Obi-Wan Kenobi: tutti gli easter egg e i riferimenti del terzo episodio!

Obi-Wan chiama Qui-Gon nella prima sequenza del terzo episodio

Torna l’appuntamento con la serie evento Obi-Wan Kenobi, che si sposta definitivamente al mercoledì fino al finale del 22 Giugno. Anche questo terzo episodio è ricchissimo di riferimenti, easter egg e sorprese emozionanti. Analizziamo tutto di seguito! (Ovviamente l’articolo contiene una marea di SPOILER sulla puntata).

La sequenza iniziale di Obi-Wan Kenobi ep. 3

La vestizione di Darth Vader

La puntata si apre con Obi-Wan e Leia nella stiva del trasporto merci con cui sono fuggiti da Daiyu. Mentre la piccola dorme, il protagonista tenta nuovamente di mettersi in contatto con il suo Maestro Qui-Gon Jinn. Nella sua mente si accavallano i pensieri, e sente la voce di Reva che gli rivela la verità, e soprattutto quelle di Qui-Gon, Yoda e Anakin provenienti dal passato, in particolare da Episodio I ed Episodio III. In contemporanea, avviene la vestizione di Vader che avevamo visto in parte anche nel trailer. La parte finale in cui il Sith indossa l’elmo omaggia sia Episodio V (dove vediamo presumibilmente una vestizione simile ma quasi conclusa) che Episodio III, con il rumore che si sente quando indossa l’elmo per la prima volta.

Successivamente la scena rimane nella Fortezza di Darth Vader su Mustafar, dove quest’ultimo è in contatto con Reva tramite ologramma. La Terza Sorella, come è ovvio, addossa la colpa dell’omicidio del Grande Inquisitore ad Obi-Wan, ma a Vader non interessano queste questioni. Dai fumetti sappiamo bene che per lui i membri dell’Inquisitorius erano solo strumenti e carne da macello. Sicuramente la questione Grande Inquisitore non è finita qui: Reva vuole quel posto e Vader gioca su questo, pur sapendo sicuramente cosa ha fatto. Probabilmente il precedente detentore tornerà per reclamare ciò che è suo, come vi abbiamo spiegato in quest’altro articolo.

Leia e Obi-Wan Kenobi su Mapuzo

Leia e Obi-Wan su Mapuzo

Intanto nel trasporto merci Leia si risveglia e chiede ad Obi-Wan della Forza, mentre quest’ultimo ripara Lola, il piccolo droide di Leia. I due atterrano poi su Mapuzo, un pianeta minerario sfruttato dall’Impero che compare per la prima volta in Star Wars. All’attracco, completamente automatizzato, troviamo un droide astromecca R5 e un altro caricatore di classe NED. Mentre Leia e Obi-Wan si incamminano verso il luogo dell’incontro, possiamo notare alcuni checkpoint in cui lavorano droidi ed esseri umani supervisionati dagli stormtroopers. Tra i droidi possiamo notare anche un sollevatore di carichi, la stessa tipologia di HURID-327, droide che lavorava al castello di Maz Kanata in Episodio VII.

Mentre Leia e Obi-Wan tramite i loro dialoghi ci illustrano la come la galassia vede l’Impero (che per molti aiuta ma che in segreto sfrutta le popolazioni e le loro risorse) quest’ultimo ha una visione del suo ex apprendista Anakin Skywalker incappucciato. Anche in questo caso, la sua espressione è di puro terrore.

La Fortezza dell’Inquisitorius

Gli Inquisitori nella Fortezza di Nur

Come avevamo visto nei trailer, lo Scythe degli Inquisitori con a bordo Reva atterra sulla Fortezza dell’Inquisitorius di Nur, vista in Jedi: Fallen Order e citata per la prima volta nella serie a fumetti Darth Vader 2017. Già nell’hangar d’attracco possiamo notare moltissimi ufficiali e navi imperiali, tra cui TIE Fighter e rispettivi piloti, stormtroopers, navette Lambda, ecc. Reva raggiunge la sala con lo schermo tattico, in cui ad aspettarla ci sono il Quinto Fratello e la Quarta Sorella.

Anche in questo caso ci viene mostrata la forte competizione e la brama di potere che aleggiavano all’interno dell’Inquisitorius. Nella sala, sullo sfondo, possiamo vedere delle teche con molte spade laser al loro interno a mo’ di trofeo: probabilmente si tratta di quelle di tutti i jedi braccati negli anni. Mentre Reva rimette in riga il Quinto Fratello con lo spauracchio di Darth Vader, ci viene mostrato il modo in cui i Droidi Sonda Imperiali venivano mandati nei vari pianeti.

Trasporto pericoloso

Obi-Wan mette ko gli stormtroopers

Obi-Wan Kenobi e Leia non trovano nessuno ad aspettarli, e mentre il jedi si preoccupa la piccola ferma un trasporto guidato da Freck, nuovo personaggio appartenente ad una specie simile ad una talpa, anch’essa inedita. I due fingono di essere contadini di Tawl (pianeta menzionato per la prima volta nel secondo episodio di Obi-Wan Kenobi) e salgono quindi su quello che poi si scoprirà essere un trasporto imperiale. Anche il dialogo con Freck ci aiuta a comprendere che gran parte della popolazione vedeva l’Impero in maniera positiva.

Dopo una sequenza di tensione in cui Obi-Wan rischia di farsi scoprire con degli stormtroopers, c’è un’altra scena emotivamente potentissima. Leia, che si dimostra ancora una volta caratterizzata splendidamente, chiede ad Obi-Wan dei suoi veri genitori, e anche se il jedi è evasivo nei suoi occhi possiamo vedere il ricordo di Padmé, ma anche di Anakin. Egli inoltre rivela molti dettagli sul suo passato prima di arrivare al Tempio jedi. Oltre ai suoi genitori, menziona per la prima volta anche un fratello.

Arrivati ad un posto di blocco, i passeggeri vengono controllati dagli stormtroopers, e mentre un droide sonda imperiale lo sta filmando Obi-Wan agisce distruggendolo e mettendo al tappeto gli assaltatori. Mentre fuggono però un’altra guarnigione li attacca, e quando sembra tutto perduto scopriamo che l’ufficiale imperiale interpretato da Indira Varma, di nome Tala Durith, è in realtà membro di un movimento segreto che aiuta i jedi in fuga.

Il cammino

Obi-Wan scopre che Quinlan Vos è ancora vivo

Tala scorta Leia e Obi-Wan in un luogo segreto, sorvegliato da un droide caricatore di nome NED-B. Egli non parla poiché è un droide da carico, cosa normale per un droide di quinta classe (quelli adibiti ai lavori più pesanti). Tala afferma che quel luogo è chiamato “il cammino”, ed è formato da tante sale sparse per la galassia che conducono su Jabiim, pianeta in cui i jedi in fuga possono cambiare identità e nascondersi. Questo pianeta è protagonista di molte opere Legends e viene nominato per la prima volta nella serie a fumetti Star Wars: Republic.

Nel dialogo Tala svela ai due che l’Impero non cerca solo i jedi, ma anche i bambini sensibili alla Forza. Un’altra delle mansioni dell’Inquisitorius, un tema affrontato spesso in altre opere come in Rebels.

I jedi di passaggio

Le iscrizioni nel terzo episodio

Sulle pareti della stanza possiamo notare moltissime scritte in aurebesh lasciate dai jedi e dalle persone di passaggio, e simboli come quello dell’Ordine Jedi. Tra i nomi da noi tradotti spicca quello di Djinn Altis, Maestro Jedi apparso per la prima volta nel romanzo non più canonico The Clone Wars: No Prisoners. Ci sono poi altri due nomi di jedi ricanonizzati dalle opere legends: quello di Valin Halcyon, jedi corelliano menzionato per la prima volta nel romanzo X-Wing: Rogue Squadron; e Roganda Ismaren, iniziata jedi scampata alla Purga la cui travagliata storia (sempre legends) è narrata in parte nel romanzo Children of the Jedi.

Molte testate hanno riportato erroneamente che sul muro ci sia anche il nome “Dume”, in riferimento a Caleb Dume, che poi diventerà Kanan Jarrus. Ma in realtà, come potete vedere sopra, quell’iscrizione riporta tutt’altro e ci sono almeno due lettere mancanti. Altra sorpresa graditissima è quella di un messaggio di Quinlan Vos: la conferma definitiva che egli è sopravvissuto all’Ordine 66 e aiuta gli younglings a fuggire.

Sarebbe molto interessante vederlo in live action, soprattutto dopo la sua fantastica caratterizzazione nel romanzo L’Apprendista del Lato Oscuro. Splendida la frase scritta sulla parete “Solo con gli occhi chiusi puoi davvero vedere”, che potrebbe riferirsi a ciò che poi farà Obi-Wan, fidandosi nuovamente della Forza, oppure al potere della psicometria utilizzato da Vos (capacità di scoprire la storia di personaggi o eventi solo toccando oggetti e luoghi).

L’arrivo di Darth Vader e lo scontro con Obi-Wan Kenobi

Lo scontro tra Obi-Wan e Darth Vader

Mentre i nostri si preparano alla fuga, giunge sul pianeta Darth Vader insieme agli inquisitori. Egli, probabilmente per far uscire Obi-Wan allo scoperto, usa il Force choke contro la popolazione inerme. Il jedi chiede a Tala di portare Leia al sicuro, e nel frattempo attira Vader lontano dalla popolazione, in una cava. I due si trovano così faccia a faccia, ma invece di combattere inizialmente Obi-Wan tenta di fuggire. Vader però lo bracca come un topo in gabbia, e i due si trovano a dialogare. Molto bello lo scambio di battute “Cosa sei diventato?” “Sono ciò che mi hai fatto”, in riferimento agli eventi di Episodio III.

Obi-Wan viene totalmente sopraffatto dalla potenza soverchiante del suo ex apprendista, che lo combatte con una mano sola mentre lui arranca. Vader è intenzionato a giocare con il suo vecchio maestro e a farlo soffrire, e per questo tramite la Forza lo alza in aria e poi lo fa strisciare all’interno del fuoco: un durissimo contrappasso di ciò che lui provò 10 anni prima su Mustafar.

Le scene conclusive

Vader e l’incendio provocato da Tala

Sarà poi Tala, lasciata Leia sola, a giungere in soccorso di Obi-Wan provocando a sua volta un incendio. Qui molti si sono chiesti perché Vader si sia fermato, e le possibilità sono molteplici: egli come detto vuole giocare con lui e farlo soffrire, e probabilmente è intenzionato a farlo congiungere con i suoi complici prima di massacrarli tutti.

Nel frattempo Reva scopre il nascondiglio chiamato il cammino, e dopo aver visto il simbolo dei jedi (tramite cui ricorda fugacemente il suo passato?) raggiunge la piccola Leia e purtroppo la rapisce. Con questo cliffhanger si chiude il terzo emozionante episodio di Obi-Wan Kenobi, del quale trovate qui la nostra recensione.

Cosa ne pensate di questi riferimenti ed easter egg della terza puntata di Obi-Wan Kenobi? Ditecelo come sempre nei commenti! E continuate a seguircianche su FacebookYouTubeInstagram TwitterVi terremo costantemente aggiornati sull’universo di Star Wars.

Gaetano Vitulano: Studente di Giurisprudenza, cinefilo incallito, nel tempo libero promotore della sacra religione di Star Wars come founder de "L'Insolenza di R2-D2". Insolente quanto basta, cerco di incamerare la mia creatività nella scrittura, nell'oratoria, e soprattutto nell'arte della risata.
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