L’amore di Padmé per Anakin è stato “manipolato”?

Anakin e Padmé in Episodio II

Nel corso degli anni sono nate in merito alla saga di Star Wars un’infinità di teorie: molte sono assurde e fantasiose, altre più plausibili. Oggi vi parlerò di una di queste, quella secondo la quale nella trilogia prequel l’amore di Padmé nei confronti di Anakin non sarebbe “naturale”, bensì manipolato dalla Forza. La particolare teoria in questione risale a qualche anno fa, e fu diffusa da un utente di nome Prince Umbongo su Reddit: analizziamola nel dettaglio.

Padmé e l’amore “forzato”

La giovane Padmé Amidala.
Da: starwars.com

La teoria si concentra sul fatto che un Jedi che intraprende una relazione sentimentale possa, sia consciamente che inconsciamente, manipolare, indirizzare, rafforzare o far nascere attrazione fisica e mentale nei confronti del partner tramite l’uso della Forza. In poche parole, ogni jedi sarebbe in grado di utilizzare un vero e proprio elisir d’amore. A dimostrazione di ciò l’utente pone come esempio la relazione tra Anakin e Padmé nella trilogia prequel (unico esempio utilizzabile ovviamente, almeno riguardo alla saga cinematografica). Ciò che avrebbe spinto Padmé ad innamorarsi di Anakin in Episodio II sarebbe stata una sorta di manipolazione indotta da quest’ultimo, che tramite la Forza avrebbe inconsciamente persuaso la giovane senatrice di Naboo a perdere la testa per lui.

Effettivamente i discorsi sulla sabbia o su quanto sarebbe bello un regime totalitario solitamente non entusiasmano le donzelle; ecco perché la manipolazione sembrerebbe l’unico modo tramite il quale Padmé avrebbe potuto innamorarsi di lui. Scherzi a parte, a sostegno di questa tesi è portato il confronto tra Episodio I e gli altri due capitoli della trilogia prequel. Ne La Minaccia Fantasma vediamo la giovane Padmé completamente disinteressata e reticente alle relazioni amorose, soprattutto con Anakin (anche se ovviamente si tratta solo di un bambino).

Le cose cominciano a mutare in Episodio II (Hayden Christensen incoming) per poi cambiare ancor più drasticamente in Episodio III. Nei capitoli finali della trilogia vediamo una senatrice Amidala, completamente cambiata, portare avanti un cieco e disperato amore nei confronti di Anakin.

Altri risvolti e smentite

Padmé e Anakin su Mustafar.
Da: starwars.com

Sempre a sostegno di questa teoria ci sarebbe il momento della sua morte: ella, approfittando della debolezza di Anakin, si lascerebbe volutamente andare per porre fine a questo supplizio forzato. Questo sarebbe possibile perché la presa di Anakin nei suoi confronti, tramite la Forza, sarebbe affievolita dalle condizioni disastrose in cui versava il ragazzo dopo lo scontro con Obi-Wan su Mustafar.

E’ palese che si tratti, ovviamente, di una teoria alquanto fantasiosa, perché l’amore tra i due nasce obiettivamente in maniera naturale. Ella stessa si oppone ad Anakin una volta scoperte le atrocità di cui si è macchiato in Episodio III (pur dicendo di amarlo). Inoltre, non c’è alcun riscontro di questa abilità dei jedi di manipolare i sentimenti.

C’è però un aspetto interessante su cui ho riflettuto in merito a questa teoria. Se essa fosse vera, sarebbe una motivazione molto intrigante per il divieto posto all’interno del codice jedi sulle relazioni amorose. In pratica questo divieto sarebbe posto proprio perché qualsiasi relazione portata avanti da un cavaliere jedi risulterebbe innaturale e frutto di una manipolazione. Un aspetto che dà un appeal in più a questa teoria, pur fantasiosa qual è.

Cosa ne pensate di questa teoria? Vi sembra verosimile? Vi sarebbe piaciuto se questo elemento fosse stato inserito nella saga? Ditecelo come sempre nei commenti! Continuate a seguirci, vi terremo costantemente aggiornati su tutte le novità riguardanti l’universo di Star Wars.

Fonte: Reddit

 

 

Gaetano Vitulano: Studente di Giurisprudenza, cinefilo incallito, nel tempo libero promotore della sacra religione di Star Wars come founder de "L'Insolenza di R2-D2". Insolente quanto basta, cerco di incamerare la mia creatività nella scrittura, nell'oratoria, e soprattutto nell'arte della risata.
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