L’Ammiraglio Ackbar e le sue gesta

L'Ammiraglio Ackbar

Il personaggio di cui vi parlerò questa settimana è l’Ammiraglio Ackbar. Un personaggio di Star Wars, per così dire, secondario (ma non troppo, come vedremo) che ha legato la sua fama ad una frase iconica, un po’ come Enrico Papi con il “Moooseca!“. La frase la conoscete tutti: “IT’S A TRAP!“, ovvero “E’ una trappola! (Tciappola)”. Ma l’ammiraglio è molto più di un’iconica e simpatica locuzione. Scopriamo qualcosa in più su di lui!

Vita e carriera

Gial Ackbar è un alieno di razza Mon Calamari, originario del pianeta Dac. Intraprese sin da subito una carriera militare. Da giovane iniziò prestando servizio nella Guardia Mon Calamari, un corpo che aveva lo scopo di difendere i massimi leader di razza Mon Cal. Ben presto divenne il capitano della Guardia, proprio durante il periodo della Guerra dei cloni. Qui ebbe un ruolo enorme nel proteggere l’erede al trono del pianeta, il principe Lee-Char, in un momento di assoluta criticità, dato dallo scoppio di una guerra civile sul pianeta Dac (non mi addentro oltre nella narrazione, per evitare spoiler su The Clone Wars).

Dopo la proclamazione dell’Impero galattico, divenne un importante comandante militare dell’Alleanza Ribelle, impegnata nella restaurazione della Repubblica. Ackbar ha sempre dimostrato di essere un brillante stratega ed un esperto militare. L’apice della sua carriera (nonché della sua fama) fu sicuramente la Battaglia di Endor.

Lo stratega sta per entrare in azione.
Fonte: StarWars.com

La Battaglia di Endor

L’evento che gli diede gloria eterna, in tutti i sensi, fu come detto la Battaglia di Endor. L’Alleanza Ribelle era venuta a conoscenza della costruzione di una seconda Morte Nera, presso una delle lune boscose di Endor, e si apprestava ad organizzare un piano d’attacco per distruggerla. Motivo in più per non fallire, stava nel fatto che tutte le più alte autorità imperiali, compreso l’imperatore Palpatine, erano proprio lì. Ackbar, per distruggere la Morte Nera, aveva in programma di disintegrare il suo reattore principale. Come sappiamo, la battaglia si svolse su due fronti: in volo e a terra. Sulla luna Luke, Han, Leila e gli altri avevano il compito di disattivare gli scudi protettivi della Morte Nera.

L’Ammiraglio entra nella leggenda

Le forze imperiali, aspettandosi l’attacco dei ribelli, erano perfettamente organizzate per la controffensiva. I Ribelli erano letteralmente piombati in una TRAPPOLA. Come ribadisce molto bene proprio l’Ammiraglio Ackbar, con la sua battuta più leggendaria e conosciuta.

La risentiremmo all’infinito

La battaglia intanto imperversava, e l‘Ammiraglio in un primo momento meditò addirittura la ritirata, poiché il superlaser della Morte Nera stava distruggendo le navi ribelli e mietendo parecchie vittime. Però, grazie alla caparbietà di Lando Calrissian, si decise di attendere. Quando finalmente gli scudi furono distrutti, l’Ammiraglio guidò le navi rimaste prima sugli Star Destroyer, e poi sul reattore. La flotta imperiale non riuscì a reagire a questi attacchi, e fu sbaragliata. Le navi rimaste dopo la distruzione della Morte Nera fuggirono precipitosamente. Grande merito della fine dell’Impero va quindi anche attribuito alle strategie dell’Ammiraglio Ackbar.

Ackbar ne “Il risveglio della Forza”.
Fonte: swx.it

Ackbar, per la gioia di tutti noi fan, è presente anche in Episodio VII, il Risveglio della Forza. Nel film, ha il ruolo di supervisore in un’altra importante battaglia, quella contro il Primo Ordine e la distruzione della Base Starkiller. Purtroppo per noi, non pronunciò la sua frase, ma probabilmente sarebbe stata una cosa alquanto forzata.

Siamo stati comunque lieti di rivedere un personaggio che ha contribuito a rendere iconica la saga di Star Wars. Importante sia nel suo ruolo, sia nel rimpolpare ogni volta le nostre risate. Sono sicuro che se potesse leggere questo articolo, esclamerebbe: “Non è una tciappola!”

 

 

 

 

Gaetano Vitulano: Studente di Giurisprudenza, cinefilo incallito, nel tempo libero promotore della sacra religione di Star Wars come founder de "L'Insolenza di R2-D2". Insolente quanto basta, cerco di incamerare la mia creatività nella scrittura, nell'oratoria, e soprattutto nell'arte della risata.
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