Non solo Tatooine: i pianeti desertici di Star Wars
Mai come in questa fase i pianeti desertici di Star Wars padroneggiano nella saga. Tatooine è inizio e conclusione di tutta l’epopea degli Skywalker; inoltre è protagonista, a vario titolo, di altri prodotti ambientati in una galassia lontana lontana, a partire ovviamente del recentemente concluso The Book of Boba Fett o della tanto attesa serie Obi-Wan Kenobi.
Abbiamo già approfonditamente parlato di Tatooine in altre occasioni, oltre che trattare alcune delle specie animali che lo abitano, come le “navi del deserto” Bantha o il mitico Sarlacc. Tra i pianeti desertici di Star Wars il mondo di origine di Anakin è certamente il più celebre, sebbene assolutamente non sia l’unico mondo desolato e desertico. Andiamo quindi a scoprirne altri che sono stati importanti nel corso della storia (ovviamente in elenco non sono presenti tutti i pianeti desertici del franchise).
I pianeti desertici di Star Wars: le piane di sale di Seelos
Situato nell’omonimo sistema dell’Orlo Esterno, Seelos è un mondo desertico coperto da un paesaggio sparso di pianure saline e aride, oltre a catene montuose blu. È la dimora di grandi creature simili a vermi, gli Joopa, che hanno reso impossibile l’estrazione delle preziose risorse minerarie del pianeta.
L’impero considera Seelos abbandonato e infatti gli abitanti sono soprattutto criminali e altri rinnegati. Sul pianeta sono ambientati tre episodi di Rebels (seconda stagione, ep.3 e 4; quarta stagione, ep.14), quando l’equipaggio dello Spettro scopre che vi si nascondono, dopo le Guerre dei Cloni, il Capitano Rex e i Comandanti Wolffe e Gregor, in un camminatore AT-TE riadattato a peschereccio per Joopa.
Florrum e le sue pianure acide
Florrum è un pianeta desertico, caldo e secco, dell’Orlo Esterno. Oltre agli aridi deserti rocciosi, attraversati da grandi tempeste di sabbia, Florrum possiede anche caratteristiche geologiche particolari, come canyon e geyser solforici, che caratterizzano soprattutto le celebri pianure acide.
Su Florrum sono ambientati alcuni episodi di The Clone Wars, in particolare alcuni il cui coprotagonista è il pirata Hondo Ohnaka, il quale, dopo aver catturato il conte Dooku per chiedere un riscatto, cerca di imprigionare anche Obi-Wan e Anakin.
Pianeti desertici di Star Wars: Jakku e la genesi di un’eroina
Tra i pianeti desertici di Star Wars, sicuramente merita una menzione particolare Jakku. Si tratta di un remoto pianeta, situato nel sistema omonimo, nell’Orlo Interno della galassia. Considerato da molti un mondo relativamente privo di valore, è stato tuttavia luogo di fondamentali eventi per il destino della galassia.
Nel 5 ABY, infatti, nei cieli del pianeta fu combattuta la Battaglia di Jakku, citata per la prima volta nel romanzo Lost Stars di Claudia Gray, pubblicato nel 2015, e poi ampiamente narrata in altre opere come Aftermath: La Fine dell’Impero. Il conflitto mise definitivamente fine alla Guerra Civile galattica, in favore della Nuova Repubblica. Il pianeta è anche il luogo dove incontriamo per la prima volta l’erede di Skywalker, l’eroina della trilogia sequel, Rey.
Il deserto di Garel
Garel è un pianeta situato in un sistema del settore di Lothal, nei Territori dell’Orlo Esterno. Vicinissimo a quest’ultimo, è proprio su Garel che la squadriglia Phoenix stabilì uno dei loro nascondigli temporanei, come si può vedere nella serie Rebels. Si tratta di un mondo roccioso, con aridi deserti temperati, noto anche per le sue alte formazioni rocciose scolpite dal vento.
Il deserto rosso di Geonosis
Anche Geonosis, tra i pianeti desertici di Star Wars, ha un ruolo fondamentale. Appartenente ai territori dell’Orlo Esterno, è il pianeta natale dei geonosiani e anche prima capitale della Confederazione dei Sistemi indipendenti. Ha un’atmosfera respirabile ma un clima caldo e arido, la superficie è ricoperta da aspri deserti rocciosi, dalla tipica sfumatura rossa.
Sede delle fabbriche di droidi da battaglia, fu teatro della grande battaglia con cui ebbe inizio la Guerra dei Cloni, come vediamo ovviamente in Episodio II – L’attacco dei cloni. Nei suoi cieli fu anche costruita la prima Morte Nera, il cui progetto iniziale fu proprio perfezionato dai geonosiani.
Una volta trasferita la costruzione in un altro cantiere, l’Impero “sterilizzò” il pianeta per sicurezza, portando alla completa eliminazione dell’intera popolazione nativa.
Pianeti desertici: due menzioni speciali
Il primo deserto a cui diamo una menzione speciale è quello di Ryloth, pianeta natale dei Twi’lek; il pianeta mostra molteplici habitat e ambienti, compresa la giungla; tuttavia, poiché il deserto di Ryloth è spesso visibile in Rebels, meritava di essere citato.
Mandalore, altro celebre mondo, citato molto spesso sia in The Clone Wars sia in The Mandalorian, era un pianeta ricco di vita; tuttavia, dopo secoli di conflitti e guerre, è stato reso un deserto senza vita. L’ennesimo esempio in cui Star Wars ci ricorda le conseguenze che una guerra insensata e fratricida porta con sé.
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