Rogue One – Recensione (senza spoiler)

Una delle locandine di Rogue One

Suona la sveglia e ti alzi dal letto. Distrattamente entri in cucina per prepararti il caffè, leggendo in maniera noncurante le notizie sul tablet. Potrebbe essere un Giovedì come tanti altri, ma no. Questo è il giorno in cui esce un nuovo film di Star Wars. Questo è il giorno di Rogue One.
Finalmente l’attesa è finita. Si entra in sala, le luci si spengono. Un turbinio di emozioni comincia a pervaderti. Dopo miriadi di congetture, aspettative, notizie, rumors, possiamo cercare di rispondere alla fatidica domanda: che film è Rogue One?

Una storia di coraggio e speranza

Rogue One è un intermezzo, un respiro profondo ed agitato, un’emozionante parentesi che fa da collante perfetto alle due trilogie, i pilastri della Saga. Un film che, per una volta, non tesse le lodi e le gesta dei nostri beniamini, ma racconta la storia di un gruppo di eroi sconosciuti e dimenticati. Una storia di uomini che lottano per uno scopo altissimo, e contro un’entità infinitamente più potente. Nonostante il loro essere, appunto, solo uomini. Rogue One è davvero un film di guerra, uno di quelli vecchia maniera, con gli elmetti in stile guerra del Vietnam, con la stessa tensione e il caos dello sbarco in Normandia.

Il pianeta Scarif, dove si svolge una cruda e realistica battaglia

Tra le storie di vita vera, cruda, di popoli e personaggi costretti a vivere sotto l’oppressione imperiale, c’è quella di Jyn Erso, la protagonista. Una storia meravigliosa, che ruota intorno alla sua famiglia, a suo padre. Della quale non possiamo ancora narrarvi i particolari, ma che dà una verve tutta nuova ad alcune note questioni riguardanti Episodio IV. Oltre ad essere una storia piena d’emozione e commozione.

Eroi vecchi e nuovi

C’è del fanservice? Si, ma il giusto. Qui c’è tutto quello che Lucas ci ha sempre voluto dire, tutto ciò che era contenuto nei titoli di testa di Episodio IV. Questi eroi infatti meritavano più di una semplice e veloce menzione in una riga gialla, che scorre nell’immenso cielo stellato che tutti conosciamo.

I coraggiosi protagonisti

Lucas ha sempre ribadito che Star Wars è una favola, ma è una favola grande, grossa, immensa, composta da miriadi di storie intrecciate tra loro. Una favola di cui ogni giorno si scopre qualcosa di nuovo, grazie soprattutto ai fan. Lo avevamo detto, il regista Gareth Edwards è un fan di Star Wars, e si vede.

Lo si vede dal fatto che ci sono dei camei importanti, importantissimi, molti dei quali hanno un ruolo chiave. Altri invece sono quasi impercettibili per chi è un fan di Star Wars alle prime armi. Ma si parla di perle davvero sensazionali per i più navigati, ve lo possiamo garantire. Ci sono personaggi in CGI fatti talmente bene da far sobbalzare chiunque dalla poltrona del cinema, domandandosi se ciò che vede sia reale.

La Forza della tenacia

Chirrut Imwe

C’è la Forza, ma è impercettibile. Una lucina flebile inghiottita dall’oscura presenza imperiale, che imperversa indisturbata dopo la disfatta dei Jedi. La presenza-mancanza della Forza viene giostrata magistralmente tramite uno dei personaggi, a nostro parere, più riusciti di tutti, Chirrut Imwe. Egli assume quasi il ruolo di un profeta, guidando le scelte dei protagonisti e portandoli nella giusta direzione, che noi tutti conosciamo.

In Star Wars, nella maggior parte dei casi, abbiamo sempre visto tutto bianco o tutto nero: il cristallino Luke, il torbido Darth Sidious. Qui c’è del grigio, tanto grigio. I buoni e i cattivi si mescolano e si combinano, come in ogni guerra che si definisce tale. Ci sono le motivazioni che spingono uomini, che nella propria vita avrebbero voluto fare altro, a dare quello che di meglio hanno da offrire per una flebile, ma bellissima speranza.

Non indora la pillola Edwards, ma non ci mette neanche troppa cattiveria, come alla fine era prevedibile. Ma la crudezza c’è, ed è palpabile. Il regista soddisfa appieno la gestione di tutto il film, che inizialmente pecca un po’ di lentezza poiché ha più uno stile (sicuramente voluto) da documentario, per poi avvicinarsi sempre più, in un crescendo pazzesco, allo stile starwarsiano. Fino al finale, che è semplicemente epico.

Rogue One ha una dignità tutta sua, che qualsiasi parere negativo non potrà mai cancellare.
Sono state fatte scelte coraggiose, che un vero ribelle non può non apprezzare. Miriadi di opinioni ad oggi sono già state sfornate su Rogue One, tra persone comuni, giornalisti, o presunti tali. Bisogna scegliere una strada. Continuare a criticare inutilmente ogni prodotto post 2014, oppure guardarlo con occhi critici ma giusti e attendere per trarne delle conclusioni. Noi ieri, usciti dal cinema, eravamo felici. Ieri al cinema abbiamo visto uno scorcio delle Guerre Stellari.

Redazione Insolente: Pensavate davvero che un droide non potesse essere caporedattore? Poveri illusi.
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