I separatisti avrebbero vinto la guerra senza Palpatine?

L'esercito dei cloni scende sul desertico Geonosis. Fonte: wookieepedia

La guerra che ha attanagliato la galassia per qualche anno, che prende il nome dai cloni usati dalla Repubblica per fronteggiare i Separatisti, è uno dei periodi più affascinanti della linea temporale di Star Wars. Una vera e propria Guerra Stellare, dove due fazioni contrapposte si giocano i destini della galassia. In realtà, sappiamo bene che il conflitto era una gigantesca farsa inscenata da Sheev Palpatine aka Darth Sidious per far si che i suoi loschi piani avessero successo.

Creare un nemico, buttare la galassia nel caos, inscenare la guerra e salvare la situazione, un piano ben congeniato che in realtà sfrutta solo delle situazioni che già si erano create, oltre i piani del Signore dei Sith.

Causa del suo male

Il futuro Cancelliere Supremo Palpatine e Padmé Amidala

Fondamentalmente le guerre dei cloni nascono da un malcontento crescente in seno alla Repubblica nei riguardi della sua politica accentratrice e corrotta. Per farla semplice, i sistemi esterni al nucleo centrale si sentivano trascurati dal governo centrale e con il supporto della federazione dei mercanti, avevano avviato una pressante politica ostile all’interno del Senato, culminata con l’aperta ribellione nei confronti dell’autorità della Repubblica. Da Episodio II e III, ma soprattutto dalla serie animata Clone Wars è possibile capire come le due diverse forze in campo erano organizzate.

La guerra non è una faccenda semplice, ed entrambi gli schieramenti potevano contare su differenti punti di forza e di debolezza, che hanno caratterizzato gli andamenti della guerra.

Man of War

Clonetroopers in Episodio II.
Da: starwars.com

Sostanzialmente la Repubblica, prima dell’esercito di cloni ordinato dal maestro Sifo-Dyas, non aveva un vero e proprio esercito regolare come quello imperiale. Si basava su forze di difesa locali, nulla di lontanamente comparabile rispetto alla professionalità e all’addestramento dei Cloni. Questi erano stati creati in maniera tale da essere i soldati perfetti. Ogni clone aveva delle doti eccezionali da soldato, oltre che una visione tattica ed un’intelligenza militare fuori dal comune. Il DNA di Jango Fett, uno dei più grandi cacciatori di taglie del suo tempo, rendeva i cloni tutto ciò che un soldato perfetto poteva essere. L’armata perfetta, con alle spalle alti finanziamenti da parte della Repubblica per mezzi ed equipaggiamento. Tutto bello vero? La situazione non era così rosea come sembra, invece.

I cloni erano pochi. La prima “sfornata” consisteva in circa 200000 soldati, mentre un altro milione si sarebbe avvicendato nel corso della guerra per sostituire i soldati stanchi, feriti o morti. Un contingente così piccolo non può neanche lontanamente pensare di poter coprire una entità sovraplanetaria come la Repubblica Galattica. Infatti, l’esercito era sballottato e frammentato da una parte all’altra del vasto territorio repubblicano, per supportare le milizie locali, difendere avamposti e catturare punti strategici, in operazioni mirate e accuratamente studiate. Grazie anche al supporto dell’Ordine dei Jedi, la Repubblica riusciva a vincere i quasi ogni occasione, ma questo fondamentalmente non era abbastanza contro la forza dell’avversario.

Macchine da Guerra

Droidi separatisti durante la battaglia di Geonosis in Episodio II

L’esercito separatista contava inizialmente circa un milione di droidi da guerra di vario tipo e circa 4 milioni di rimpiazzo usciti dalle varie fabbriche in giro per la galassia. Un numero molto più massiccio rispetto a quello dei cloni. Nonostante i drodi da battaglia, soprattutto il modello B1, non fossero certamente dei geni tattici e dei soldati perfetti, il loro grande numero permetteva un facile dispiegamento e rimpiazzo di truppe in ogni dove, grazie anche alla immensa rete logistica supportata dalla federazione dei mercanti e finanziata dai pianeti separatisti e profittatori di guerra.

Tornando alla domanda fondamentale, come sarebbe finita la guerra senza l’intervento di Palpatine? La risposta consiste probabilmente in una pace stipulata tra la Repubblica e i separatisti con larghe concessioni sulle istanze da loro promosse. La guerra, infatti, non si stava mettendo molto bene per l’esercito Repubblicano. I jedi erano a corto di idee sul come affrontare la situazione e il loro esiguo numero e il codice protettivo, non gli consentivano mosse audaci e preventive nei confronti della situazione. Il numero dei droidi continuava a crescere, mentre l’addestramento dei cloni, la loro produzione e il loro sostentamento prosciugavano in fretta le casse della Repubblica.

Mancanze e debolezze

Pianeta Kamino in Episodio II – L’Attacco dei Cloni

I Cloni avevano infatti bisogno di nove anni per poter essere pienamente operativi in battaglia. I droidi da guerra, invece, potevano essere assemblati in serie nel giro di qualche ora. Al contempo c’era un altro problema logistico che era una spina nel fianco per l’esercito repubblicano. I cloni venivano prodotti nell’unico stabilimento di Kamino. Un bersaglio facile, ripetutamente attaccato dai separatisti. Prima o poi i drodi sarebbero riusciti a sfondare le difese, mente le fabbriche di droidi da guerra erano dislocate in diversi punti della galassia.

I pianeti centrali della Repubblica erano stati pressoché immuni ai venti di guerra che soffiavano nella galassia. Essa era vista come una cosa lontana, che riguardava solo i mondi di periferia che si agitavano per le loro rivendicazioni. Come per l’assedio di Coruscant, visto all’inizio di Episodio III, prima o poi anche i pianeti centrali sarebbero stati tutti interessati dalla guerra. La popolazione si sarebbe chiesta perché combattere una guerra così dispendiosa e distruttiva, per motivazioni che in fondo avrebbero cambiato poco la quotidianità di un generico abitante della galassia.

Insomma, le pressioni pacifiste avrebbero obbligato il senato a trattare con i separatisti e concordarsi per una pace al prezzo di alcune concessioni. Per quanto sarebbe andata avanti la guerra, non lo possiamo sapere, ma secondo mia personale opinione, certamente non più di qualche anno. Voi cosa ne pensate? Fatecelo sapere nei commenti!

Michele Vizzani: Laureato in Ingegneria Civile e Ambientale, amante della fantascienza, dei videogiochi, e della pizza. "Il tempo è un’illusione. L’ora di pranzo è una doppia illusione." (cit.)
Articoli correlati
Disqus Comments Loading...

Ehi! Questo sito utilizza i cookies!