Il sole sta sorgendo su Korriban: è l’alba di un nuovo giorno. L’alba di una nuova era.
È trascorso solo un mese da quando sono stato radiato dall’Ordine Jedi. Non appena hanno scoperto che stavo studiando il Lato Oscuro sono usciti di senno e a nulla è valso spiegargli quanto potente fossi diventato, mostrargli quanto ero capace di fare; per loro è eresia anche il solo pensare al Lato Oscuro.
Un mese. In questo mese sono riuscito, andando su Dantooine prima e su Lehon dopo, a scoprire una razza di esseri sensibili alla forza e in particolar modo al Lato Oscuro. Si fanno chiamare Sith. Sono affascinato da questi esseri, le loro continue lotte intestine e i miti sulla loro potenza – talmente grande da permettergli di respingere l’invasione dei Rakata migliaia di anni fa – mi hanno portato a sceglierli. Con loro fonderò un nuovo Ordine, opposto a quello dei Jedi, e saremo gli esseri più potenti della galassia.
Prima di manifestarmi ai miei futuri allievi, ho approfondito ulteriormente la mia conoscenza del Lato Oscuro. Grazie al potere acquisito sono riuscito a padroneggiare una nuova abilità che mi consente di recuperare tutte le forze quando ne ho bisogno. Un mal capitato umano è stato la cavia perfetta: dopo averlo immobilizzato con la Forza ho iniziato a prosciugare la sua energia e man mano che la assorbivo sentivo il Lato Oscuro diventare più potente in me; al contrario la mia vittima stava consumandosi. Alla fine avevo un tale potere da sentirmi rinato, i miei occhi brillavano di un giallo intenso e sinistro, godevo di quella sensazione, mentre quell’umano a stento si reggeva in piedi… Ho avuto pietà di lui e ho posto fine alle sue inutili e patetiche sofferenze.
Giunto il momento, decido di fare la conoscenza dei Sith. Mi presento al calar del sole in quello che si dice il più grande tra i loro villaggi: il mio arrivo viene subito notato e, nonostante io abbia nascosto la mia presenza nella Forza, sono comunque osservato con occhi diffidenti e indagatori. Avvertito della mia presenza, il capo del villaggio mi viene incontro. Tutti si rivolgono a lui chiamandolo Darth, un titolo che nella lingua di Korriban indica qualcuno di potente e temibile. Mi faccio avanti e spiego il motivo della mia visita: propongo di insegnare le vie della Forza al suo popolo a patto che mi permettano di entrare a far parte del villaggio. Rivelo anche la mia ambizione di riuscire un giorno a riunire tutti i villaggi dei Sith.
Non so cosa sia successo dopo, ricordo solo una forte visione della Forza nella quale ho visto una schiera enorme di Sith prostrarsi ai miei piedi. Poi il buio. Ora mi ritrovo ammanettato, con a fianco delle guardie che mi spingono verso il piazzale del villaggio dove Darth mi attende. A quanto pare non ha gradito la mia visita e mi ha fiutato come una minaccia al suo potere, quindi sarò giustiziato. Arrivato nella piazza, vengo scortato su di un soppalco dove si trova Darth, con una vibrolama in mano, che mi fa cenno di andargli incontro. Aspetto qualche istante per concentrarmi, poi mi incammino lentamente verso il mio boia. Nel mentre mi guardo intorno e osservo tutti i Sith riuniti lì per assistere alla mia esecuzione. Ma non ho paura. Al contrario, sono furioso.
Sento la rabbia prendere possesso di me mentre mi avvicino a Darth, ad ogni passo la furia ribolle sempre di più, è inaccettabile che dei simili esseri primitivi si oppongano a quello che è il mio volere! Appena arrivo al cospetto del loro capo l’ira esplode: grazie alla Forza spezzo le catene che mi imprigionano e, prima che Darth possa rendersi conto di ciò che sta accadendo, gli spezzo il collo con un gesto rapido della mano. Mi giro, le guardie si sono ricomposte dopo lo shock iniziale e stanno correndo verso di me.
Allora concentro tutta l’energia che posso e, appena sono abbastanza vicine, faccio partire dalla mia mano una saetta, blu intensa e terribilmente veloce e in meno di un istante le quattro guardie sono paralizzate in una gabbia di fulmini e urlano di dolore mentre la loro carne si consuma e il loro cuore batte all’impazzata nei loro petti. Il pubblico è sbigottito, ma nessuno osa muovere un muscolo. Tutti assistono a bocca aperta alla spettacolare esecuzione. Assicuratomi che abbiano sofferto abbastanza, lancio il fulmine definitivo e le uccido in un colpo solo. Dopodiché con una calma glaciale mi volto e mi dirigo verso la tribuna di Darth, mi siedo al suo scranno e, dopo qualche minuto di assoluto silenzio, mi alzo e grido ai Sith: «Io sono Hun, d’ora in poi voi siete miei!».
Dopo attimi di silenzio, tutti si mettono il pugno al petto e gridano: «Darth Hun! Darth Hun! Darth Hun!».
Uno piccolo sguardo al testo
Eccoci giunti alla fine della mia prima fan-fiction a tema Star Wars. Ovviamente spero che vi sia piaciuta, ma prima di lasciarvi vorrei fare un paio di precisazioni.
Innanzitutto ho scritto il racconto a mo di diario, ma ho volutamente omesso il primo rigo “Dai diarii di Darth Hun, il Primo“, perché ho voluto mantenere nascosto il nome fino alla fine dell’episodio.
Darth Hun è un personaggio semi-inventato da me: dato che sia in Canon che in Legends non si sa chi sia stato il primo Signore dei Sith, ho deciso di prendere ispirazione dall’universo espanso. Qui un Jedi, 6000 anni prima della battaglia di Yavin, (ai tempi della vecchia repubblica) inizia a studiare il Lato Oscuro, finendone sedotto e venendo così cacciato dall’ordine. In Legends non si sa il nome di questo Jedi, si sa solo che durante il suo esilio è andato su Korriban ed ha scoperto i Sith. Li ha quindi sottomessi grazie alla sua maggiore conoscenza della Forza ed è diventato il primo Signore Oscuro dei Sith.
Qui intervengo io: ho voluto dare un nome a quel Jedi e ho voluto raccontare del suo primo incontro con i Sith. Ho scelto proprio questo personaggio perché le poche informazioni su di lui mi hanno permesso di muovermi liberamente nel racconto. Senza rischiare di contraddirmi con gli avvenimenti raccontati nell’universo espanso e/o quello canonico.
Altre specificazioni
Inoltre, dal momento che attualmente il canone nuovo non ricopre praticamente nessun avvenimento prima di Episodio I (salvo qualche eccezione), mi sono affidato al Legends. Potete notare infatti la citazione all’Impero Infinito dei Rakata, introdotto nel videogioco Knights of the Old Republic. In più ho volutamente non inserito la spada laser, sostituita da una Vibrolama, poiché le informazioni che ho trovato in merito sono contrastanti. Secondo una fonte le spade laser non compaiono prima del 4000 BBY circa, secondo un’altra sono presenti già a partire dal 9000 BBY. Infine, secondo un’ultima fonte, le spade laser fanno la loro comparsa già ai tempi dell’impero Rakata.
Le fonti sono wikipedia, wookieepedia e javapedia, ho approfondito quanto più possibile ma alla fine ho preferito usare la vibrolama, predecessore della spada laser. Anche perché i Sith, a prescindere da quando sia stata inventata la spada laser, iniziano ad adoperarla solo dopo la fondazione dell’ordine Sith.
Infine ho dato la mia ipotesi sulle origini del titolo di Darth, in questo caso ho peccato e non sono andato a informarmi sulle spiegazioni già esistenti. Anche perché ho voluto dare la mia personale spiegazione, capitemi, ogni autore ha i suoi picci.
Penso che a questo primo racconto se ne aggiungeranno altri sui diarii di Darth Hun, ho appena iniziato a creare il personaggio e sono sinceramente già molto soddisfatto ed emozionato, non vedo l’ora di svilupparlo il più possibile. Alla prossima!