Repubblica Galattica: i motivi del fallimento
Tutti siamo a conoscenza degli eventi che hanno portato alla fine della Repubblica Galattica e alla nascita dell’Impero. Potremmo racchiudere tutte queste vicissitudini in una sola persona: Palpatine. Ma siamo sicuri che il buon vecchio Sheev abbia fatto tutto da solo? Una bella impresa per un solo uomo, anche se abilissimo stratega. L’allora Cancelliere Supremo, vecchia volpe, aveva individuato le crepe della Repubblica. E gli bastò fare leva sulle stesse, affinché il sistema crollasse.
Palpatine fu, probabilmente, il primo a rendersi realmente conto dei problemi interni che dilaniavano la Repubblica Galattica. Gravi difficoltà che, prima o poi, l’avrebbero portata inevitabilmente al collasso. Ed è proprio di questo che vi parlerò oggi.
Nascita ed espansione
La Repubblica Galattica nacque dalle ceneri della Vecchia Repubblica, circa mille anni prima dell’ascesa dell’Impero. Grande novità fu l’istituzione da parte di questo neo governo del Senato Galattico, affinché ogni sistema potesse essere rappresentato da parte di alcuni suoi membri scelti. La capitale, come nella Vecchia Repubblica, rimase su Coruscant. Fu istituita la figura del Cancelliere Supremo, eletto fra i senatori e dagli stessi. Con il passare del tempo, i Jedi cominciarono a servire la Repubblica come guardiani di pace e giustizia nella Galassia.
La Repubblica Galattica crebbe florida per secoli, espandendosi tramite il commercio sempre più esternamente. I sistemi vicini e confinanti, infatti, prima instauravano rapporti commerciali con la Repubblica, e poi finivano a collaborare ed unirsi con essa. Con il passare del tempo e l’aumentare dei sistemi che si univano alla Repubblica, però, cominciò a crescere il malcontento tra i senatori. Questo perché, ad ogni nuovo sistema che entrava a far parte della Repubblica, il loro potere politico diminuiva.
Il potere del Nucleo
Nel corso dei secoli, quindi, si delineò sempre più un predominio dei sistemi del Nucleo, più tecnologicamente avanzati e “civilizzati”, rispetto ai sistemi periferici. Da un lato, la Galassia conobbe un lunghissimo periodo di pace; dall’altro, però, cominciarono ad imperversare delle lotte e delle magagne interne. I politici e i senatori più potenti, i burocrati, ecc., puntavano solamente ad arricchirsi, mettendo i propri interessi al di sopra del bene comune. L’avidità dei più ricchi, la corruzione dei potenti, le lotte per il potere, logorarono sempre di più il governo repubblicano.
Se, come detto, da un lato avidità e corruzione la facevano da padroni nei sistemi del Nucleo, nelle zone periferiche vi erano ben altri problemi. Gli abitanti di questi sistemi, fino al profondo Orlo Esterno, erano abbandonati a loro stessi. Per secoli, infatti, i sistemi del Nucleo finanziarono delle feroci campagne di colonizzazione di questi mondi, affidandole spesso a gente senza scrupoli, che sottometteva e schiavizzava le popolazioni locali. Era la malavita a farla da padrona nei sistemi più remoti della Galassia.
Gli abitanti di questi mondi lamentavano un immobilismo da parte del governo centrale, e si reputavano vittime di soprusi economici ed ingiustizie sociali. In questo clima di malcontento e anarchia, oltre ai malavitosi, il vero padrone dei sistemi posti oltre il Nucleo era la potentissima Federazione dei Mercanti. Una ricchissima gilda commerciale della Repubblica, che, nei secoli che precedettero le Guerre dei Cloni, si arricchì sempre di più sfruttando le rotte commerciali dell’Orlo Esterno e arrivando addirittura a possedere una propria flotta e un esercito.
L’inadeguatezza della burocrazia
“La Repubblica non è più quella di una volta. E il Senato è pieno di diplomatici avidi e litigiosi. Non c’è interesse nel bene comune”. (Senatore Palpatine)
Le parole di Palpatine riassumono la tragica involuzione della Repubblica Galattica, impantanata in lotte di potere e burocrazia, ed incapace di reagire di fronte ad una minaccia concreta. Minaccia che arrivò nel 32 BBY, proprio da parte della Federazione dei Mercanti.
La gestione del Blocco di Naboo rappresenta, forse, l’ultimo grande fallimento di una Repubblica ormai allo sbando. Come sappiamo, la Federazione, indignata nei confronti dell’aumento delle tariffe e delle tassazioni applicate sulle rotte commerciali esterne, invase il pacifico pianeta di Naboo.
Quando Naboo fu invaso, a nulla servì la richiesta di aiuto al governo centrale. La Repubblica rimase letteralmente impelagata nella burocrazia e nelle procedure formali. Questo immobilismo generò forte sdegno ai piani alti di Naboo. Tanto che, quando la regina Padmé Amidala, sovrana dei sistemi di Naboo, parlò al Senato Galattico, propose non solo un intervento e aiuti immediati al suo pianeta, ma anche una mozione di sfiducia nei confronti del Cancelliere Supremo Finis Valorum. La mozione fu accolta, e Valorum venne destituito. Il primo atto del piano di Palpatine era compiuto: riuscire a diventare Cancelliere Supremo. E fu la stessa Repubblica Galattica a spianargli la strada.
Una strada spianata
Dopo la destituzione di Valorum, la strada verso il declino era ormai spianata. Palpatine aveva la posizione governativa più importante, e da lì poteva tessere indisturbato la trama dei suoi ambiziosi piani. Ma c’era ancora una speranza di salvare la democrazia, ovvero un senato forte e coeso. Purtroppo, come ben sappiamo, l’organo repubblicano era ben lontano da questi valori.
Con l’avvento della minaccia separatista, il culmine dell’inadeguatezza del Senato si raggiunse con la cosiddetta Legge di creazione Militare, che puntava a restaurare le forze armate. I jedi si batterono a lungo per mantenere l’ordine, ma ormai la Repubblica era divisa. L’inesistente spessore del Senato Galattico si palesò dopo il rapimento di Obi-Wan Kenobi, di Anakin Skywalker e della senatrice Amidala.
In quell’occasione, infatti, il Senato si scostò da ogni responsabilità, scavalcando il dibattito sulla creazione di un esercito e dando poteri d’emergenza al Cancelliere Supremo (tramite la mozione di quell’ebete di Jar Jar). Palpatine, ovviamente, diede vita all’Esercito della Repubblica. In un clima così teso, ciò che andava evitato era un conflitto su larga scala. Invece, anche a causa dell’immobilismo di un Senato debole, erano cominciate Le Guerre dei Cloni.
La caduta della Repubblica Galattica
Le Guerre dei Cloni imperversarono per tre anni. Periodo nel quale Palpatine aggirò la Costituzione e il debole Senato per rimanere in carica più del dovuto, e soprattutto poter plasmare indisturbato il conflitto. Con i jedi impegnati nella Guerra, fu facile organizzare in gran segreto gli ultimi atti di un rovesciamento epocale.
Alla fine della guerra, fu proprio tramite il presunto tradimento dei jedi che Darth Sidious riuscì a convincere un ormai inutile, debole e totalmente plasmato Senato della necessità di instaurare una nuova forma di governo. La Repubblica fu quindi riorganizzata nel Primo Impero Galattico. Ciliegina sulla torta, scroscianti applausi accompagnarono questo attentato alla democrazia, come sottolinea la stessa Amidala:
E’ così che muore la libertà: sotto scroscianti applausi.
Insomma, come sempre Star Wars ci aiuta a riflettere su uno dei temi più importanti della vita: non bisogna mai dare per scontati principi come la libertà e la democrazia. Dall’avidità all’oblio il passo è breve. La Repubblica Galattica ha condannato se stessa e i suoi abitanti ad una fine certa. Lo ha fatto quando, al bene comune, ha preferito il benessere, la ricchezza e il potere di pochi. E’ questo che si dovrebbe evitare, in qualsiasi società civile.