La vita ai tempi dell’Impero

Un poster di propaganda imperiale da Hollywood Reporter

Non si diventa imperatori in un giorno. Insomma, la vita di Palpatine deve essere stata veramente problematica: mettere su un baraccone come quello imperiale non è una di quelle cose che ti riescono senza qualche piccolo sacrificio. Ma in generale l’Impero funzionava decentemente, almeno fino a quando Luke Skywalker non ha cominciato a sparare missili utilizzando la Forza o a scalfire il lato oscuro di suo padre dopo diciannove anni di sanguinose stragi indiscriminate.

A parte i dettagli, vivere ai tempi dell’impero poteva essere una esperienza poco piacevole se non eri nato sul pianeta giusto o dai genitori giusti. Eppure qualcuno ancora oggi esclama un “quando c’era lui” nostalgico da manicomio.

Il razzismo amarcord

Illustrazione da starwars.wikia.com

Lucas ha catturato l’essenza del nazismo e del fascismo, riversandola in un universo dove gli alieni sono una minoranza etnica e gli umani sono la specie dominante. Il discorso della razza rimane, essendoci infatti nell’Impero Galattico un tollerato razzismo di sottofondo per le razze diverse da quella umana. A parte casi eccezionali che confermano la regola, tutti i ranghi imperiali, dai più infimi agli alti ufficiali, sono occupati da esseri umani. Essere un umano dunque era un buon inizio per essere cittadino dell’impero. Meno fortunate erano altre razze come i Wookiee e i Lasat. Non è stato difficile per l’impero perpetrare qualche genocidio di tanto in tanto nel nome della pace. Un modo veloce per sbarazzarsi di razze ritenute “sottosviluppate”.

Propaganda da Oscar

La figura dell’imperatore ha dovuto farsi largo all’interno dei cuori dei cittadini a suon di propaganda e tante parate. Innanzitutto, bisognava screditare la figura dei Jedi, dandogli la colpa non solo per l’attentato alla vita del cancelliere ma anche per un vero e proprio colpo di stato. Infine, Palpatine ha attuato una vera e propria Damnatio Memoriae verso l’ordine nemico dei Sith. Tanto per cui, nell’orlo esterno, la maggior parte della gente pensava che non esistesse nulla di simile ad un antico ordine che facesse uso della Forza. Per la verità la gente non sapeva neanche di essere governata da un sanguinario Sith.

Per dare un senso di continuità, infatti, l’Imperatore si fece ringiovanire negli ologrammi ufficiali. Quasi nessuno conosceva il suo vero aspetto e le sue vere intenzioni. Successivamente, ai tempi della guerra civile galattica, i ribelli venivano additati come dei terroristi mal organizzati, che colpivano alla cieca e in maniera del tutto indiscriminata obiettivi civili. Persino tra gli ufficiali imperiali la propaganda faceva si che questi sottostimassero l’entità della grandezza della flotta ribelle. Una scelta che l’impero pagò a caro prezzo.

La non-religione di stato

Jedha occupata dagli imperiali. Da Spoiledbluemilk.com

Nonostante molti culti, soprattutto legati alla Forza, continuassero ad esistere nella galassia, la maggior parte della gente era indotta a credere che tutte queste religioni fossero delle sciocche superstizioni. Anche questo faceva parte del piano di Sidious per nascondere la vera natura che si celava dietro il suo impero. Ovviamente i rimasugli dei jedi furono perseguitati, e schiacciati dopo l’ordine 66. Il loro tempio divenne il Palazzo Imperiale, nascondendo tutti i simboli del vecchio ordine. Infine la città sacra sul pianeta Jedha venne distrutta in una prova di forza della nuova arma definitiva imperiale: la Morte Nera.

Verso l’Infinito e Oltre

L’Imperatore aveva un sogno, per quanto possa sembrare strano. Il dominio totale della galassia. L’impero, a differenza della Repubblica, che costantemente lottava per non implodere a seguito delle istanze separatiste dei sistemi più remoti, adottò una politica di espansione aggressiva verso l’orlo esterno. Nuove rotte vennero tracciate, sistemi mappati, e, in generale, anche i sistemi periferici vennero costantemente sorvegliati e richiamati all’ordine nel corso dell’età imperiale. Se il centro della galassia si controllava con la propaganda e le parate, per i sistemi esterni bisognava spesso utilizzare la forza e qualche Star Destroyer, inviando personalmente il Grand Moff Tarkin a vegliare sulla riuscita del piano imperiale.

Mobilità Sociale e istanze non ascoltate

Iden Versio e la sua squadra d’elite. Da EA.com

Uno dei maggiori fattori su cui l’Impero faceva leva per tenere a bada la gente e far digerire i suoi modi, era la questione della pace. Per la maggior parte dei cittadini della galassia era ancora vivo il ricordo della Guerra dei Cloni, che volente o nolente aveva toccato quasi tutti i sistemi della Repubblica, soprattutto quelli più remoti. Avere la garanzia, tramite la forza imperiale, che la pace fosse perseguita, per molti dei cittadini comuni era già abbastanza. Il concetto di barattare l’ordine con la libertà è una faccenda grave che non tocca solamente la galassia lontana lontana, come ben sappiamo.

Inoltre, durante gli anni della Repubblica, molti cittadini poveri vedevano come molto difficile la possibilità di riscatto sociale e miglioramento delle proprie condizioni di vita. Per molti di questi uomini e donne, la venuta dell’impero poteva significare anche possibilità di una vita migliore, a discapito delle vecchie aristocrazie corrotte, che appoggiavano il caos della repubblica per il loro profitto.

La carriera militare era una di quelle che garantiva una possibile via d’uscita dalla povertà, in maniera molto simile a quanto avveniva nell’Impero Romano. Se le tue doti di combattente erano eccezionali, venivi ammesso alle accademie indipendentemente dal tuo ceto sociale o dalla possibilità economica a disposizione. Tornando al discorso della corruzione, l’Impero cominciò una sistematica caccia alle streghe per quanto riguarda la disciplina e l’ordine all’interno dei propri ranghi. Per rimanere ufficiale imperiale si doveva mantenere una condotta impeccabile.

Un piano quasi perfetto

Padme e il Senatore Organa durante il discorso di Palpatine al senato

Se dovessimo descrivere l’ascesa e la permanenza dell’impero come entità, potremmo benissimo utilizzare le parole di Padmé Amidala in Episodio III:

è così che muore la libertà, sotto scroscianti applausi…

Il bastone e la carota, ovvero dare il contentino alla gente, donandogli quella pace tanto agognata dopo sanguinosi anni e qualche piccolo premio di tanto in tanto. E, al tempo stesso, il mostrare la brutalità di una forza militare inaudita per scongiurare qualsiasi dissenso. Quello che ha fatto Palpatine è praticamente l’ABC di un qualsiasi totalitarismo apparso sulla faccia della nostra terra. La gente della galassia, alla fine, voleva solo poter vivere in maniera migliore, poco male se ci fosse la democrazia o la dittatura, i jedi o i sith, cose più grandi della vita di un semplice fattore di Tatooine o idraulico di Coruscant.

La Ribellione ha cominciato ad avere successo tra la gente, infatti, solo dopo le maggiori vittorie militari. Nel momento in cui fu dimostrato che era possibile sconfiggere l’impero, questo ha cominciato a perdere definitivamente colpi. Star Wars ci offre una lezione forse anche più preziosa dei libri di storia, perché coinvolge soprattutto i più giovani tra di noi in una vicenda dove è facilmente riconoscibile il male e il perché viene definito tale. Non bisogna mai sottovalutare il potere educativo di queste opere di fantasia meravigliose.

Michele Vizzani: Laureato in Ingegneria Civile e Ambientale, amante della fantascienza, dei videogiochi, e della pizza. "Il tempo è un’illusione. L’ora di pranzo è una doppia illusione." (cit.)
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