma o sostanza.

Ma qui-presente-nondimeno.

Chiude gli occhi. Non fa alcuna differenza. Non c’è nulla da vedere se non un abisso, un nulla, dove vive l’ombra.

Dove l’ombra prospera.

Nell’oscurità, nella notte eterna dentro la sua testa.

E il vuoto non è silenzioso. È tutt’altro. Una cacofonia, un suono così forte che illumina ogni fibra nervosa di tutto il suo essere, anche se lei sa che non c’è niente da sentire, fisicamente.

È il suono del dolore. Il suono della morte. Il suono di migliaia di migliaia di anime che gridano di dolore e agonia prima di essere spente in un istante. Fratelli e sorelle. Figli e figlie. Madri e padri. Podlings, branchlings, kithkin. Sporechilds e denmothers; padri spaziali e i loro fratelli, e i loro gene-cluster e i loro germogli. Prole e prole. Figli.

Intere generazioni di vivi, consumate, le loro grida morenti assorbite e lasciate a riflettere per sempre, intrappolate in un vascello oscuro creato secoli fa da un potere non comune, inumano.

Da un’oscurità.

Da un’ombra, proiettata a lungo.

E c’è un altro suono. Una voce, dal passato antico. È lontana, un richiamo che riecheggia attraverso un’immensa valle di spazio e tempo.

La voce è terribile.

La voce è familiare come la sua.

PRESTO.

Lei apre i suoi occhi dorati. La stanza è luminosa e, per fortuna, silenziosa. Le sue orecchie risuonano come una campana, l’improvvisa assenza di urla è quasi altrettanto dolorosa, l’eco della voce si riverbera ancora nella sua mente.

Lentamente, lentamente, si ricorda dove si trova. Mentre è sdraiata sul pavimento e fa balenare il mondo intorno a lei, tira su una mano e si tocca il viso. È calda e bagnata, il sangue sui polpastrelli è dell’azzurro brillante del cielo pantorano.

Il luogo è illuminato da una fiamma tremolante, e la fiamma tremolante illumina il basamento di ferro meteorico, e accanto al basamento giace la maschera fatta della stessa materia stellare. La maschera è rivolta lontano da lei. Dondola, dolcemente, come se fosse stata appena lanciata.

Lei ne fissa il retro, la curva del nulla, del buio, dell’ombra profonda.

E sente di nuovo la voce.

PRESTO.
PRESTO.
Chiude gli occhi e dorme, scambiando un incubo con un altro, nel cuore della notte, nel cuore dello spazio. Si sveglia ad un altro suono, tecnologico, moderno. Si solleva dal suo nido, ignorando le pulsazioni nella sua testa, il dolore delle sue membra.

Perché non può farli aspettare. Sono pazienti, sì. In modo esasperante.

Ma sono anche veloci all’ira, e se c’è una cosa che lei non osa fare, è farli arrabbiare.

Ha accettato di aiutarli. Hanno accettato di mostrarle la strada.

È così che è andata.

E lei non avrebbe fatto nulla per metterlo a repentaglio.

In piedi, attiva il comunicatore, e il suo nido si illumina dell’improvviso blu elettrico di un ologramma. L’immagine brilla e pulsa, tingendosi della stessa statica e interferenza che protegge il punto di origine della chiamata.

Si inginocchia davanti alla figura, ammantata di oscurità, il cappuccio che nasconde a malapena un volto avvolto strettamente in pesanti bende nere, nel modo in cui tutti i cultisti del Sith Eterno nascondono i loro tratti.

Non sa perché. Non le interessa.

Ma obbedisce.

“Qual è il tuo volere, mio Maestro”, intona, ripetendo la litania che riecheggia nel tempo come le urla dentro la maschera che sapeva che avrebbe dovuto indossare di nuovo, presto.

La figura incombente parla, e lei ascolta, e si chiede se questa sarà l’ultima volta o se onoreranno mai la loro promessa.

Forse un giorno chiederanno troppo.

Cosa ne pensate di questo estratto di Shadow of the Sith? Curiosi di conoscere il personaggio misterioso? Ditecelo come sempre nei commenti! Continuate a seguirci, anche su FacebookYouTubeInstagram TwitterVi terremo costantemente aggiornati sull’universo di Star Wars. Potete preordinare qui una copia (in inglese):

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