La travagliata storia del logo di Star Wars
Noi fan lo sappiamo bene, con Star Wars nulla è facile e lineare. Soprattutto agli inizi della sua storia, la nostra saga ne ha passate davvero tante. Oggi vi parlerò di una storia travagliata, riguardante uno dei simboli più iconici di Star Wars: il suo famosissimo e inconfondibile logo. Ovviamente questa storia è molto più tranquilla di altre che abbiamo avuto modo di raccontarvi. Ricorderete, ad esempio, il calvario delle riprese di Episodio IV.
Questa storia si incentra infatti sulla ricerca del logo perfetto, tramite una miriade di tentativi. Questa volta, quindi, faremo un viaggio attraverso le tantissime prove effettuate prima del raggiungimento del logo finale, che oggi tutti conosciamo. Si comincia!
Gli inizi
Siamo nel 1976, George Lucas è impegnatissimo e in gran fermento per organizzare tutto il lavoro in merito al suo nuovo film, “The Star Wars“. Proprio in quel periodo il regista incaricò l‘illustratore Ralph McQuarrie di disegnare il logo e un abbozzo di locandina per il film. Il risultato fu quello che vedete sopra, che è inoltre la prima illustrazione a tema Star Wars. Al centro vi è la prima bozza di un eroe, che ricorda una fusione tra Han Solo e Luke Skywalker. Per quanto riguarda il font, McQuarrie si ispirò al Futura Display, rendendolo molto lineare e moderno, e modificandone alcuni tratti, come la T, che ricorda, con quella coda, quasi una J al contrario. Ma per Lucas quel particolare font non funzionava.
Il nuovo logo fu commissionato questa volta al designer Joe Johnston, che mantenne l’illustrazione originale, affiancandole però un carattere diverso basato sul font Precis. Tuttavia, neanche quest’idea era destinata a sopravvivere a lungo.
Da tempo, infatti, Lucas aveva ben precisa nella mente l’idea dei titoli di testa inclinati che scorrono nello spazio. Quindi commissionò a Dan Perri questa nuova versione “inclinata” del logo, che per il regista sarebbe dovuta essere quella definitiva. Dan Perri si mise al lavoro, sfruttando l’idea del punto di fuga per costruire un logo prospettivo più compatto e incisivo dei precedenti. Purtroppo, Lucas non rimase soddisfatto neanche di questo risultato, poiché non era come lo aveva immaginato. Infatti lo utilizzò solo su alcuni manifesti.
Verso la meta
Lucas commissionò l’ennesima revisione del logo a Suzi Race, nuova art director della Industrial Light & Magic. Le direttive di Lucas furono precise: il logo, per il regista, doveva essere “molto fascista e inscrivibile in un quadrato, per meglio adattarsi ai vari formati”. La Race quindi partì da quello che definì “il carattere più fascista che conoscevo”: l’Helvetica Black. Servirono poi altre modifiche nelle curve e nelle sovrapposizioni delle lettere per creare un logo molto vicino a quello che conosciamo oggi. Esatto, vicino, perché non siamo ancora al prodotto finale.
Si, perché George Lucas non era ancora pienamente soddisfatto. Avete ragione, fu abbastanza scassa maroni in merito, ma si parla del logo di Star Wars. Quindi gli concediamo questo estenuante perfezionismo. Bene, dopo il lavoro della Race, Lucas richiamò Johnston, chiedendogli di apportare qualche modifica al logo della Race.
Quest’ultimo aumentò l’estensione orizzontale e corresse le punte della W, troppo “aggressive“. Ammorbidì quindi la lettera, creandone una nuova e più allineata con gli altri caratteri. Finalmente, dopo un travaglio lunghissimo e tantissime prove, nacque il logo di Star Wars che oggi conosciamo.
Impatto culturale
Quindi, il logo di Star Wars che oggi tutti conosciamo, ha in realtà una storia lunghissima di modifiche, bozze, cambiamenti e “versioni alternative“. Nell’arco di tempo di quattro anni (dal 1976 al 1980), infatti, il logo di Star Wars è stato modificato, rielaborato, adattato e stravolto innumerevoli volte.
Proprio per questi motivi, e per una presenza così massiccia di versioni, i diversi loghi iniziarono a sovrapporsi nella comunicazione, creando non poca confusione nel pubblico. In più, la promozione dei film si muoveva con tale velocità e sotto molti punti di vista (poster e affissioni, ma anche fumetti ispirati alla serie, gadget, pubblicità, ecc.) da essere pressoché fuori controllo.
Per questo motivo è facile trovare, in tutte le varie pubblicazioni a cavallo tra il 1976 e il 1980, versioni completamente diverse dello stesso logo. Incluse, in casi più estremi, alcune variazioni sul tema davvero raccapriccianti. E’ proprio con una di queste che, insolentemente, vi saluto. Alla prossima!
Grazie a onicedesign per la documentazione tecnica di questa affascinante storia