Padri e figli in Star Wars: un’analisi psicologica

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Anakin si redime in Episodio VI

Non c’è rapporto più intenso, nel bene o nel male, di quello tra padri e figli in Star Wars, come, del resto, anche nella vita. E i padri, naturali, riscoperti o putativi, sono una costante in tutta la saga. E non si parla solo del celebre colpo di scena di «I am your Father» ne L’impero Colpisce Ancora. Vediamone di seguito i tanti esempi.

Padri e figli in Star Wars: la ricerca delle origini

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L’abbandono di Rey su Jakku

A volte il rapporto con la figura paterna prende la forma di una ricerca delle origini di cui nulla si sa e che si configura come terribile mancanza. Pensiamo ovviamente a Rey: chi non si è chiesto chi fosse il padre dell’eroina della trilogia sequel? Tante le speculazioni al riguardo, ovviamente; che sono culminate con le questioni introdotte in Episodio IX, e la conseguente scelta della ragazza di abbandonare il suo legame di sangue.

Ovvio anche l’accostamento con il personaggio di Luke che, da annoiato giovanotto di Tatooine, si scopre (altro topos comune nella letteratura di tutte le epoche) destinato a salvare la galassia. Anche Luke viaggerà alla scoperta delle proprie origini, passando dallo scoprire di avere una sorella allo svelamento dell’identità del proprio padre e finendo per essere motivo dalla finale redenzione di Vader.

Padri e mentori nella saga: Luke e Obi-Wan

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Obi-Wan porge il piccolo Luke a Beru Lars

Nella maggior parte dei casi il rapporto tra padri e figli in Star Wars prende la forma del maestro che diventa una sorta di padre per l’allievo; sappiamo infatti che in ogni storia che si rispetti (concetto tanto chiaramente enucleato ne L’eroe dai mille volti di Campbell) c’è sempre un mentore che supporta il protagonista nella sua ricerca.

Cresciuto dallo zio Owen, Luke è tuttavia costantemente accompagnato dalla morte dei propri padri putativi e mentori. Morto l’uomo che l’ha cresciuto, scopre una nuova figura paterna, Obi-Wan, che tuttavia gli mente sulle sue vere origini, in attesa che Luke sia pronto per la verità.

Anche Obi Wan però, che non vediamo l’ora di vedere nell’attesissima serie a lui dedicata, sarà prontamente ucciso dal vero padre di Luke. Vader, nemmeno a farlo apposta, era stato ovviamente allievo dell’ormai anziano Jedi, l’ennesimo “figlio” perduto. E persino Yoda, altro padre-mentore di Luke, abbandonerà il ragazzo proprio alla vigilia della prova suprema.

Padri e figli in Star Wars: Luke e Vader

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Darth Vader e Luke Skywalker in una delle scene più iconiche del cinema

Nel frattempo per Luke è sopraggiunto il disvelamento delle origini, quell’«Io sono tuo padre» che suscita un urlo straziante. Come fare però a convivere con il fatto che tuo padre è responsabile di tanto dolore nella galassia?

Anche se è scritto che “le colpe dei padri non [dovranno] ricadere sui figli”, come non pensare che il male che ha conquistato tuo padre, non riesca a sottomettere anche te? Ha inizio allora il percorso di liberazione dall’ombra paterna che pesa su Luke e del quale, freudianamente, l’eroe deve liberarsi.

È il momento quindi della separazione tra il proprio fato e quello di Anakin, della consapevolezza che il destino non si trasmette per via ereditaria, che noi non siamo nostro padre e i suoi errori. Luke riuscirà quindi a intraprendere la strada sulla via del bene. Anzi, tenterà anch’egli di diventare “padre”.

Luke: prima figlio, poi “padre”

Luke, diventato a sua volta mentore, arriva a pensare (solo per un fugace attimo) di eliminare il suo allievo nonché nipote Ben Solo, quando lo scopre sedotto dal lato oscuro. Riscatterà questa mancata “paternità” con Rey, ma non prima di un volontario esilio.

Kylo Ren, alias Ben Solo, un padre naturale però ce l’ha; e di quel padre tanto ingombrante vorrà liberarsi, scavando un baratro che culminerà nell’estremo tentativo di Han di avvicinarsi al figlio perduto e nell’inevitabile uccisione del padre per mano del suo stesso sangue.

Padri e figli in Star Wars: Anakin e i suoi mentori

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Il maestro Qui-Gon parla ad Anakin in Episodio I

Il personaggio di Anakin passa dal concepimento miracoloso, con la significativa e simbolica assenza di un padre, all’acquisizione di un mentore: Qui-Gon vede in lui le potenzialità infinite che ogni padre dovrebbe vedere nei figli. Il maestro Jedi, però, viene troppo presto strappato al suo allievo. Un primo ma significativo trauma per il piccolo.

Gli succederà Obi-Wan, ancora una volta mentore e padre putativo. E non è forse un rapporto paterno, oltre che fraterno, quello tra Obi-Wan e Anakin? La delusione (o il tradimento delle aspettative?) per un figlio che rinnega ogni insegnamento ricevuto viene riscattata con l’esilio su Tatooine. Qui Obi-Wan potrà nuovamente dedicarsi ad una “paternità”, proteggendo da lontano il bambino di Padmé.

Nella nostra digressione su padri e figli in Star Wars, torniamo però al giovane Anakin. Egli, ribelle all’autorità ma sempre alla ricerca di una figura “paterna” (non fa forse questo Palpatine, incoraggiandolo, inorgogliendolo?), compirà infine il suo destino: sceglierà il male proprio nel momento in cui diverrà padre e, nella sua follia, proprio per difendere il frutto di quel grembo.

Tuttavia, già in precedenza, Anakin era diventato “padre”, facendo da mentore alla giovane Ahsoka, anch’ella infine fuggita via. Ennesima mancanza, ennesima privazione emotiva nella vita del Jedi.

Mando e il Bambino, padre e figlio

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Din Djarin e Grogu

[Nel paragrafo sono presenti SPOILER del finale di The Book of Boba Fett].

In una digressione sul rapporto tra padri e figli in Star Wars non può certo mancare l’ultimo esempio di padre putativo visto nel canone. Diverso da quello a cui eravamo abituati nella saga e proprio per questo innovativo e interessante è infatti proprio il rapporto che lega Din Djarin e Grogu, il Mandaloriano e il Bambino.

Lo spietato cacciatore di taglia cambia, evolve, matura grazie al rapporto costante con il piccolo. Si tratta di un dialogo continuo fatto di rimproveri, capricci, disobbedienza e riappacificazione, un rapporto che è sfida continua, emotiva e valoriale.

Già, perché nel dire addio al Bambino, viene meno alla più ferrea legge del Credo, toglie l’elmo. Si apre all’altro come mai aveva fatto. Din si comporta come farebbe un padre vero e amorevole, crede in Grogu e lo lascia andare via, in una commovente scena di addio. E il nuovo Mando, cambiato per sempre, capisce forse che l’amore per il Bambino vale più di qualsiasi Credo.

Emblematica in questo senso la scelta del piccolo vista nel settimo e ultimo episodio di The book of Boba Fett, che decide proprio di tornare da suo padre, di far prevalere l’amore e la famiglia. Il loro bellissimo ricongiungimento e il ritorno delle “scaramucce” nel finale è un altro dei motivi per cui cresce l’attesa di rivederli ancora insieme nella terza stagione di The Mandalorian.

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