La commovente lettera di Mark Hamill a Carrie Fisher
E’ passato molto tempo ormai dalla triste dipartita della nostra amata Carrie Fisher; non vediamo l’ora di poterla rivedere sul grande schermo per l’ultima volta, in Episodio VIII. L’interprete della mitica principessa Leia manca a noi fan e sicuramente ancor di più a tutti coloro che hanno condiviso con lei l’avventura di Star Wars; in modo particolare all’attore Mark Hamill, l’interprete di Luke Skywalker. I due erano legati da un profondo sentimento di amicizia.
A dimostrazione di questo grande affetto tra i due attori, vogliamo mostrarvi una bellissima lettera che Mark Hamill ha scritto a Carrie Fisher pochi giorni dopo la sua morte. Un bellissimo viaggio che ripercorre la loro lunga amicizia.
La lettera
La lettera, riportata ad inizio Gennaio sull’Hollywood Reporter, ripercorre la lunga amicizia dei due, ed è colma di aneddoti e soprattutto di affetto. Ecco il testo tradotto della lettera: “Carrie e io abbiamo condiviso una parte incredibile della nostra vita. Era come se fossimo in una garage band insieme, che in qualche modo ha spaccato di brutto. Non avevamo idea dell’impatto che Star Wars avrebbe avuto nel mondo. Mi ricordo che prima che il film uscisse noi eravamo fuori in tour. Quando siamo arrivati a Chicago c’era una folla all’aeroporto. Ho detto “Ehi guardate, ragazzi, ci dev’essere qualcuno di famoso nell’aereo!” E mi stavo guardando intorno per vedere di chi si trattasse. Poi nella folla ho intravisto un bambino travestito da Han Solo. Poi ho visto una bambina travestita da Principessa Leia. Ho detto: “Oh mio Dio, Carrie, c’è qualcuna vestita proprio come te. Ha le trecce in testa!”.
Il primo incontro
La prima volta che ho incontrato Carrie era a cena a Londra prima che iniziassimo insieme le riprese. Sono stato il primo ad andare in Africa con Alec Guinness e i droidi, per fare tutte la scene sul pianeta deserto, poi sono tornato a Londra ed è arrivato Harrison Ford. Carrie era l’ultimo pezzo del puzzle a venire in città. Quindi ho detto all’ufficio di produzione, “mi piacerebbe incontrarla prima di iniziare a lavorare insieme”. Loro hanno organizzato il tutto e ci saremmo incontrati per cena.
Sapete, all’epoca lei aveva 19 anni. Io ne avevo 24. L’avevo appena incontrata ma era come parlare con una persona che conoscevo da dieci anni. Mi diceva cose sul suo patrigno, su sua madre, su suo padre Eddie Fisher. Si stava davvero andando sul dettaglio. Ho continuato a pensare: “Dovrei sapere queste cose?”, Cioè, io non avrei condiviso ciò neanche con persone che conosco da anni e anni e anni. Lei ti risucchiava nel suo mondo.
Gioia di vivere
Io ero così borghese. Crescendo, la cosa più vicina a una celebrità che abbiamo avuto era il nostro vicino della porta accanto, un addetto ai bagagli che aveva restituito il portafoglio di Jerry Lewis che era caduto sulla pista di San Diego. Ma Carrie era completamente diversa. È uscita dal liceo per prendere parte al coro di “Irene” a Broadway. Avevo quasi paura di lei.
Era così dedita alla gioia e al divertimento di vivere. Era un po’ tipo “La Signora mia zia”. Avrei fatto cose pazze sul set per farla divertire. Farla ridere è sempre stata una cosa di cui andare fiero. Mi ricordo che durante Star Wars: L’Impero Colpisce Ancora eravamo separati dall’andamento della storia; era un film difficile da girare e c’era molta tensione sul set. Io ero fuori per terreni paludosi con pupazzetti e droidi, ma almeno Carrie e Harrison potevano lavorare con esseri umani.
Un giorno all’ora di pranzo disse “Dovresti provare la mia tuta”. Io ho risposto: “La tuta unica bianca? Tu quanto sei alta, 1.57? Non ci entrerò mai!” Lei ha detto: “tu prova”. Io ho indossato quel costume da Principessa Leia ed era così stretto che sembravo un cantante da salotto di Las Vegas. Come se questo non fosse abbastanza ridicolo, mi ha fatto indossare una di quelle cuffie con i capelli da Bozo, con occhiali e naso, e mi ha fatto camminare in giro.
La lunga amicizia
Non c’erano limiti alle cose che avrei fatto per farla ridere. La amavo e amavo farla ridere. Lei faceva queste cose pazze e me ne faceva fare, ma io non penso che siano veramente pazze. In un certo senso, per lei era un meccanismo di difesa. Era così fuori dal limite, poteva usarlo come protezione. La cosa toccante di lei è che era così vulnerabile, che c’era questo barlume di ragazzine che era così attraente e incitava un’istinto protettivo in me.
Sono felice che siamo rimasti amici e che abbiamo avuto questo secondo atto con i nuovi film di Star Wars. Penso che per lei fosse rassicurante che io fossi lì, la stessa persona, che lei poteva fidarsi di me, per quanto fossimo fondamentali l’uno per l’altra. Abbiamo salito la scala lungo gli anni, durante i quali ci amavamo, in cui ci odiavamo. “Non parlo più con te, tu sei un moccioso moralista!”. Le abbiamo passate tutte. È come se fossimo stati una famiglia.
Inevitabile conclusione
Quando eri nelle sue grazie, non potevi avere più divertimento con qualsiasi altra persona nel pianeta. Lei era capace di farti sentire come se tu fossi la cosa più importante nella sua vita. Penso che sia una qualità veramente rara. E dopo potevi andare all’opposto, a 180°, dove siete furiosi l’uno con l’altra e non vi sareste parlati per settimane e settimane. Ma questa è una di quelle cose che rende una relazione completa. Non è una cosa univoca. Come ho detto, era una peste. Aveva bisogno di tante attenzioni. Ma la mia vita sarebbe stata così scialba e meno interessante se lei non fosse stata per me l’amica che è stata“.
Davvero delle bellissime parole dell’attore, che con questa lettera ripercorre tutta la vita con Carrie Fisher e palesa tutto l’affetto nei suoi confronti. Noi non possiamo che aspettare Dicembre, per vederla interpretare per l’ultima volta la principessa Leia. Prepariamo i fazzoletti, manca sempre meno a The Last Jedi!
Fonte del testo: talky!Movie