Nel corso degli anni la trilogia originale di Star Wars ha subito molti cambiamenti e adattamenti. Le modifiche attuate da George Lucas a cavallo tra la fine degli anni novanta e i primi anni duemila sono state moltissime, alcune impercettibili e altre invece molto vistose. Oggi vi parlerò di tutti i retroscena e le curiosità che si celano dietro la scena presente in Episodio IV, quella dove Han Solo parla con Jabba the Hutt.
In primis bisogna dire che il concept originale del personaggio era molto differente da quello che tutti noi oggi conosciamo. Molti sono stati infatti gli avvicendamenti che hanno preceduto la sua apparizione ne “Il Ritorno dello Jedi“.
Il primo aspetto di Jabba the Hutt
Inizialmente Lucas aveva in mente un Jabba più peloso e simile ad un wookiee. Nei primi concept di Ralph McQuarrie il personaggio era addirittura atletico e slanciato. Nonostante queste idee iniziali, la sceneggiatura originale di Star Wars descrive Jabba in maniera più simile a quella odierna: “una creatura grassa, simile a una lumaca, con occhi su antenne estensibili e un’enorme brutta bocca“. Fino al 1997 (di seguito vi spiegherò il perché) la prima apparizione cinematografica di Jabba the Hutt risaliva a quella di Episodio VI. Nel 1976 Lucas girò la scena del dialogo tra Han e Jabba, ma questa non fu inserita nel montaggio finale della pellicola. Come potete vedere nel video sopra, in quella occasione il boss Hutt venne interpretato da un attore nordirlandese, Declan Mulholland.
Al corpulento attore venne fatto indossare un folto abito marrone per le riprese. L’intenzione di Lucas era quella di rimpiazzare l’attore in post produzione. Quella scena sarebbe servita da collante per il futuro, poiché avrebbe spiegato il motivo per il quale Han sarebbe stato imprigionato ne L’Impero Colpisce Ancora, collegandosi anche con l’ultimo episodio della trilogia. Per problemi di tempo e soprattutto di budget la scena non fu però modificata, e anzi venne accantonata del tutto.
Le riedizioni del 1997 e del 2004
La scena fu ripescata e riprese vita nel 1997, anno in cui Lucas cominciò ad apporre le varie modifiche alle pellicole della trilogia originale. Mulholland fu quindi rimpiazzato da una prima versione di Jabba in CGI, e i suoi dialoghi in inglese furono sostituiti dall’huttese, la lingua di Jabba che era stata creata da Ben Burtt per “Il Ritorno dello Jedi“. Per completare questa modifica furono necessarie cinque riprese principali, che portarono via oltre un anno di lavoro. L’aspetto di Jabba the Hutt fu ulteriormente modificato per l’edizione in DVD del 2004, grazie ai progressi della CGI. Nonostante ciò i fan ancora oggi lamentano la scarsa somiglianza con l’Hutt pupazzo di Episodio VI.
Durante la scena originale girata nel ’76 ci fu un particolare che causò non poche grane per le riedizioni del ’97 e del 2004. Ad un certo punto Harrison Ford cammina dietro Mulholland, ma questo risultava incoerente per la presenza della coda di Jabba in CGI. La questione venne risolta con una gag: si fece in modo che Han calpestasse la coda di Jabba, facendo sobbalzare l’Hutt dal dolore.
Tra passato e presente
Alla fine, la reazione dei fan alle versioni in CGI di Jabba fu nulla in confronto ad alcune delle altre modifiche apportate in quegli anni. Vi ho raccontato in articoli precedenti delle diatribe nate in merito alla scena dell’Han Shot First, o alla modifica di Anakin nella scena finale di Episodio VI. O di altre modifiche meno conosciute, come quella dell’ologramma dell’Imperatore in Episodio V e della scena della Max Rebo Band in Episodio VI. Che siano considerate scellerate o giuste, le scelte di Lucas fanno ormai parte della versione definitiva della trilogia originale.
Ad oggi quello che possiamo fare è ripercorrere le scelte del regista, e scoprire tramite questi retroscena quanto sia stato impervio il percorso che ha portato alla versione finale dell’esalogia di Star Wars che tutti conosciamo. La storia del possente Jabba the Hutt è un esempio lampante di queste vicissitudini.